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l'arte Terza — Italia Centrale
Nell'intorno del Battistero è il fonte battesimale con nel centro la statua del Battista collocatavi nel secolo XVII; il rimanente conserva l'antica forma coi quattro fori
Fatti per luogo de' battezzatori, come dice Dante del suo bel Sa» Giovanni Ai Firenze. Nel tabernacolo del lato sinistro, bella statua in legno dì un giovane con la testa del Battista (1361) di un seguace di Andrea Pisano. Il Battistero fu restaurato nel 1817-51.
Sant'Andrea (fig. 126).— Forse la cattedrale antica, fuori, ini tempo, della prima cinta della città e chiesa battesimale col titolo di Pieve, riedificata nel secolo XII. La scoltura sull'architrave della porta, rozza ancora e rigida anziclicni (fig. 128), rappresentante Y Adorazione dei Magi, è, secondo l'iscrizione, di Grnamonte (Gruamons mar/istcr bonus) e di suo fratello Adcodalus di Pistoja, 1166.
L'interno, atre navate, forma una lunga basilica con crociera trasversale assai ampia e navata di mezzo assai stretta e volta di legno. Fra la quarta e la quinta colonna, a sinistra, sta il mdpilo più rinomato di Pistoja (fig. 127), opera matura di Giovanni Pisano (dal 129S al 1301), imitazione felice ed anco perfezionata e più indipendente dall'antico dei pulpiti di suo padre Nicolò nelle cattedrali di Pisa e di Siena. Le figure mistiche lo sorreggono, le colonne di marino rosso, le sei figure dei Profeti e delle Sibille, t bassorilievi del Nuoro Testamento e del Giudizio l'niversale corrispondono al modello «insperato e fermato a quei tempi (129S-1301) dagli artisti pisani a Siena, Orvieto, in tutta l'Italia centrale. L'iscrizione, in caratteri gotici, termina coi seguenti versi:
Sculpsit loannes qui res non ecjit inttnes
Nicoli ua/us scusiti (per seientiu) nietiore beatus Qiiem gemiti Tina doctum super omnia risa.
Nella tribuna appena alcuni frammenti di freschi di Bernardino del Signoraccio, del quale, coadiuvato da Giovanni Volponi (1531), è anche il quadro della Crocifissione di Sant'Andrea.
San Bautolomeo in Pantano. — Fondata nel 722 dal medico pistoiese di Desiderio, re dei Longobardi, e intieramente rinnovata nello stile toscano-romano, con iscnlture simboliche ed epigrafi in versi leonini, nel 1167, come si legge nell'iscrizione sull'architrave ove 1111 Rodolpliimtn scoi])] in rilievo Cristo in mezzo agli Apostoli.L'interno, con colonne a capitelli varianti di arenaria in ordine romano-corinzio — quattro colonne a destra con leoni bene scolpiti e cinque con aquile—fu sciupato dal restauro del 1630.
Dopo la sesta colonna, a destra, celebre Pulpito compiuto, secondo l'iscrizione:
Sculptor laudatiti- qui dvete in ade proiettiti
nel 1250, da Guido da Como, imitatore di Nicolò Pisano. Codesto pulpito di bianco marino è quadrangolare e posa su due colonne i cui capitelli vanno ornati di figurine, mentre le basi poggiano, a destra sulla spalla di nn leone che strazia 1111 basilisco e a sinistra, sopra una lupa che allatta; e nel mezzo sopra 1111 nomo ignudo accoccolato in marino venato di Serravezza. Gli otto rilievi nel parapetto del pulpito rappresentano otto storie del Nuoro Testamento ciascuno con la sua iscrizione. 1 monaci vallom-brosani, proprietari! dell'attigua abbazia dal secolo XVII, fecero dipingere alcune delle ancone dal loro Padre Hugford. All'aitar maggiore vedesi un Crocifisso singolare di maniera bizantina del secolo XII.
San Pier Maggiore, - Già delle Benedettine, la cui badessa godeva del privilegio di celebrare simbolicamente le sue nozze coi vescovi neo-eletti, come costumava a Firenze. Il restauro della facciata nel 1263 ha seguitato lo stile ogivale italico con le sue scoltnre di animali allegorici e gli altri dei capitelli e dell'architrave commentati, secondo l'usanza, con versi leonini. Sepolcro di un Gilio Muli del 1312. L'interno fu iinbarrocchito dai Gesuiti del secolo XVII. All'aitar maggiore ammirasi il capolavoro