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l'arte Terza — Italia Centrale
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Fig, 122. — Pistoja : Facciata delta Cattedrale (da fotografìa di Brogi).
eccettuarne la cripta, la cancellazione dei freschi che ornavano i muri, gli spostamenti arbitrarti delle cappelle e dei monumenti: rimangono però sempre nella cattedrale opere interessantissime che andremo percorrendo rapidamente. A destra della porta grande monumento decretato dal Comune al vescovo Sant'Atto: t bassorilievi che riferisconsi al ricevimento delle relìquie di San Giacomo, sono del secolo XIV e di scuola pisana: l'inquadramento ò del 160G. Statua di Leone XI ch'era stato vescovo di Pistoja. Segue il monumento di messer Gino de'Sinibaldi, più noto col nome di Gino da Pistoni (1), morto
(1) Cino da Pistoja, l'amico di fìanle, come lui esiliato e costretto a vagar per lo mondo, come dice in un suo sonetto, nacque a Pistoja nel 1272, studiò sotto il grammatico Francesco da Colle e quindi giurisprudenza sotto Dino da Mugello in Bologna. Avendo sposato con ardore la causa dei Bianchi, l'u costretto a tener dietro al suo capo, Filippo Vergiolesi, quando i Neri espulsero i Bianchi dalla cittii; ma come egli era caldamente innamorato «letta licita Selvaggia, figliuola di Filippo, non gli dovette riuscir amaro l'esilio, lincile gli fu rapita dalla morte ed egli cercò consolarsi cantando di lei ne' suoi sonetti (de' primi italiani) come Dante di Beatrice, Petrarca di Laura e Boccaccio della Fiammetta. Dopo la morte di Selvaggia andò a studio all'università di Parigi e rivisitò, al ritorno, Sambuco, sui confini della Lombai dia, per pianger sulla tomba di colei
Che viva o morta gli dovea lor pace. Si stabili quindi a Bologna, ove fu laureato pel suo dotto Commentario al Codice di Giustiniano. Ventidue anni dopo tornò a Pistoja e mori poco appresso compianto da* suoi concittadini, che cercarono l'are ammenda, con postumi onori, dell'esilio a cui lo avevano condannato le loro l'azioni. Petrarca gli consecrò un bel sonetto :
r.an2.1R le rime ancor, piangano ì versi Pianga Pisloja e i tillatlin perversi l'ereliè 'I nostro amoroso messer Gino CI»1 perdui' Iranno si doli e vicino, Novellamente s'è da noi parlilo. li rallegrisi '1 cielo, ov'egli 6 gito.