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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   t/Elruna antica
   •19
   Nonostante! rhsserziotw clic i loro veri nomi erano ignoti, le più ,iolenti Deità prediale pare l'ossero generalmente annoverale, fra i Dii ('imxeiitrs (1).
   Ma superiori a tulle e a 'l ima stèsso erano perle l'eilà misteriose, delle Dii Involtili, analogln. a quel clic seuilira, in cerio qual modo ai l'ali, i quali eseivilavnno mi sindacalo irresistibile. siigli stcss Dei, inenlre i loro proprii nomi ed attributi riiiiancvaiio sconosciuti (2).
   l'ii'alli .i classo ili Deità espressniiienlc attrilniila alla l'eligione. etnisca erano i Dii XatvnMles le nove Deità a cui soltanto era dillo balia ili scagliare i fulmini.
   D'origine puramente rtmsea era anche la dottrina dei (Venii, occorrenli si ili frequente nella refi gione roin,ma, quantunque non si conosca il vocabolo etrusco corrispondente al Genius latino. In quella guis;j che il tìenio era lo spirito tutelare d'ogni individuo, cosi i Lari, della casa e della faiiiglia; la panda lai- è iudubilabilmeiile etnisca e il lièto, tt ì.ura, specie di Ccitio assistente rappresentalo spesso nelle opei'e d'arie ni forma di donna alala sembra connesso alla medesima nozione.
   Codesta idea di lina classe ili esseri inlcrnicdii, inferiori ai veri Dei, ma agenti immediati e controllori degli attiri dell munii genere (sviluppali imporfellaniente nei Demoni greci) pire infoi'* m.isse l'intiero sistema religioso degli Ktinselli, Essa ricouiparisee nei loro concetti delle ,iolenze, infernali, ove troviamo, oltre il losco Manin (il Plutone (lidia loro mitologia) e la rorrispondrule Dea femminile Vaniti, la classe numerosa dei Dii \fttnes equiparai1 appropriatamente ai Lari e ai (lenii del inondo -upei iure (3). Il nome di Uunes è probabilmente latino, ma il cullo ili essi prevaleva sicnrameiilc ìieU'Elniria. .Nelle opere d'arie etnisca abbondano di rappresentazioni ili spirili o furie infernali, talora iu lignia ili donne alale ed annate di serpenti e talvolta sotto le forine più schifose ed orribili ; una fra esse, di solilo in alto ili brandire un gran martello e rappresentante, a quel che sembra, il meriggici e infernale, reca iu parerehi esemplari il uomo greco di Carolile (\ XI'YN), prova evidente, della mescolanza mitologica Ira le due nazioni.
   In altre opere ajlislicjte noi limiamo ! geiluiifl nomi etruschi di leinth. Memi, Sneimlli, Nollutm e ìfmilkutk) applicali lutti a Deità d potenza sconosciuta, ma, per filanto pare, Deità del lato o del Destino (ì).
   La religione etnisca era particolarmente caratterizzala dal numero e dalla minuziosità delle funzioni rituali, e segnatamente da quelle che riferi valisi ai vari modi di divinazione. Quindi ¦prima viene qualificata da Iruohio (vii, 2C>) tjenilrix et mnler su persi il ioni:?. Interpretare la volontà divina e stornare la collera divina erano i lini clic pioponevaiisi le loro varie cerimonie religiose; e i modi di far ciò costituivano quel clic i Domani chiamavano ilistiplina l'irusea.
   Secondo la tradizione natia codeslo sistema era slato primamente rivelalo ila un giovine miracoloso b nome Taijes, i! quale balzò fuori della ferra nel Icrrilorio di Tarqninii ; si dilfuse di là per tulli i dodici Stali dell'Etili ria, ove fu conservalo e trasmesso dalle famiglie dei 1 ncninoni o Capi nobili (.r>).
   Molti dei regolamenti di questo sistema religioso furono scritti —«in Icnipi posteriori almeno — ma molli anche tramandali per tradizione orale; e il possesso esclusivo di questi precelti — senza dei (piali non polevasi compiere alcun allo pubblico e politico — era uno dei maggiori strumaiiti ili pulcrc nelle man dell'aristocrazia sacerdotale dell'Eli uria. Quindi i giovani nobili erano adde--trali. con un lungo corso ili stilili il possesso di questa facoltà ereditaria; ed anche dopo la sollo-ui sione dell'Eiraria ai Domani, fu credulo necessario provvedere con rcgolainenli speciali alla sua perpetua zio® (ti).
   (1) Varr., Ile RuM., i, 1 ; Moller, Op. cit., voi. il, pp. 81-8G; Gerhard, Op. cit., pp. 22-23.
   (2) Al',.sdì:., iati-, Xat., ili, 40; Se.nkca, XiU. Qiiurst., u, 41.
   (3) Serv., mi Kn., in, fi3, ecc.; Gerhard, Op. cit., pp. 13-10.
   (4) Per particolari ulteriori intorno il sistema religioso desìi Etruschi, si consultino Moller, Etrtmki-r, voi. ir, fili. 3. capi 3 e 4, e sopralutto Gerhard, Die Gottheiten dee Etruxkcr (Le Deità degli Etruschi), Berlino 1S47.
   (5) Cic., De dir., n, 23; Ce.nsori.no, 4, § 13; Festo, v, Tayes; Locano, i, 036.
   (6) ClC., De dir., I, 41 ; D: Icj., il, 'J ; ad Mmi., vi, 0: 'l'AC., Ann., XI, IT).