Pistoja
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tabernacolo e al postergale, sempre in argento, su disegno di Bartolomeo Cristiani, pittore di Pistoja; filialmente nel 1401) furono aggiunti i Dottori, i Quattro Evangelisti, e, all'estremità della parte centrale, i due busti dei Profeti, del Brunelleschi e due altri di Pietro d'Antonio, pisano (1456).
Parecchi altri orefici di Pistoja furono adoperati in varii tempi nei lavori accessorii e nelle ricomposizioni dell'argenteo monumento, e la sua special sagrestia fu celebrata dall'Alighieri nel xiv dell' Inferno, là dove, parlando di Vanni Fucci, gli fa dire:
.....perch' i' fui
Ladro alla sagrestia de' belli arredi (I).
Per la sagrestia, ora profanata, si arriva alla Canonica, ove si custodisce il Tesoro di San Jacopo, vale a dire, quel che scampò ai furti, agli in-cendii e alle dispersioni: nel 1375 fu d'uopo impegnarne porzione per pagare le contribuzioni fiorentine alle masnade del condottiere inglese Giovanni Acuto (sir John Hawk-wood. già citato più volte). Vi si veggono parecchi reliquiarii e paramenti del secolo XIV, alcuni cimelii più antichi e una cassetta in avorio del sec. Vili con istorie di San Giorgio.
Allato alla Cattedrale trovasi l'antico palazzo Vescovile incora ben conservato secondo il restauro della fine del secolo XIV: Urbano II vi fece predicar la crociata e vi alber- Fig. 123. - Pistoja : Battistero di San Giovanni
garono il Barbarossa e l'impe- (da foie grati a di Brogij.
l atore Giovanni Paleologo.
Battistero (fig. 125). — A sud-ovest della Cattedrale, dirimpetto alla facciata, è il I> (ttistero, detto San Giovanni Rotondo, per la sua architettura ottagona nello stile zotico italianizzato. Fu edificato verso il 1)500 sul luogo di una chiesa della Vergine a spese dei cittadini e, secondo il Vasari, su disegno di Andrea Pisano del quale vedesi
(I) Vanni Fucci, pistojese, bastardo di inesser Fuccio deLazzari e ladro famosissimo a' di suoi, derubò co'suoi compagni la suddetta ricchissima sagrestia e ne imputò Vanni della Nona, notaio in Pisa, il quale fu impiccato tuttoché innocente e di ottima fama. A buon diritto perciò Dante fa dire di se stesso a Vanni Fucci :
Vita lie*lial mi piacque e non umana.
Si rome a mul, ch'i' fui: son Vanni Cacci lieslia, e Pisioja mi [u degna Una.