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l'arie Terza — Italia Centrale
I modi principali di divinazione erano tre:
ì. Per mozzo dell'augurio o dell'osservazione del volo degli noeelli, usanza conili» a tutte le nazioni primitive, d'Italia, del pari i lio (però in minor grado) ai Greci più antichi.
2. l'er mezzo dell'ispeziono delle viscere, delle vittime, modo famigliare, anche ai Greci e. praticato da altre riazioni italiane, ma che pare fosse riddilo ad una forma più sistematica e ad nn corpo regolare di precetti dagli Finiscili più che da qnal si voglia altro popolo. Perciò noi troviamo i Romani a consultare gli Aruspici Etruschi io tutti i periodi della loro storia (1).
3 La divinazione dal tuono e dalla folgore, era più particolarmente etnisca delle due precedenti. I suoi principi! erano esposti in corti libri detti Libri [nìipirulcs e. ìmih'iuilex, i quali paro
esistessero ancora al tempo di Cicerone (2); od alcune dello numerose; distinzioni che stabilivano fra le varie specie ih fulmini (undici in totale) ci furono (malandate (•'<).
Ma questa dottrina, come la più parie, delle consimili, pare contenesse molli segreli ed astruserie e ciò formava parte della suddetta disrijilinn Etnisca trasmessa per (l'adizione. oralo e spesso ereditaria.
Anche sotto I Impero romano l'arte degli Aruspici pare rimanesse prinripalmenie in mano agli Etruschi, ma era venuta in grande discredilo, c, quantunque l'imperatore. Claudio tentasse ravvivarla, come loggianin in Tacilo (.1), cadile a grado a grado sotto il pubblico disprezzo, si (die l'Aruspice toscano fu consideralo, coinè l'astridogo Caldeo, quale un mero impostore volgare. La superstizione slessa conliiuui però sino agli ultimi tempi dell'Impero, ed è mciilovuta nel -i08 dell'ara nostra durante le guerre di Alarico io Italia (fi).
Vili Arti e scienze degli Etruschi. — Gli i specialmente dai monumenti csistenii tuttora o dalle, opere d'arto scoperte iiell'Ftmria clic si formò nmdcrnafflcnlc un'alta, ed m corto grado esagerata, opinione (lolla civiltà degli antichi Etruschi Ala tutte le relazioni concordano nel rappresentarli coinè il popolo di gran lunga più culto e più raffinato delNlalia antica e dedito particolarmente alla pralica delle arti e, della mano d'opera di varie specie (fi). Dagli f iniscili confessano gli slessi Romani aver derivato molle arti ed invenzioni per i comodi e por le agialezzc della vita sior-naliera, del pari clic, molti oggetti ili lusso e magnificenza,
A quest'ili li ma classe appartengono gli abbigliamomi ornamentali indossali nelle processioni trionfali cosi dai re coinè dagli altri magistrati principali di Roma — la Tona pirla, la l'rticlr.rht, la llalla d'oro, la Sedia amili- fymio, ecc. (7).
Gli oggelli numerosi di caratlere ornalizio rinvenuti nei sepolcri etnischi confermano pienamente le tcsiinionianzc degli amichi scrittori risguardanli la biro perizia in qucsin ramo dell'arte, niciilrc
(1) Liv., v, là, ecc.; Ciò, Cai ili. S; De dir., il, 4; Li:cano, i, 5S4.
(2) Cic., De dir., i. 33; Luciti-;/., vi, o80.
(li) I'un., il, 52, 53.
(1) Ann., xi, 15.
(5) /osivi.. \ 41
(0) atk.n., vi, !.. 7(10; kiiaclo.. 1f>.
(7) Diod., v, 40; Flor., I, 5; MacUOIì., Snt., 1, 6; Liv., l, 8.
Fipr. 1. — Casa etrusca.