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l'arte Terza — Italia Centrale
bifore al primo piano e trifore al secondo. La croce guelfa, lo scacchiere, armi della città, accanto al giglio fiorentino. Nel 1513 e 1529 fammi applicati gli scudi con gli stentini dei papi medicei, Leone X e Clemente VII, ai quali Pistoja erasi sottomessa facilmente in odio dei Fiorentini.
Importanti sono gli archivii comunali che si trovano a pianterreno distribuiti in nove sale. Una delle sale addimandasi guelfa e un'altra ghibellina: in quest'ultima ima figura gigantesca in chiaroscuro rappresenta Granrlonio, eroe romanzesco di una spedizione contro ì Mori delle isole Baleari nel secolo XII ; la sua mazza d'armi è innestata nella facciata; nella sala guelfa dipinti antichissimi. Una scala in legno, con la data del 1521 etili orso dipinto sul pilastro, conduce al piano soprastante, ov'erano anticamente le stanze da letto degli Anziani e i ventisei servitori del palazzo avevano le loro camere. Nella Cancelleria, fresco della Madonna col Salvatore, del secolo Xl\ Nella gran sala, trattone le memorie locali, null'affcro di notevole che una residenza, o cattedra, vagamente scolpita, del 1534. Carlo V albergò, nel 1530, in questo palazzo.
Palazzo Bracciolini. — E decorato coi busti della famiglia e sopra la porta con quello del precitato poeta Francesco Bracciolini, autore del poema Lo Scherno degli Dei. Più lungi, il l'alazzaccio, palazzo non finito, incominciato per il Capitano con disegno di Nanni Unghero (1521) e ripigliato nel 1029.
Palazzo I'anciaticiu, ora Cellesi (via Cavour). — Fu fatto edificare nel 1313 al suo ritorno dal ricco ghibellino Vinciguerra d'Astancollo l'anciaticbi che, esiliato, militò in Francia. Fra una sua dipendenza il palazzo attiguo ora Ridolfnio Corazzi.
Palazzo Cancellieri. — In via porta San Marco, con sopra la terza fìncstretta del pianterreno un'iscrizione che suona : < Fidecommesso perpetuo del giurista niesser Raffaello Cancellieri, 1001 Sopra l'angolo d'ingresso vedesi ancora 1 arme in pietra dell'aquila col pòrco che vuoisi di Donatello. Dirimpetto lo scaduto palazzo Rospigliosi.
In via ftiiribaldi, all'angolo di via dei Cancellieri, sorge un secondo palazzo Cancellieri (Carnicci), con inquadratura rustica al portone e alle finestre e di nuovo col porco egregiamente scolpito, stemma della già sì potente famiglia.
OSPEDALE DEI. CEPPO
Detto Spedale riunito, fondato nel 1277 dai coniugi Antimo e Bandella, molto danneggiato nel secolo XIV nella lotta dei I'anciatichi e dei Cancellieri, arricchito della bella Loggia esterna nel 1514 sotto lo spedalingo Leonardo Buonafè inviato da Firenze, è celebre pel fregio inaiaviglioso un vero poema di naturalismo e di eleganza classica (fig. 136), capolavoro di Giovanni, coadiuvato da Luca e Girolamo Della Robbia e da Santi Buglioni (1525-1535), forse sotto la direzione di Andrea allora decrepito; la storia elei poveri assetati, posteriore di mezzo secolo, è di Filippo Paladini. Sono un centinaio ili figure m miniatura rappresentanti le sette opere dì misericordia : Vestire gii ignudi, albergare 1 pellegrini, assistere gli infermi, visitare i prigionieri, nutrire gli affamati, consolare gli afflitti e seppellire i morti. 1 nudi sono in terracotta semplice, i panneggiamenti verniciati e coloriti. Mirabile la tecnica del rilievo nei vani piani: osservazione, composizione ed esecuzione, tutto è perfetto. Solo per ammirare, questo capolavoro, vai la pena di dar da Firenze ima capata a Pistoja.
< E non pertanto — osservano gli editori delle Vite dei Pittori, ecc. del Vasari, ediz. Le Monili® — (li codesto grande e bel fregio taciono non solo il Vasari, ma anche il Baldinucci e il Cicognara, quantunque esso, e per la sua bellezza e per la ricchezza delPiiivenzione e per la verità dell'espressione, sia da collocare fra le opere più meritevoli di considerazione».
Del rimanente, sempre in terracotta colorata e verniciata, le figure delle tre Virtù Teologali (fìgg. 137-139), della Verità (fig. 140) e della Giustizia (fig. 141) — i pilastrini a fogliame e le sirene, agii angoli che reggono le armi del Ceppo, le quali, m un con