Terni
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o meno prosperi i tempi. E le industrie poterono sviluppare e progredire in Terni, mercè le acque della Nera, per l'abbondanza di esse, e per il declivio col quale scendono lungo la vallata ternana.
Attivissimi e numerosi furono gli opifici ternani del XIV al XVI secolo, ed in questo ultimo secolo già prosperavano una ferriera ed una fonderia di cannoni e nel XVII secolo contavansi quaranta sette ruolini da olio, quindici da grano, cinque gualchiere da panni, otto cartiere, ecc.
< I numerosi canali, scrive il eh. ingegnere Cianconi (Album di Terni, p. 09, segg.), scopo di tante cure all'epoca del risorgimento, nella seconda metà del XVIII secolo erano, se non totalmente ostruiti, certo ridotti in deploratissimo stato e gli edilizi pressoché tutti abbandonati. Con l'avvicinarsi dei tempi nuovi, sullo scorcio del secolo passato, incomincia a ravvivarsi lo spirito d'iniziativa, si riprende qualche cura dei canali e man mano \ i si attivano parecchi degli antichi opifici. Ma la Terni industriale non si può dire abbia ridato segni di vita sino alla seconda metà del nostro secolo. Nel 1852, una delle antiche ferriere, esistente fuori della porta del Sesto, ora Garibaldi, nella quale fino allora stentatamente funzionavano tre magli e tre fucinali dagli antichissimi metodi, fu presa ad esercitare da Giacomo Benucci romano, che, con l'opera dell'ing. Felice Gautier, quella preistorica ferriera trasformò in una vera e grande officina per la lavorazione del ferro. Nel 1851 la famiglia I'ianciani di Spoleto, allo scopo di facilitare la preparazione ed il perfezionamento dei prodotti del lanificio che possedeva nella propria città, stabiliva presso di noi un opificio con interessanti meccanismi per gualcatimi, garzeria e cimarla della lana. Fra il 1872 ed il 1875 fu ideato e, per iniziativa del Comune, portato a compimento il canale Nerino che fu, per così dire, il punto di partenza del grande sviluppo che hanno preso ora le industrie a Terni
Fu infatti la felice riuscita di questo canale che rese possibile l'impianto della II. Fabbrica d'Armi, degli Alti Forni, dello Iutificio e di altri stabilimenti, mentre con un nuovo canale derivato dal Velino, a monte della cascata delle Marmare, si assicurò la forza motrice occorrente per la grande Acciaieria attivata nel 1886.
Il Fabbrica d'Armi (figg. 114-115). — La Fabbrica d'Anni, di proprietà dello Slato, è situata lungo la strada Val aerina, a in. 800 dalla porta omonima; occupa un'area rettangolare di m. c270 per 156, chiusa dal lato parallelo alla strada da un grandioso fabbricato, e dagli altri tre da un muro di cinta.
Nell'interno del recinto si elevano i grandi magazzini e le officine, separate da vasti cortili e divisi in due gruppi dal canale dell'acqua motrice, ed esternamente al muro di cinta, lato ovest, si erige un gazoraetro dal quale si ricava il gaz-luce occorrente per alcune operazioni speciali di fabbricazione e per illuminare l'opificio. Il fabbricato principale suddetto è formato di due piani e di un sotterraneo, ed ha verso la strada cinque grandi ingressi, di cui quello del centro 6 il principale e dà adito agli ullici situati nella parte centrale del piano superiore ; ì due medi si aprono in spaziosi atrii clic comunicano direttamente coliinterno del recinto; gli estremi servono di entrata a due caserme stabilite alle due estremità ovest ed est del fabbricato e destinate ad albergare due compagnie, l'ima di fanteria e l'altra di operai armaiuoli d'artiglieria.
Nel pianterreno sono situate le sale di collau-
dazione, sale per deposito d'armi, magazzini per deposito di materie prime e di attrezzi pei laboratori!.
La forza motrice è data dall'acqua derivata dal canale Neri no, poco a monte della Fabbrica. Il canale clic entra nell'interno dell'opificio ha la portata di m. c. 8,500 e 9 m. di caduta ed è capace dell'energia di circa 1000 c. v. Esso è cavalcato da quattro ponti di ferro a traverso l'opificio nel senso della lunghezza del rettangolo, otto turbine, collocate in altrettante camere facenti corpo coi fabbricati delle officine, valgono a dare moto a tutto il macchinismo della Fabbrica (circa 850 macchine). Esse sono del sistema Girard, sette hanno la capacità di 50 c. v. ed una di 80 c. v ; in tutto pertanto 430 cavalli, ossia appena la metà circa della forza disponibile.:
Per entrare direttamente nel piazzale dove si erigono le officine vi sono due ingressi aperti nei muri di cinta ovest ed est, destinati specialmente per dare adito ai carri.
Le officine, in numero di sette, sono collocate in modo da facilitare l'ordine e la successiva progressione del lavoro. Quattro di esse sono situale tra il fabbricato principale ed il canale, ed hanno il proprio asse disposto perpcndicolar-