10 l'arie Terza — Italia Centrale
Un'altra parli col a ri là degli Apenniui si die le sommità più eccelse formano di rado un giogo continuo o connesso di granile estensione, essendo spesso i gruppi più alti separati da gioghi di altezza relativamente piccola, il che forma per conseguenza valichi naturali a traverso la catena. Invero le due montagne più alle, il (Iran «S'osso e la Majcllu, non appartengono menomamente alla giogaia centrale o principale degli Apfiiniili, dov'essa si calcoli nella maniera usuale lungo ia linea di displuvio fra i due man Via via clic gli Apeiiuini discendono negli Abruzzi diminuiscono di altezza, ipiantiimpie l'orni,mti sempre un'ampia massa di montagne, di forma e struttura irrcgolarissimc.
Ita nmnlc ìXrronc (1527 metri.), presso le sorgenti del Alelauro alla valle del Sangio, la calcila principale degli Apcniiini collimila assai più prossima all'Adriatico che al Tirreno, in modo die unii sii ìscta assai angusta ili bassure intercede Ira il piede delle montagne e il mare dal lato orientale, laddove nell'occidentale I intero ampio tratto della Toscana e del Lazio separa gli Apeimirii dal l'iireiio 11 versante tirreno è però interrotto da molli rami minori di colline ed anche da montagne di altitudine ragguardevole (come il monte Annoio a 175!i-metri presso Dadicnfani), alcune delle quali si possono consideiare quali dipendenze degli Apenniui, iiienlre altre sono d'origine vulcanica e indipendenti intieramente da essi.
A quest'ultima classe appartengono il monte Cimino (IDllì metri) e i colli Album ('.li!) metri): invece la catena dei Yolsci (ora monti i%jmi)f che separa le villi del Sacco e del Liri dalle Pabuli Pontine, appartiene per ferino al sistema degli A pennini, i quali scendono qtn di bel nuovo alla spiaggia del mare occidciilale fra Terracina e Gaeta
11 vaimi di Fabriano è ora il più importante nell'Apcniniio Centrale, come quello che è attraversalo dalla ferrovia Aneoiia-Iìonia.
A sud di Norcia incomincia il gran quadrilatero montagnoso degli Abruzzi, la pai te pm eccelsa degli Apenniiii. Catene calcari parallele nella direzione principale della giogaia comprendono la lunga valle del Buine Atei no e Ezio, il quale, proveniente da nord-ovest e sud-est, si unisce presso Popoli al terre Pescara. La catena nord-est incombici»co) Pizzo di Sevo (2122 metri) e piega presso le fonti del Vomaiio a sud-est. Là, presso Aquila, drizzasi sino a 2921 inetti il nudo Ci.m Sasso d'Italia o inolile Corno, la vetta apeiiniiiica più alla della Penisola.
Alla gola dei Tre Monti, attraversata dal Pescara, la catena piega a sud. Appartici! ad essa fra Sulmona e la costa Adriatica, la poderosa enorme massa montana della Majella, la cui velia suprema, monte Amaro, levasi sino a 2795 metri, e i cui declivi si avanzano verso il mare. L'altra catena parallela è annessa alla prima a est ili Norcia, ergesi nei Puzzoni a 1912 metri e nelle montagne del Velino (sino a 2187 ni.), e collegasi di bel nuovo, per mezzo dell'altopiano di Cinque miglia, con la catena precedente. Ad altra catena laterale appartiene il Terminillo (22151 ni.) presso Leonessa.
Il termine meridionale del sistema Abruzzese forma la Meta (2241 metri). A ovest dd Terminillo steudesi la piccola superba pianura ili Mieti, a occidente della quale sorgono i monti Sabatini, o Sabini, che formano il transito alla bassa legione occidentale. A sud del Sacco svolgonsi le catene dei nienti Lepiui o Yolsci accanto alle Paludi Pontine sino alla foce del Cai igliano, culminando nel monte Capi io (11)90 niell i).
3, L'Ajiennino Meridionale, con una lunghezza di ben 500 chilometri, comprende le montagne dalla valle del Sangro sino all'estremità sud di lla Calabria,
Da Gaeta i gioghi occidentali (leU'Apeiiniiio meridionale girano in semicìrcolo intorno la fertile pianili a della Campania e mandano, in direzione sud-ovest, I ardilo ed alto sprone che separa il golfo di Napoli da quello di Salerno e termina nel promontorio di Minerva (ora l'unta della Campanella) dirimpetto all'isola di Capri.
A est le montagne recedono grado grado dalle spiaggie dell'Adriatico si da lasciare un'ampia pianura tra i loro dedivii più bassi ed il mare, la quale sleudesi senza interruzione dalla foce del iorlore a quella dell'Ofaiilo: l dia ed aspra massa del Gargano, descritto genera lincine, ila'tempi di Tolomeo ai misti i, quale un ramo degli Apennini, è invece uu giogo all'alto staccalo ed isolalo.
Nelle parli meridionali del Sannio (la regione degli Irpiui) gli Apcniiiiii presentano una massa mollo confusa ed irregolare, il cui pillilo o nodo cenlrale è formato dal gruppo di montagne (dello monti Irpint col monte Fonvso allo 910 metri) Intorno alle fonti dell'Ofaiilo. Da questo punto il