ili ferie Tci'Zii — Italia Centrale
Il moM T&rìcm (ili Bii parla Virgilio noi vii dèli Eneide, là dove dire Tetriai horreules rapes) deve essere in (jnei dintórni o porzione forse del medesimo gruppo, ma non si può identificare distintamente, più che, non si possa il monis Severus dallo stesso Virgilio assegnalo altresì ai Sabini,
Il mima Ciimurux nolo soltanto da Servio (I), che hi chiama una montagna noi Piego, fu supposto dal Oliverio non possa esser allro che il (irati Sasso d Italia, ma questa i un i mera cuiigetlura; risiionderebbe piullosto al monte ('.omero presso Ancona,
1 Curyares triti intinteti di Varronc(2) pare fossero iu vicinanza di Iiicti.
Tulli questi alti monti si possono ritenere appartenenti alla gran catena centrale Vpeiniiiiica : poeto altre montagne minori sono ricordale, per la loro vicinanza a Ilenia o pei* altre cause accidentali. Tali l'isolato mons Soracte, il mons Ijicretilis (ora molile Gennaro) ima delle più alte vette degli Apennini romani, dominante le pianure Laziali, il Coitilo sopra Tivoli (lutti e Ire accennati da Orazio), il Circeo già isola omerica diventata poscia, come VArgentario, 1111 promontorio; tra le foci del Liri e del Volturno il Messico, di cui il vino gareggiava di riputazione col Falerno; il mons Tifata (molile di ÌMaddaloni) presso alle pianure della Campania e il mons Calliculu, sulle frontiere della Campania e del Sannio, ambedue celebri nelle campagne di Annibale; e il mons Talmnnis nel territorio dei Sanniti Caudini, presso Iìencvento, detto sempre monte 'laburno.
Nelle regioni più meridionali degli Apcuilini noi troviamo fatta menzione del mons Albnritiis (monte Alburno 0 più comunemente monte di Postiglione, fra il Tanagro e il Calore), del mons Mpoltineus (inolile Pollino) e della Siiti nel l.ruzio clic conserva sempre il suo nome, Il mons Vnìlnr e il Gnrgamis, 11011 appartengono geologicamente agli A perni: ni.
I valichi degli Apemniù 11011 hanno 1 importasi di quelli delle Alpi. Nella parie selleiilrionale, dalla Liguria all'Adriatico, le strade clic traversavano la catena passavano, coinè oggi ancora, sui nudi gioghi piiillosloché lungo le valli c 1 letti dei limili, I soli pericoli di codesti valichi provengono dalle tempeste violente che v'infuriano nel verno celie in un'occasione respinsero Annibale: la viva descrizione falla da l ito Livio è, giusta le testimonianze moderne, poco 0 punto esagerala (3).
I valichi ne! più alli Apemiiiii Centrali sono segnati più forleuieiile dalla natura ed alcuni di essi dovevano essere frequentati da tempi antichissimi quali linee naturali di comunicazione. Tali sono particolarmente il valico da lìeate (lìieti) pei fnterocrea (Anlrodoco) alla valle dell'Aterno e di là a 7Vo/e (Cliieti) ed alla ialini; e la linea della \m Valeria dall'alta valle dell'Anione al lago Fucino e di là, attraverso il valico del mons Iniciis degli Itincrarii (forca Caruso) a Con fifflum (presso l'enti ma nella provincia d'Aquila).
II Gli Apennini odierni — Dividousi in tre sezioni \jieflniutf Set lenì rionale, Centrale e Meridionale.
i. L'J penniim Set leni rionale, che, dalla Bocchetta d'Aliare presso Savona, ove tocca gli sproni più orientali delle Alpi Liguri (a -150 metri), giunge sino ad Urbino, è lungo circa UGO chilometri, con una larghezza media di 70, c tiene generalmente 1111,1 direzione est-sml-est. La sua porzione più occidentale, bagnala in ampio arco (liti Po e separata dai limiti orientali delle Alpi Cozic e Liguri dalla pianura ih Cuneo, viene detta Apatiti no Ligure.
Le ninulague dietro Genova sono di un'altezza assai moderala, ma in segnilo la catena acquista rapidamente 111 altezza del pari che in ampiezza e slemlesi in una gran massa ininterrotta quasi 111 linea retta l'indiò si approssima alla costa dell'Adriatico.
In tutta questa parte del suo sviluppo la catena forma il limite meridionale della grande pianura dell Italia Settentrionale che stcndesi dal piede degli Apennini a quello delle Alpi» Le sue più alte vette raggiungono 1 altitudine da IMO a 2160 metri, mentre la media altezza varia fra MS e 121C>.
La catena principale, clic s'inizia come fu detto ai passo di Altare, è primieramente una catena costiera, la quale, a nord di Gettava nella lìocchetla e lungo la ferrata da Genova ad Alessandria,
(1) Ad Ain., x, 185.
(2) Op. cit., 11. 1, § 10.
(3) Liv., xxi, 58 ; Niebohr, Voi lriUje ilber Alte Lander, p. 330.
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