10 l'arie Terza — Italia Centrale
pare separala, e lo, forzo combinate degli altri Etruschi furono sconfitto da Q. Fabio Massimo sul lago Vadiiumie— battaglia che, al dire di Invio (ix, 31.)), diede il primo colpo decisivo all'antica potenza didl Firuria.
Il progredire costante delle armi romane, è segnato nello cainpague successive dalla circostanza clic le loro vittorie firmi vinte presso Kosclle e Volterra — luoghi assai avanzati dalla scena delle loro guerre primitive.
Seguì nn breve periodo durante il quale; gli Etruschi e gli Umbri unironsi ai Sanniti ed anco ai loro antichi nemici, i Galli Semini, contro la potenza crescente di ISoma ; ma vani furono i loro sforzi e due granili sconfitte delle forze combinale itila a Sritliimm ìielì'fjmhria nel 1S>5 av E., I altra nel 283 av. E. sul medesimo lago Yadinione ch'elei già riuscito si funesto agli Etruschi pare schiacciasse finalmente la potenza di questo popolo.
Esso era però sempre iu anni due anni dopo quando il console 0. Marcio filippo celebrò per l'ultima volta un trionfo sopra gli Finiscili in generale (1).
L'anno seguente(281 av. C.) i Volsinii e i Vulcienti soli protrassero la lotta or disperata e furono sottomessi da ultimo. Ma nel 205 av. C i \olsinii diedero ancora una volta di piglio alle armi ; e quantunque codesta lotta pare originasse dalle discordie civili nella lor propria città, corretta probabilmente è l'asserzione di Floro (i, 21) ch'essi furono gli ultimi di tutti gli Stati italiani che accettarono la supremazia di Ruma. Codesto evento occorse l'anno innanzi al principio della prima guerra l'unica. Le eause che trassero i Falisci, i quali erano rimasti per si lungo tempo in buoni termini con Itana, ad impegnarsi ni una lotta disperata con questa potenza formidabile dopo la line della guerra con Cartagine (2il av. C.) ci sono ignote all'atto (2).
;ì. 1 Etiuuìia sono i Iìom.vm.—Non possediamo la storia particolareggiata degli ultimi .nini della lotta fra l'Etruria e Rom;t di cui abbiamo ricapitolato più sopì a gli eventi principali : e siamo quasi del tutto al buio circa le condizioni alle quali le varie città si sottomisero, circa le successive loro relazioni colla Repubblica dominante.
(die queste condizioni fossero favorevoli in generale e che le città etnische si trovassero, la più parte, in una situazione più privilegiata della generalità degli Italiani, si può inferire da \arie circostanze. Nella seconda guerra l'unica esse restarono fedeli ai Romani, anzi furono le prime nelfappruv ugionarc volontariamente la squadra di Scipione; e riguardo a ciò se ne parla dagli storici in modo che indica chiaramente la loro situazione semi indipendente (3).
E probabile clic la maggior parte di esse conservassero il grado di città alleate (eivilrtlfs f«ede-ruhie). Colonie romane furono stabilite soltanto nel mezzodì dell I tnnia ; inoltre a Pisa e a Lucca (i), coli intento evidente di servirsene, contro i liguri piuttostnchè con quello di contenere gli Etruschi slessi.
E quindi errore madornale suppori e, come hanno fatto parecchi sciiiteri, che la conquista romana ponesse line all'esistenza nazionale dell' Etruria: i suoi abitanti conservarono sino ad un assai più tarilo periodo il loro linguaggio, le loro arti, i loro riti ìeligiosi e le loro particolarità nazionali. Le vicinanze immediate della città imperiale furono, senza dubbio, romanizzate di buon'ora, ma non fu che verso la line della Repubblica clic la stessa trasformazione fu estesa alle parti più discoste delPEtruria
Ci,j Etruschi furono ammessi alla franchigia romana ncll'81l av. C.: essi non avevano preso parte alla ribellione generale degli Itali ani nell'anno precedente, ma, dopo che la guerra fu continuata per oltre un anno, la loro fedeltà cominciò a vacillare e i Romani allVcitaronsi a prevenire la loro defezione accordando loro i pieni dii itti di cittadini (f>).
Nelle guerre civili di Mario e Siila gii Etnischi furoii de'primi a sposare la causa di Mario e gli si mantennero fedeli lunga pezza dopo ché il rimanerne ile' suoi partigiani eiano stati sottomessi; la
(1) De ICtrusceis Fusi. Trìutnph.
(2) Liv., Epìl., xix ; Ealrvp., li, 58.
Liv., xxvin, 4-5.
(4) Liv., xi,, 43, ecc.
(5) Appiano, lì. C., i, 49.