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l'arte Terza — Italia Centrale
di Lorenzo di Credi del Vasari. Il ponte Ita due soli ardii di 21 e 32 metri di luce e sulle spallette iu mezzo leggesi scolpita iu marmo un'iscrizione, latina. Fu restaurato nel 17SS qual si vede sotto Leopoldo I. 11 nuovo ponte sulla Sieve, costruito più al basso sulla strada postale ed aperto al pubblico nell'ottobre del 1810, cadde il 3 novembre 181-1 per una piena furiosa della Sieve. Fu novellamente ricostruito nel 1888 ed lui tre bellissimi ed eleganti archi con cornici e spallette di pietra. A poca distanza havvi un terzo ponte ferroviario di eguale struttura.
Pontassieve dista 21 chilometri da Firenze, è cinta da mura castellane del 13G3, ha strade discretamente regolari e ben tenute e una piazza ornata decorosamente. La chiesa principale di San Michele è ampia e di buona architettura. Di recente fu scoperta un'immagine della Madonna, opera del Reato Angelico. La maggior parte delle case sono decenti e parecchie ornate secondo il gusto moderno.
La torre di una porta antica che dà sulla piazza, e i dintorni molto pittoreschi conferiscono pel touriste un interesse particolare a l'ontassieve, ove è attivissimo il commercio agrario e vinicolo. Oltre le scarrozzate pel Casentino, a Carnaiuoli, Stia, Vallombrosa, le colline sulla sinistra dell'Arno offrono passeggiate gradevoli: havvi colà, nel vicino Comune di Rigirano, il castello ili Caste,llnnchio, in parte ancora qual fu ricostruito dopo la sua distruzione pei Ghibellini nel secolo XIII e in cui dimorò Lapo, amico del Petrarca; Volognano, fortezza ghibellina smantellata dai Fiorentini nel 1303-, ma sempre con le. antiche porte e una torre, ora villa signorile dei D'Ancona.
Cenni storici. — Vi esercitarono i diritti feudali i Filicaja di Firenze e i signori da Quona ed appartenne in seguito sin dal secolo XIV alla Signoria di Firenze.
Coli, elett. l'ontassieve — Dioc. Firenze e Fiesole — l'2 T. e Str. ferr.
Pelago (10.191 ab.). — Sorge sulla destra dell'Arno, sparso in molte villate, sul ciglione di un colle, alle cui falde scorre il torrente Vicano, con parrocchiale di San Clemente in Pelago, e fabbriche di generi laterizi. 11 suolo produce cereali, vino, olio, bozzoli, legumi e frutta. Poco lungi dal paese, a maestro, scaturisce un'acqua minerale solforosa della temperatura di gradi 17.50, la quale fu adoperata anticamente per bagno, essendovisi trovati tubi di piombo e medaglie di Alessandro Severo e di altri imperatori romani. L'acqua di Pelago si usa in bevande e per bagno nei catarri vescica li e nelle affezioni cutanee, reumatiche e artritiche.
Cenni storici. — Ninna fra le antiche memorie storiche od ecclesiastiche tuttora superstiti fa menzione di Pelago prima del secolo XI. Vi ebbero il giuspatronato civile ed ecclesiastico i vescovi di Fiesole, e in seguito vi ebbero parte i conti Guidi che lo ccderoilO ai monaci di Vallombrosa dai quali passò a quelli di Camaldoli. I Cattaui di Diacento litigarono nel secolo XV coi vescovi ili Fiesole, e papa Eugenio IV, con breve del 1445, riconobbe in quelli il diritto sul caste! di Pelago, sul palazzo con l'annessa torre posseduti da gran tempo dalla loro famiglia. 11 Comune di Pelago fu costituito nel 1810 dal Governo francese.
Uomini illustri. — Vanta Pelago tre grandi artisti: il famoso Lorenzo Ghiberti, che fece' le famosissime porte di bronzo del Battistero di Firenze e che vi nacque nel 1378; Giovanni di Matteo, che nel 1470 lavorava a palazzo Vecchio insieme ai fratelli Giuliano e Benedetto da Majano e Domenico del Ghirlandajo, scultori e pittori di grido, mentre in quel torno (1459) lavorava nella cattedrale di Prato un altro artista di Pelago, prete Lorenzo, che 111 dotto anno dipinse a colori l'ampia vetrata del coro di quella cattedrale.
Coli, elett. l'ontassieve — Dioc. Fiesole e Firenze — Pa nella fraz. Itufina, T.
Rignano sull'Arno (5128 ab.). — In territorio montuoso e in parecchie frazioni, sulla sponda sinistra dell'Arno, dirimpetto al ponte che lo cavalca e che fu rifatto più volte. Oltre il poggio dell' Incontrò e monte Pilli meritano menzione t castelli