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l'arte Terza — Italia Centrale
Por codeste ed altre siffatte beneficile disposizioni Leopoldine il paese crebbe in popolazione, in abitazioni e inciviltà generale; i suoi mercati settimanali raddoppiarono d'importanza dopo che vi mettono capo strade rotabili da Bagno per Galeata, da Premilcore per Portico, da Marmili per Tredozio, da Modigliana per Dovadola, ecc. Il nuovo Governo del regno d'Italia gli ha conservato il suo grado a cagione della sua centralità e della sua estensione territoriale.
Uomini illustri. — Rocca San Casciano diede i natali all'assessore Guido Angelo Paggi, criminalista di grido.
Coli, elett. Rocca San Casciano — Dioc. Modigliani! e Hertinoro — PJ T.
Dovadola (2797 ab.). — Giace a 136 metri d'altezza, sulla sponda destra del Montone, e forma un triangolo sopra un ripido colle circondato ai due lati dal fiume mentre il terzo è difeso da una muraglia con una torre altissima e quadrata dell'antico castello. Bel ponte sul Montone per la strada postale. Due parrocchie, una dell'Annunziata e l'altra di San Ruttilo. Opera pia e sette fiere annuali di vario genere, selve e pascoli naturali e, dove il terreno è suscettibile di aratura, poderi e vigneti sulle colline intorno al paese a guisa di podio antìteatrale ove ciascun vigneto ha una torricella quadrata per riporvi gli strumenti rustici e per colombaia. Fra il torrente Samoggia e il Montone prosperano gli ulivi ed i gelsi e nella valle gli alberi da frutta, i cereali, il mais, la canapa, il lino e i legumi; molti maiali e polli d'India.
Cenni storici. — Il castello di Dovadola fu per qualche secolo capoluogo di contea di uno dei quattro rami disceso da un conte Guido e dalla bella Gualdrada, qual si fu il conte Marcovaldo che sposò, circa il 1225, C. Beatrice di Capraia rimasta vedova con due figliuoli eredi di questa contea, i quali, Guelfi zelanti, si mantennero generalmente fedeli alla Repubblica di Firenze. Verso la metà del secolo XV l'ultimo conte Guido di Dovadola, staccatosi dai Fiorentini e datosi al duca di Milano, che aveva invaso il territorio della Repubblica, fu espulso dalla contea di Dovadola il cui castello fu incendiato, come narra il Machiavelli nelle Istorie Fiorentine (lib. vu), dai Veneziani in guerra coi Fiorentini nel 1465. In quell'incendio andarono perdute tutte le antiche memorie e i documenti dell'Archivio comunale. Nella pace del 17 aprile 1468 il castello di Dovadola fu restituito col suo territorio alla Repubblica di Firenze di cui seguì poi sempre le sorti.
Uomini illustri. — Dovadola diede i natali a parecchi scienziati e letterati, fra gli altri a Luigi Raineri-Biscia, il quale, verso la fine del secolo scorso e sul principio del presente, diede in luce varii scritti letterari, fra i quali il poemetto didascalico La colti catione dell'anice. Il costui figlio poi, Antonio Raineri-Biscia, versato in varie lingue, pubblicò varie traduzioni, fra le altre quella intitolata La decadenza dei Romani dal tedesco di Meinero (Firenze 1816-17). Giova altresì ricordare che ser Giovanni Fiorentino compose, nel 1378, a Dovadola il suo Pecorone.
Coli, elett. Kocca San Casciano — Dioc. Modigliana e Faenza — P2 T.
Portico e San Benedetto (2825 ab.). — Già Portico di Romagna, nella valle del Montone e sulla sua sponda sinistra, a 298 metri d'altezza e a 7 chilometri da Rocca San Casciano, possiede ancora un castello, ma le antiche mura castellane che lo cingevano da ogni lato sono quasi intieramente atterrate. Nelle parti più elevate steu-donsi foreste di faggi, da cui traggonsi legna e carbone, e praterie naturali ove pascolano nell'estate di molte greggie, mentre i castagneti, che rivestono quasi tutte le parti inferiori dei colli, alternano coi querceti e le querciole, ì cui frutti alimentano molti maiali Pochi i poderi lungo le due ripe della profonda ed angusta valle ove allignano anche i gelsi, le cui foglie alimentano un ninnerò discreto di filugelli con una trattura di seta. Non mancano i vigneti di cui l'uva, principalmente il Sangioveto,è assai ricercato; molti uccelli di passo in primavera.