Etruschi russerò un pipila imligono tl'Italia, m»1F M'Osso tempo ftlV-i considera molto delle, loro arti cil istituzioni eooie importale direttamente itali Egillo.
Il ÌNiebnlu fu il primo rilevare elie la popola/ione dell'Ftrnria era di mi carattere misto; c elle in tutte le indagini sulla sua origine noi dobbiamo distinguere fra due ras» diverse, esistenti simultaneamente ilei paese durante il periodo di mi ci è nota 1 istoria.
Di questi due elementi uno è ila lui considerato come, l'elastico, componente il grosso della popola/ione, segnatamente nelle parti più meridionali dell' I trucia. ma ridotto in uno stato di servitù o vassallaggio perché conquistato da una nazione il' invasoci dal nord discendenti in origine dalle montagne della Uezia, E (pesta razza conquistatrice cli'cgli considera quali i veri lìaseui, od Etnischi propriamente detti, mentre il nome ili Tirreni (applicato dai Greci alt iutiero popolo) apparteneva di diritto soltanto alla popolazione Pclasgiea o soggetta. I lìaseui formavano cosi una aristocrazia dominante la quale si fuse però gradatamente in un popolo con la razza soggetta, appunto come i .Normanni ed i Sassoni in Inghilterra (1).
I a teoria di C. 0. Miiller non è infatti che una modificazione ingegnosa della tradizione lidia di Erottalo interpretata in modo da adattarla al fatto (ch'egli ammette col Niehulir e colla più parte dei moderni eruditi) dell'origine pclasgiea di una gran parte della popolazione dell'I.trnria. Egli tiene i Tirreni d'Italia identici a quei Tirreni pelasgici, l'esistenza dei quali come popolo navigatore lungo le isole e le coste dell'Egeo è un fatto attestato da molti autori antichi. Egli suppone (die un corpo di codesti l'elasgi si stabilisse sulle coste della Lidia ove prese il nome di Tirreni da una città detta Timi, e clic, costretto, in un periodo posteriore, ad emigrare, riparò sulle coste dell'Eira ria. ove fondò le città di Tarquinia e di Vgilla ed acquistò tanta ìniluenza da conferire a tutta la popolazione clic vi trovò il nome di Tirreni. Questa popolazione preesistente ci suppone fossero i l'asciti od Etruschi propriamente detti e propende col Xiebuhr a derivarli dalle montagne della Ilezia (2).
Delle teorie più recenti quella del Lcpsius (3) merita speciale menzione. Egli rigetta al tutto la ipotesi di una nazione separata di Rascni e considera gli Etruschi come risultanti da un misto dei l'elasgi invasori con gli Umbri, f quali, secondo parecchie autorità, occupavano prima il paese poi noto col nome il' Etruria.
II risultato delle indagini libdogiclie fondate sulle iscrizioni etnische conferma validamente quello dtdle recenti nvestigazioni storiche. I.e une e le altre concluderebbero clic gli Etruschi erano un popolo misto; clic il grosso della popolazione, deli'Etruria meridionale almeno, era una razza l'elasgica strettamente affine al popolo clic, formava il substrato della popolazione m i Lazio e in tutta Italia meridionale e che pare fosse la più culla delle primitive razze italiane ; ma che questo popolo fu sottomesso, prima del periodo in cui comparisce nell'istoria romana, da ima razza più guerresca dal settentrione che stabili il suo dominio sulla popolazione preesistente che ridusse alla condizione servile.
I conquistatori conservarono la lingua loti* propria, però non senza modificazioni, in uno con le loro istituzioni sacerdotali ed aristocratiche, appropriandosi net! istcsso tempo e in gran parte le arti e la civiltà del popolo che avevano conquistato.
Eli terzo elemento clic non vuoisi pretermettere nella popolazione, dell Finiria era quello degli t mini, ; quali, secondo In tradizione generale dell'antichità, erano gli abitatori originali di questa paite d'Italia (-f). Sono generalmente rappresentati come sottomessi oil espulsi dagli Finiscili, ma Plinio dice che furono cacciati dai Pelasgi e questi, alla far volta, dagli Etruschi. In ambedue i casi male si può supporre che l'intiero popolo fosse espulso o sterminato ed liavvt motivo di credere che gii Enibi'l sottomessi continuarono sempre a formare un ingrediente ragguardevole nella popolazione dell' Ktrnria settentrionale come i Pelasgi nella meridionale (5).
(1) XiEtsnm, voi. I, pp. 100-112; Lect. nn Unni. Tfhfoiy, voi. i. pp» 57-07.
(2) Moller, Op. cit., voi. I, Einteit., c. 2; Ihtnirien in A7. Sdir., voi. I, pp. 136-140.
(3) Tyrhrmseht Pelasger in ìitrurim, Lipsia 1842.
(4) Pli.n., ni, 5, s. 8, ecc.; .Willem, Op. cit., voi. i, p. 102.
(5) LtP.sics, Op. cit., pp. 27-3-4.