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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Spoleto 28.»
   Il territorio di Airone è montuoso e in gran parte boschivo. Non lungi dal Comune è una sorgente di acqua sulfurea, contenente acido solfidrico, solfato di sodio, di cilicio, cloruro di sodio, di magnesio, di calcio, bicarbonato di protossido di ferro, ecc. £ utilizzabile tanto per uso interno, quanto per bagno. I prodotti del suolo sono: olio, ghiande e legna da ardere.
   Coli, elett. Rieti — Dioc. Spoleto — I'2 locale, T. e Str. ferr. a Terni.
   Cesi (2009 ab.).— Cenni storici. Il paese vuoisi originato dai ducili di Cesi; altri scrittori lo dicono fondato, o almeno rifabbricato, da Valerio di Aquitania, considerato 1111 personaggio della nobile famiglia Cesi, anticamente partita da Spoleto. Cesi fu sempre capo di mio Stato particolare, detto Terre Arnolfo, da un certo Arnolfo, signore di esse, e governato da un rettore pontificio e quindi questa specie di Stato fu riguardato come parte integrante dei domimi della Chiesa. Il Ilorgia ne parla nelle Memorie isteriche ili Benevento e riporta un brano della Bolla di Martino V (1417) con la quale fu fulminata la scomunica contro gli invasori della città e dominii pontifici e sono tra questi nominati, ducutimi spoletanum, loca ac terras speciulis com-missioiiis Arnulforum. Queste Terre Arnolfe erano dunque paesi e torre poste tra Spoleto ed il fiume Nera, così denominate da Arnolfo, dal quale pure i successori tolsero il nome di Arnolti. Il Contelori, nelle sue Memorie storiche della terra di Cesi, cap. 4, volendo provare che gli Vrnolfi erano padroni di quasi tutto il territorio tra Spoleto e la Nera, si fonda su due donazioni, fatte nel 1003 e 1004, al monastero di Santa Maria di Farfa ed a quello di Montecassino, di metà delle chiese di Santa Maria e Sant'Angelo di Cesi, essendo abate di Montecassino Odorisio dei conti dei Marsi, ed Ugone del monastero farfense. In una Bolla di Alessandro VI, del 29 aprile 1502, sono nominati i luoghi delle Terre Arnolfe. In questa Bolla, il papa vuole che i chierici di Camera reggano e governino Cesi, Portaria e varii altri luoghi e castelli della speciale commissione delle Terre Arnolfe, nella diocesi di Spoleto, e soggette alla Chiesa romana. Dell'antico dominio della Chiesa su questa terra, si ha, che l'imperatore Ottone I donò, a Giovanni XII, sette città del ducato di Spoleto, tra le quali Norcia e Terni e che l'imperatore Enrico II donò il resto del ducato a Benedetto VIII, nel 1014, con altri beni posti al di là dei monti. Furono comprese in questa donazione anche le Terre Arnolfo. Il Contelori aggiunge, che Nicolò III ottenne dall'imperatore Rodolfo I d'Absbnrgo, un diploma, nel 1278, con dichiarazione che il ducato di Spoleto e le Terre Arnolfe erano di assoluto dominio della Chiesa. Nicolò IV, nel 12S9, assegnò una porzione di rendite, frutti e censi del ducato Spoletino e delle Terre Arnolfe, al sacro Collegio cardinalizio.
   La rocca di Cesi fu, un tempo, governata dai Cavalieri Gerosolimitani. Questa rocca, ora abbattuta, fu di grande interesse pei papi ed ebbe non poca parte nelle guerre coi Ternani.
   * * *
   L'abitato sorge a nord-ovest di Terni, a 437 metri sul maro, in piano, allo falde di alto monte (7S7 in.), denominato da alcuni Monte Eolo, noto per le caverne che apronsi nelle sue viscere, dette Grotte Eolie, nelle (piali spira, durante la stagione estiva, un vento fi escliissinio, il quale sotterraneamente si insinua nell'abitato e tempera così il soverchio calore. Tali grotte presentatisi, esternamente, (piali fenditure naturali nel masso del monte. Nelle grotte osservatisi mirabili stallatati, bianchissime, di vago effetto. Le grotte sono ricoperte da erti strati calcarei che formano, in taluni punti, scherzi curiosissimi.
   A poca distanza dal paese ammirasi un cospicuo avanzo di opera umbra, consistente in una grossa muraglia che stendesi all'ovest e che forum angolo retto, sul lato meridionale. In quel punto vedesi una scultura simbolica, priapica, già illustrata