(ìli A pennini
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Nell'Italia meridionale la piti parte dei oratori vulcanici sono asciutti ; solo noi lato orientale del l'Apennino, nel centro del monte Vulture, sentine laghetti pescosi, imo dei quali scarica le sue acque neli'Ofanto. Nei dintorni di Pozzuoli il http tlsyli Axlnmi, e sotto di esso il Uujo d'Agitano, già di 130 ettari, ed ora prosciugato.
Del lago d'Aremo, del perimetro di lì chihmielri, e bonificato in parte, come del lago LttcriMB diremo nella deseri/ione della provincia di Napoli
MI Fiumi degli Apeiiiiini Coiu'ebbero ad osservare anche gli autori antiilii, la catena \penilimea è la sorgente di quasi tutti i limili d Italia, trattone soltanto il Po e i suoi allindili set tentrioiiali e di Rami che scendono dalle \lpi nella parte superiore dell \driatico. 1 molti (Ianni che solcano i declivii settentrionali della catena Apenniniea, dal piede delle Alpi Marittime a limimi, riuniscono tutti le loro acque, a quelle del Po ; ma dal punta ove fa la gran piega a sud, la eaicna manna i suoi Rumi dai due lati direttamente ai due mari Tirreno e Jouio, formando per tutto il ri i (finenti del suo corso lo spartiacqua dell' Italia.
Pochi di questi fiumi hanno una grande lunghezza, e, non essendo nudriti come gli Alpini da nevi perpetue e da ghiacciai, partecipano la più parte della natura dei torrenti, gonfiando nel verno e nella primavera ed essiccaudo quasi nell'estate. Vi sono però alcuno eccezioni. l'Arno e il Tevere niellano per tutto l'anno una copia d'acqua ragguardevole ; il Uri e il Volturno derivano ambedue la loro origine da sorgenti sotterranee quali occorrono nelle regioni calcari, e sgorgano inuuedin lamento in polle di chiara e limpida acqua.
Dei lauti fiumi che scendono dagli Apenniui, già ci è occorso tr illare o tratteremo nella descrizione delle singole provincie. Qui ci conviene solo enumerarli con qualche rapido cenno, aggruppandoli secondo clic affluiscono nel l'o — nei man ligustico e tirreno— nel mare .Ionio — nel mare Adriatico.
1 Fumi Apenmmci ai i i.i k.nti ìiel l'o. — 1 limili clic gli Apenuiiii mandano al l'o, non hanno né la ricchezza, né la limpidezza d'acqua dei fiumi alpini. Sono irnienti, devastatori limili montani con acque giallastre, in vasti leti' pieni di ciottoli. Spesso traboccano dilagando in piene improvvise, ma assottigliansi. la più parte, o si essiccano all'atto nell'estate, lasciando qua e là qualche deposito d'acqua nei botri ; essi sono perciò poveri di pesci, disadatti alla navigazione ed all'irrigazione.
Onesto deriva dalla giacitura più meridionale e dall'altezza minore della catena, che non arriva inai alla linea delle nevi costanti, e riceve perciò scroscii di pioggia transitorii, piullosloehè piaggi» regolari e diuturne ; quindi dalla glia ripido® si indilli sfavorevoli alla formazione ili scaturigini permanenti.
Un'eccezione a questa regola generale la troviamo nel Tnnaro, I affluente più importante di desti a del l'o, il quale nasce nel colle di l'anarello a 201) metri di altitudine, è lungo 27G chilometri, ha mi bacino di 7981 chilometri quadrati, separa i monti d'oltre l'o dagli Apenniui, riceve la Stura, il l'elho e la l'ormida e scaricasi nel l'o alle Alluvioni Cambiò.
La Sci icia, con corso rapido, letto ampio e gliiajoso, ina quasi asciutto nella state, nasce m i monte Scollerà presso Torriglia, raggiunge a Serravalle, non lungi (la Novi, la pianura e. gettasi nel l'o a Isola Sant'Antonio, pochi chilometri a esl del confluente del Tanaro.
Il Curane ha un bel ponte clic dà il nome al paese di l'onte (airone.
Hai monte I.esimo nasce la Slnfjì>ra clic passa a Voghera, e da Torre. d'Albera il Co/ipa che passa a Castcggio, presso il quale, nel 222 av. C., gli Insubri furono sconfitti dal console Claudia Marcello.
11 Tidoite clic nasce a! noni del l'asso di Bobbio e si gitln in l'o presso Veralto.
La Trebbia, rinomata per la vittoria d'Annibale e pei altre battaglie più moderne, sorge a monte l'rela (1107 ni.) pre*-o Torriglia, vicino alla Scrivia e sbocca in l'o sopra Piacenza con un corso di 115 chilometri e dopo bagnale le provincie di Pavia e Piacenza Poco lungi ila quest'ultima città, presso Saul Vntouio, quando Marco Emilio Scanro prolungò la Via Emilia sino a Dertmm (Tortona) fu gii tato un primo ponte sulla Trebbia restauralo nel nono secolo ; nel IMI Maria I uisa gittò la prima pietra del ponte odierno rinnovato ili 22 archi.