Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Firenze', Gustavo Strafforello

   

Pagina (326/411)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (326/411)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   31 fi
   Parte Terza — Italia Centrale
   Fig. 113. — Prato: Cattedrale dei Ss. Stefano e Lorenzo (da fotografia di Alinari).
   Giovanni Pisano die l'avrebbe trasformata in croce latina innestandovi lo stile ogivale. Fu rinnovata, nel 1457, nella facciata sullo stile del Rinascimento primitivo e decorata all'angolo da nn gioiello scultorio: la cattedra (fig. 117), per mostrare al pubblico la Sacra Cintola della Madonna, che un Michele da Prato portò nel 1141 dalla Palestina. Fu ordinata nel 1428 al Donatello al prezzo di 25 fiorini per ciascuno dei sette compartimenti ed eseguita nel 1433-34; l'unico capitello in bronzo che la sorregge è suo in collaborazione con Michelozzo. Sulla porta principale è la bellissima lunetta in terracotta con la Madonna e i Santi titolari Slefaìio e Lorenzo, di Andrea della Robbia (1489). Anche le altre porte laterali (figg. 115-116) meritano di essere esaminate. Il campanile, incominciato da Giovanni Pisano, fu ultimato, verso il 1310, da Nicolò del Merda e Sano, suo allievo, architetti sanesi.
   Nell'interno è da vedere in prima la cappella della Sacra Cintola (1365-95), coi freschi rappresentanti Tredici Storie della Vergine e della reliquia; gli Evangelisti, i Dottori della Chiesa, la Navicella di San Pietro e la Disputa di Gesù, il maggior dipinto e il capolavoro d'Angelo Gaddi che, sfortunatamente, fu dovuto restaurare nel 1831; ima statua della Madonna sull'altare, di scuola pisana; la cancellata in bronzo lavorato (1414-1464) su disegno di Bruno Mazzei approvato da Brunelleschi,