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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Itoeca San (lasciano
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   Croce BrandelÉHns, del cui fabbricato rimangono poche vestigia stilla vetta del monte fra Piteglio e Calameua, ricordata negli Statuti pistojesi del 1182.
   Il territorio è quasi tutto montuoso, bagnato dalla Lima e dalla Liesina ed abbonda di boschi cedui e di castagni; molti pascoli naturali con bestiame ovino e pecorino; nelle imiti più basse coltivatisi la vite e i cereali. Grandiosa cartiera Cini sulla sponda destra della Lima presso il bel ponte che l'accavalcia, con macchine per la fabbricazione della carta senza fine ed m cui manifatturansi ben 180.000 risme di carta all'anno.
   Cenni storici. Non si hanno di l'iteglio memorie anteriori al secolo XI, nel quale tempo stava sotto la signoria dei conti Guidi in un con Popiglio, come rilevasi dai diplomi loro concessi dall'imperatore Arrigo VI nel 1 PJl e da Federico II nel i220 e 1217. Nei secoli posteriori al XIII, fu, con Popiglio, parte integrante della Montagna Pistojese. Nel 1500 la fazione nera dei Cancellieri di Pistoja l'assediò con 500 fanti e 100 cavalli ma si ritirò per timore dell'altra fazione bianca dei Panciatichi. Passò in seguito sotto la signoria dei Medici.
   Sambuca Pistoiese (0209 ab.). — Nella valle superiore del Reno, a 737 metri dal livello del mare, lungo la strada della Porretta e presso la sponda sinistra della Limestre occidentale, in un valico anticamente importante dell'Apennino, epperciò pomo di discordia fra Pistojesi e Bolognesi. La parrocchiale fu staccata dalla diocesi di Bologna e data a quella di Pistoja con bolla di Pio VI del 10 ottobre 1785. Vi sorge ancora il celebre Castello della Sambuca, e prima della soppressione degli ordini religiosi vi era un conservatorio ili Francescane con parecchie educande.
   Gli alberi più comuni son quelli del castagno, del cerro e del leccio, a cui succedono nei luoghi più elevati i faggi ed ampie praterie naturali in cui trovan pascolo opimo nella state animali bovini, equini, ovini e porcini. Più al basso nei luoghi bene esposti si seminano granaglie e altre piante e non mancano i fruttiferi, fra i quali, i noci e i ciliegi; somministrano inoltre un ottimo alimento agli uomini e agli animali le patate coltivate di preferenza dai Sambuchesi.
   Cenni storici. — Con suo diploma del 997 l'imperatore Ottone III confermò ai vescovi di Pistoja il feudo del castello di Pavana sui contini commutativi della Sambuca. Seguirono quindi, come dicemmo, contese armate fra Pistojesi e Bolognesi che ne pretendevano il possesso, e i Sanibnchesi si maneggiarono con questi ultimi per dar nelle loro inani il Castello, ina ì Pistojesi, nel 1117, rimisero, con la forza delle armi in possesso i loro vescovi e punirono i capi dei congiurati. Dopo di essere stato infeudato dai \escovi, il castello della Sambuca appartenne alla Repubblica fiorentina enei 1043 fu occupato dalle truppe papali venute daBologna, ma ne furono sloggiati dai Pistojesi.
   Coli, elett. Pistoja II — Dioc. Pistoja — P2 nella fraz. Popiglio.
   Coli, elett. Pistoja II — Dioc Pistoja — P2 T.