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l'arie Terza — Italia Centrale
I periodi e le circostanze di queste migrazioni c conquiste successive sono aflallo ignoti Ella nico (1) rappresentò i Pelasgi come invadenti dal seltentrione il paese detto poi Tirrenia, e, con la prima sededcl loro potere a ('l'olona (Cortona) donde allarga rousi a grado a grado sull'intiera legione. Non vi può esser dubbio che la stessa via fu battuta dagli invasori posteriori, i ISaseiii. Ma è notevole, dall'altra parte, che esistono numerose tradizioni e leggende mitiche le quali accennano all'opposta direzione e rappresentano il mezzodì dell Ltruria, segnatamente Tarquinia, quid centro donde emanò tutto ciò che aveavi di particolare nei riti, nei costumi e nelle istituzioni elrusche (2).
II nome di Tarquinia stessa e quello del suo eroe eponimo Tardimi, fondatore, secondo alcune relazioni, delle 12 città dell' Elruria (3) presentano forti analogie con quelli dei Tirreni e di Tirscno. Godeste tradizioni furono adoperate di frequente come argomenti per diuiostiare che lii popolazione Pelasgica o Tirrena giunse per mare e si stabili primamente sulla costa donde estese la sua influenza nell'interno.
Ma noi sappiamo clic i Tirreni erano sparsi, in un periodo primitivo, lungo le coste del Lazio e della Campania del pari che lungo quelle dell'Etrnria : e nulla v'ha dImprobabile nel fatto che i loro stabilimenti, in un tratto di paese marittimo e fertile, fossero realmente i primi a raggiungere quel grado di cultura e d'incivilimento, che divenne comune da ultimo a tutte le città elrusche.
La differenza di queste due classi di tradizioni accennanti a due diversi luoghi qual culla della politica e delle istituzioni nazionali elrusche può per avventura derivare dalla combinazione di due clementi nazionali nel popolo designato collettivamente come Etruschi o Tusci dai Romani e come Tirreni dai Greci. Ma è impossibile per noi separare nelle tradizioni storiche o leggendarie la parte che si riferisce agli Etruschi propriamente detti, da quelli! che spelta alle razze Tu rene o l'elasgiclu La stessa difficoltà si affaccia, rispetto ai loro sacri riti, alle istituzioni politiche, alle arti, alle usanze e ai costumi.
La connessione dei Raseni, o della razza conquistatrice degli Etruschi, coi Rezii o lieti, ammessa cosi dal Niebuhr come dal Mailer, fondasi principalmente sull'autorità dì un passo di I ito Livio in cui si dice che le nazioni alpine, i Rezii segnatamente, erano indubbiamente d'origine toscana, ma avevano perduto la loro antica civiltà per la natura del paese, conservando soltanto il linguaggio, e anche questo assai corrotto (4). Lo slesso dicono Plinio (ini 20, s. 24) e Giustino (\x, 5) ì quali aggiungono che i Rezii furono ricacciati nelle montagne.
Un autore moderno, lo Sleub (5), ha tentato (non al tutto senza successo) di dimostrare la stessa cosa mediante l'esame dei nomi locali vigenti tuttora nel paese dei Grigioin e nel Tiralo; e parecchi filologi considerano i nomi di Rezii e Raseni come connessi fra di loro.
Ammettendo la correttezza dell'asserto di Livio (il quale come Padovano poteva essere bene informato) che i Rezii parlassero realmente un linguaggio strettamente aflìne a quello degli Etruschi, è certamente probabilissimo clic l'attinenza fra di loro fosse il rovescio di quella affermata da Plinio e da Giustino o che dalle Alpi Uezie gli invasori Raseni fossero scesi nelle pianure della Italia settentrionale, donde inoltraroiisi iiell'Etruria propriamente della. Quest'ipotesi non implica però che le Alpi Rezie fossero la loro sede originaria, ma solo clic da esse scesero primamente ad invadere l'Italia.
Tre archeologi contemporanei, il lìrizio, l'Ilelhig e l'Undset, hanno pensalo di irar profitto dalle vaste scoperte degli ultimi lustri e di coordinarle pei: la soluzione del problema delle origini etnische. Noi non possiamo naturalmente seguirli nelle loro lunghe elucubrazioni e ci basti il dire che anche essi riconoscono negli Etruschi, non già una popolazione pura, si una mescolanza di varie genti, una delle quali costituita dagli Umbri.
(1) Ap, Diottgs., i, 28.
(2) Muli.br, Up. cit., voi. r, pp. 72-73.
(3) Strais., v. ]>. 219.
(i) Liv., v, 313.
(5) Valer die Vrbncohner fflitftlrims. Monaco 1813.