10 l'arie Terza — Italia Centrale
ricorda siili!?» F degli Scandinavi (I); e gran parte del fosco culto delle deità infernali, rlic torma tanta parte della religione etnisca , presenta una granile somiglianza con la mitologia nordica (2).
4. Ma per quanta estensione si possa concedere a queste ultime futili, un'iiillueiiza assai maggiore fu esercitala dall elwiiinlto pelasgico del popolo etrusco. Con ogni ragionevole concessione .illazione delle idee, elicmi he posteriori, e segnatamente ali introduzione nelle opere artistiche di deità straniere e di un ciclo diverso di mitologia, rimano sempre ima somiglianza fondamentale col si,stema religioso dei Greci primitivi, che male si può spiegare alti iinciili che riferendosi ad una connine origine pelasgic i l'alia medesima fonte derivò probabilmente molto di ciò che noi troviamo comune agli Etruschi meridionali ed ai loro vicini nel Lizio.
Delle Deità speciali adorate dai Toscani le più importanti erano; Tinti o Tmia, corrispondente al Giove latino; Capai elicerà identificala con limiione; e Minerva, il cui nome era identico nel linguaggio toscano e leggcsi sui nionnineiili etruschi comi Ucuetfit,
Questo tre dei la pare fossero considerate quali Dei pi mcipali, ili che leggiamo che ogni città etnisca aveva tre tempii sacri ad esse (coni era il caso nel Campidoglio ni Iloma) e Ire porte col loro nome (II).
Oltre codeste troviamo particrianueole mentovate quali Deità etruschi] e con nomi di origine chiaramente etnisca Verln/mim, il cui cullo pare predominasse particolarinento a \o,siuu timido fu trasferito a Iloma; iW/m, la Dea etnisca della Fortuiti, adorala anch'essa a \olsinii identica forse alla Fortuna d'Anzio e a quella Frenesie; e Yolhimmi, il cui santuario era il convegno di tutta la nazione etnisca.
A queste Deiti voglltfnsi aggiungere, parte per milizie d'antichi si ultori e parte pei iiioiniiiieuti esistenti Vulcano, il cui nome eli usi», come apprendiamo dalle opere d'arte, era Srthloiis, oggelto speciale di adorazione a Perusci ; Mercurio, detto dagli Finiscili Tnlmst, nume di occorrenza frequente sugli specchi ; Venere, anch'essa sugli specchi, sotto il nome di Tm'nti 1 tmlw, probabilmente nome genuino etrusco ed ima delle principali Deità infernali; Ycdìns, o Yejoris, anche essa potenza infernale; Snnimtniits, Ilio del tmino notturno ed uno ilei reggitori delle ombre. Questi due ultimi numi sono latini e forse le Deità stesse appartengono propi lanieule ai l. i/.io.
Ancharia, ch'era la Dea lutcl-ire di Faesidae e Ilario, che diede il nome a Urte presso le i olici del Soralte, sono ajipareiileinenlr mere Deità lucali, ina di nativa origine I nscana.
Apollo ed Ercole— i cui nomi sono inscritti sui bronzi etruschi Aphi rad ,1 /ih/», ed Ilerecle od Herck parrebbero Deità straniere clic inni avevano posto iu origine nel sistema mitologico (lelfFtruria, quantunque il loro rutti» si fosse, ni un perniilo posteriore, tu gaiiienle ifitllHn in quel paese; e lo slesso era anche più chiaramente il caso del lìacco greco, pianUiuque vi fosse una Deità etnisca, di nome l'ìniplilmis, con cui pare fosse ideutilicato o conliiso.
Dall'allra banda, Usil (Sol), il Dio del Sole, e Lo$tm o la lama, avendo nonii natii, ciano anche probabilmente genuine Deità eli usclie.
Il culto ili .Itiiws a Falerii, di Siimmm e di èmm a Caere, di Snhinius a Saturnia filetta dai Toscani Aurinin) è anche attestato dagli scrittori romani ; ma i nomi etnischi ili queste Deità ci sono ignoti.
Oltre codesti nomi di Deità individuali ci furono preservate alcune poche notizie più generali della mitologia elrusca che poi tano più distintamente lo stampo del suo particolare carattere nazionale. Tale si è quella clic, in giunla alla Deità suprema, lima o Giove,«ranvi altri dodici Dei, sei maschi esci femmine, i cui nomi proprii erano ignoti, ina che noni,mimi collettivamente Un Consentisti formavano il Consiglio ili Tiuia, erano considerati come presiedenti alle potenze della Natura e non eterni, ma destinati a perire in qualche tempo avvenire con l'ordine naturale di cose a cui presiedevano.
(1) mutteb, Op. «8 voi. il, p. 81; Donaldson, Varronhinus, p. 151.
(2) Gerhard, Die GoUheilen der Wtriiskei', p. 17.
(3) Servio, ad , 422.