Gli Apennini
Polibio estendo gli Apeuniii liuti «jtiasi in vicinanza di Marsiglia, si elio vi comprendeva lutta quella porzione delle Mpi Marittimo che corre lungo la costa a ovest di Genova nella Liguria Occidentale (la cosi detta Cornice) ed a lidie oltre Nizza Marittima.
Miri scrittori l'issarono il porto di Ilereules Uonoeeus (Monaco) come punta di separazione : invece Strabene estende il nome di Alpi Marittime a est sino a Vado e dice clic gli Vpeniiini incominciano intorno a Genova : la sua distinzione concorda coll'tiso dei lìomaii i quali applicavano il nome di Alpi Marittime alla contrada degli Inganni sopra Allieuga (1).
La slessa distinzione a un dipresso fu, come già abbiamo visto nella descrizione delle Alpi* adottata dai migliori geografi moderili, i quali hanno considerato gli Afteiuini come uicoiuhicianli in ùcinairza di Savona, alle cui spalle la catena immediata ò si bassa che il valico fra questa città e Carcare nella valle della lìorunda non ollrepassa l'altezza ih 150 metri Tale divisione venne anche ili recente sanzionala dal Congresso geografico di Genova del 18!):!. Ma il limite deve in ogni caso essere considerato come arbitrario non v ha interruzione reale nella catena.
Quasi tutta la massa degli Apennini consiste di calcari seconda ri i le roccie piti auliche nini Compariscono che nella porzione più meridionale della giogaia, cioè in Calabria, hi quale, nella sua struttura geologica e ne' suoi caratteri fisici, presenta un'analogia assai maggiore con la catena nel nord-est della Sicilia che col rimanente degli Apciiuini.
Le creste più eccelse della catena sono nude roccie la più parte; nessuna di esse giunge a (ale altezza da essere coperta di neve perpetua ; solo affermasi che la si Irovi per tutto l'anno nelle rughe e cavità della Majellu e del Gran Sasso. Mi tutte le più alle sommità (inclusive il Velino e il Terminillo visibili ambedue da llonra, ai primi di novembre si coprono di neve, la quale non si squaglia uè scomparisce d'ordinario prima della line del maggio. Non esagerò dunque Virgilio in quei versi dell'A'/im/e, che abbiamo preso ad epigrafe.
I fianchi e i bassi sproni delle più alte montagne apciniiniclic sono sempre in molli luoghi vestiti di selve, ina è probabile che anticamente queste fossero assai più estese (2): è nolo clic molte regioni, spoglie ora intieramente d'alberi, erano coperte, nel medio-evo, d immense foreste. I pirli non s'incontrano che nelle sommità più alte : più al basso trovatisi boschi di quercie e di faggi, mentre ì castagni e gli elei vestono i bassi decimi e le valli.
Le regioni montane e i distretti più nordici del Sannio porgono, nell'eslale, ottimi pascoli al bestiame grosso e minuto; e sono frequentati non solamente dai pastori locali, ina anche da quelli dell'Ai ulia, i quali spingono annualmente i loro greggi ed arménti dalle loro aride e polverose pianure nelle alle valli dei vicini Apennini (11); e cosi fanno ambe oggi, godendo i Iradiziunali diritti di passaggio e di pascolo nei trattini del Tavoliere di Puglia, 1 medesimi distretti produce-vano e {traducono, come la piti parie dei pascoli montani, anche nell'antichità, formaggi squisiti (¦!).
Del resto troviamo pochissime notizie, ili qualche altro particolare prodotto indurale degli Apeu nini. Dice Varrone (5), che le capre selvatiche (sotto il qual nome egli intende probabilmente o una specie del Mufloné di Corsica o il Completili o Ibcx, animale ili cui non trovansi più in Italia die rarissimi esemplari sulle Alpi nelle riscrvatissìuie caccie reali) erano sempre numerose sui monles Fiseellus e Tetricus, due delle più alte eresie della giogaia.
Cosi pochissimi itomi distintivi di montagne o sommità particolari degli Apennini ci furono trasmessi, quantunque sia probabile clic, pure anticamente, quasi ogni montagna cospicua avesse il s>uo speciale nome locale.
II suddetto mom Fiscelhts di Varrone e di Plinio» il quale conteneva, a detta del secondo, le sorgenti della Nat (o Nera), è identificato da questa circostanza coi monti della Sibilìi o Sibillini, nello \pennino Umbro e sulle frontiere del Piceno.
(1) Liv., xxviil, 46; Tao., Ilist., il, 12.
(2) PU«., xxxi, 3, 26.
(3) Varr., De Re Unsi., li, 1, § 16.
(4) Puh., xi, 42, s. 97.
(5) Op. cit., il, 1, § 5.