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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   3-2-2
   l'arte Terza — Italia Centi ale
   Bicci; Madonna e San Giovanni Battista, di Filippino Lippi; la Risurrezione di Lazzaro, di Cristoforo Allori; la Crocifissione, di Andrea del Castagno, ecc.
   Nella stessa piazza del Comune trovasi il palazzo del Pretorio (fig. 119), edificato già sin dal 1284, e rifatto nel secolo XVI.
   L'Ospedale del Ceppo venne fondato da Francesco Da ti ni, il quale vi si vede effigiato in orazione davanti la Vergine e Santi in un quadro di Fra Filippi Lippi sciupato dalla lunga dimora sopra il pozzo nel cortile, come il tabernacolo dello stesso Fra Filippo che, nel 1453, ricevette 85 fiorini per le due opere.
   11 Collegio Cicognini gode di grande riputazione in Toscana e fuori, ed ultimamente vi furono tratti in luce dei freschi antichi vi si vede anche un quadro di Andrea di Giusto del 1431.
   Anche nelle case private di Prato veggonsi terracotte dei Della Robbia e la via della Madonna conduce, dalla suddetta piazza del Comune, al palazzo Novellucci, all'angolo di via dei Bocclnneri, ove sono da ammirare due stupendi Draghi in bronzo, attribuiti a Gian Bologna.
   Nò voglionsi dimenticare: la Biblioteca Roneioniana, fondata, con lascito, nel 1676, da Mario Rondoni, pratese, e quindi accresciuta; la Biblioteca popolare circolante, la prima sorta in Italia nel 1861 per opera dell'avv. Antonio Bruni, ch'ebbe menzione onorevole all'Esposizione di Parigi e servì di modello alle altre istituzioni popolari di simil genere; il II. Conservatorio detto di San Nicolo; il Teatro elegante; gli istituti cospicui di beneficenza; i vari istituti di credito; le società artistiche e filantropiche, ecc.
   Come abbiamo detto al principio, l'industria è. floridissima a Prato, coadiuvata qual è dalla forza motrice derivata dalle acque del Bisenzio. Vi si fabbricano, fra le altre cose, molte pannine e rossi berretti turchi pei mercati del Levante, corbelli, oggetti 111 rame, ecc. Una sola ditta di Londra dà lavoro nel contado a 3000 persone d'ambo i sessi per la fabbricazione della treccia e dei cappelli di paglia. Esistono nel Comune : 25 lanifici idraulici, 1 a vapore, 7 misti, 4 gualchiere, 57 moli®, 1 opificio per la fabbricazione delle paste, 1 per la cera da scarpe ed 1 per la fabbricazione delle candele steariche e dei saponi. Vi sono inoltre 13 lanifici 111 tessuti e filati in lana, situati in diversi Comuni limi— troli, ì quali sono esercitati da industriali pratesi. Il geologo può far studi! proficui in vicinanza di Prato; a 5 chilometri circa a nord ovest, sorge il gruppo di colli serpen-tinosi di Monteferrato, uno dei migliori luoghi nell'Italia Centrale per lo studio di codesta classe di roccie eruttive e del metamorfismo da esse prodotto negli adiacenti terreni stratificati. L'eufotide 0 granitone vi fornisce bellissime macine. Più 111 alto sono le cave di vero serpentino 0 verde di Prato tanto adoperato nella costruzione delle chiese medieviehe di Firenze, Pistoja, Pisa, ecc.
   Cenni storici. — Incerte sono l'origine e l'antichità di Prato, la cui menzione rin-viensi nella Cronaca di Ricordano Malespini. Non era che un borgo (terra) quando i Fiorentini lo sottomisero nel 1107, e lo conservarono per ben quattro secoli Nel 1375, quando Firenze era in guerra con la Chiesa, un sacerdote di Prato cospirò per darla in mano al cardinal-legato pontificio; la trama fu scoperta a tempo e il prete subì in Firenze il supplizio della propagginazione — fu, vale a dire, sepolto vivo con la testa in giù e i piedi in su. Ma nel 151211011 si potè impedire che gli spagnuoli di Canlona, viceré di Napoli e generale della lega combinata da papa Giulio li contro i Francesi e i loro partigiani, la pigliassero d'assalto e la povera cittadetta fu inessa orribilmente a sacco e a sangue. Sotto il governo dei Medici, Prato fu dichiarata città nel 1653. Durante la peste del 1485 divenne sede provvisoria dell'università di Pisa.
   Prato si acquistò una triste celebrità sullo scovcio del secolo XVIII: il vescovo di Pistoja, Scipione de' Ricci (1780-1790), era un uomo d'ingegno e di cuore, un riformatore ecclesiastico tacciato di giansenismo dai clericali e le cui opinioni corrispondevano al liberalismo illuminato del suo sovrano e corrispondente, il granduca Pietro Leopoldo.