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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Terni
   299
   confermò gli indulti e le convenzioni che Terni aveva stabilite con Cesi, San Gemini e Collescipoli, i capitoli dei Bamleresi e liberò la città da molte tasse ed emolumenti; ed ai C> di settembre del 1535, recandosi a Perugia, fu a Terni, ove pernottò. Cameriere intimo e coppiere di questo pontefice fu il ternano Michelangelo Spada, il quale acquistò il castello dì Collescipoli e dal papa fu creato conte. Nella sua città costruì 1111 sontuoso palazzo, di bella architettura, tutto ornato di travertini.
   Sotto Giulio III fu rifabbricato il bel ponte del Sesto sulla Nera, e quel papa contribuì al rifacimento della tribuna della chiesa cattedrale.
   Durante il passaggio delle milizie francesi per Terni, nella guerra della campagna di Roma, quella città fu rispettata e salvata mercè la presenza di Giovanni Caraffa, nipote di Paolo IV, ed il pubblico riconoscente pose il suo stemma marmoreo, con iscrizione, nella facciata del palazzo dei Governatori e nelle stanze lo stemma di Paolo IV. Nel 1558 venne costruito un nuovo braccio all'antico acquedotto Cervino e sul colle di Malta fu eretta una torre a guardia dei contini di Piediluco.
   Frattanto, il continuo crescere del numero e della potenza dei Dauderesi produsse malcontento nei nobili, i quali vedendosi sopraffatti, ricorsero alle armi e ne derivarono tristi conseguenze. E rinnovandosi tali civili discordie, nel 15G2, dai Banderesi e dai nobili fu ricorso al papa, il quale limitò l'autorità dei primi. Sdegnati i Ban-deresi, nell'agosto del 15G4, proposero, ìli segreto, di distruggere i nobili e ne uccisero quattordici. 11 papa vi mandò allora Monte Valenti da Trevi, commissario apostolico, il quale proibì la distinzione tra nobili e popolo ed abolendo d governatore stabilì una precedenza di alternativa ed estinse l'ufficio dei Banderesi, creò il Consiglio dei pacifici e ristabilì, infine, la pubblica quiete, togliendo le entrate alla città, nelle quali fu reintegrata da Pio V nel 15G7, pagando alla Camera Apostolica 3000 scudi d'oro.
   Nel palazzo dei Priori furono onorevolmente ospitati Ottavio Farnese duca di Parma, e poi Margherita d'Austria ed il cardinale Farnese.
   Sotto il pontificato di Gregorio XIII risuscitarono le questioni tra Terni e Narni, a proposito di confini, e dal papa fu incaricato di risolvere le vertenze monsignor Domenico Pinelli, il quale decretò a favore dei Ternani ed in seguito a ciò fu posta nel palazzo comunale la sua arme marmorea con relativa iscrizione ed alla sua famiglia fu concessa la cittadinanza ternana.
   Clemente Vili fece costruire dal cav. Fontana, tra Terni e Rieti, sulla cava detta da lui Clementina, un ponte ad un solo arco, il quale dovesse regolare il passaggio delle acque in occasione delle piene del fiume. Questo lavoro fu compiuto nel 1G01 e costò 71,5G0 scudi, e le tasse imposte, a tal fine, ai Ternani furono di 75,930 scudi. Rioccupatosi dalla Chiesa il ducato di Ferrara, nel 159S, Clemente Vili recandosi a prenderne il possesso fu a Terni il 15 di aprile e dimorò nel palazzo detto Apostolico, nel quale furono poi posti i suoi stemmi. Nel giorno seguente volle recarsi a visitare la grande cascata delle Marniore, in cui dì recente erasi compiuto il canale che da lui prese il nome di Fossa Clementina, indi fece ritorno a Terni.
   Pio VI sostò per breve tempo a Terni, in occasione della sua andata a Vienna, l'anno 1782, e vi ripassò nel giugno.
   Una colonna di 4000 Francesi, nel dicembre del 1798, comandata dal generale Le ino in e, sbaragliò e mise in fuga, presso Terni e Papigno, G000 Napoletani.
   Eletto Pio VII, nel 1800, onorò Terni di sua presenza, il 1° luglio, e vi passò poi nel 1805 nel ritorno da Parigi. Due anni dopo, con Breve del 4 settembre, ad istanza dei priori e magistrati, riformò il tribunale della città, con dettagliate disposizioni. Nel 1809 Terni fece parte del governo provvisorio francese, sotto il quale rimase sino al 1814, in cui tornò sotto la dipendenza della Chiesa. Gregorio XVI dimorò a Terni nei giorni 31 agosto, 1° e 2 settembre del 1841, ove furono fatte solenni e grandiose feste. Nel 18G0 Terni entrò a far parte del Regno d'Italia, sotto la dinastia Sabauda.