Mandamenti e Comuni del Circondario di Itoeca San (lasciano
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Si prescrivono codeste acque così per bevanda come per bugno. Per bevanda la loro dose per gli adulti è di grammi (il) circa al giorno, e puossi a poco a poco portare sino a grammi ,!00 circa. Non potendo però molte persone beverie schiette pel loro sapore troppo salato, si allungano in prima coll'acqua connine, e così per bagno trattandosi ili bambini e di persone soverchiamente nervose e delicate.
Per comodo degli interini che vogliono far la cura alle acque di Castrocaro, il signor Frassineti ha ridotto ad uso di Ragno il palazzo Guerini con camere gnernite di tinozze iu marmo ed in lamiera, con alloggio, tavola rotonda, ecc. Iu codesto Bagno si distribuisce l'acqua della fonte, e vi si fa capo anche per l'uso delle acque suddette di Santa Maria e di Sassi con stabilimento diretto da una Società. Per le comunicazioni tra Castrocaro e Forlì vi sono vetture di andata e ritorno.
Codeste acque, finalmente, si possono trasportare a distanza senza che riescano alterate e si spediscono infatti iu tutta Italia e anche all'estero. Il deposito generale trovasi in Forlì presso la Casa Croppi (1).
Sulla sponda destra del rio delle Pietre, a circa un miglio da Castrocaro e a soli cinquanta passi dalla strada nazionale forlivese, in vicinanza di alcune sorgenti d'acqua salsa e sotto ampie cave di argilla, sgorga un'acqua acidula ferruginosa limpidissima con odore leggiero e sapore ferruginoso pronunciato. Quest'acqua, appartenente alla classe delle acidule ferruginose, ha la temperatura di gradi 10.5 e fn analizzata da Giuseppe Guerrazzi (2) e posteriormente dal signor Caganti. 11 Targioni-Tozzetti, analizzando il fango argilloso ocraceo di quest'acqua, \ i rinvenne dell'arsenico, ma in dose non valutabile.
Mandamento di BAGNO DI ROMAGNA (comprende 3 Comuni, popol. 12,775 ab.). — 11 territorio occupa porzione della valle del Savio ed è bagnato dal fiume Savio e dai due Bidenti di Ridracoli e di Strabadenza. Fra i monti primeggia il monte Co mero (1208 in.) e il monte Coronavo (1200 ni.). Boschi, pascoli naturali e bestiame numeroso.
Bagno dì Romagna (8355 ab.). — Siede iu valle, sulla sponda sinistra del Savio, a 405 metri sul livello del mare, alla base settentrionale dell'Apennino di Frataglia e del-l'Alvernia ed a 41 chilometri da Rocca San Casciano, capoluogo del circondario. È cinto di mura e fuori porta 1 iorentìiia, in un piccolo sobborgo, sorgono la casa comunale ed un piccolo teatro. Presso la porta detta di Mezzo è una piazza con la parrocchiale, già abbazia dei Camaldolesi, e non lungi in un ampio prato, un campanile con pubblico orologio. Bel passeggio lungo la sponda del Savio. Quattro opere pie con un reddito complessivo di 0385 lire.
Fra le borgate che compongono il Comune è notevole San Piero in Bagno, terra ben fabbricata, con prepositura di San Pietro in Vincidis, in pianura, fra monte Coniero e Santa Maria in Bagno. Fabbriche di terraglie e di cappelli, concerie e, sopratutto, lavori al tornio; gualchiere, mulini, fabbri, ecc.
Dei prodotti agrarii il principale è quello che ritraesi dal bestiame lanuto, bovino e porcino, prodotti già noti sin dai tempi romani. Segue il prodotto dei castagneti, che suppliscono alla scarsezza dei cereali. Anche le selve di faggi e di abeti, che rivestono la parte superiore dei monti alle spalle del Comune, danno un buon prodotto in legname da costruzione e in carbone.
Cenni storici. — La contrada di Ragno sotto la Repubblica romana e anche sotto l'Impero formava parto dell'Umbria Sarsiuatense ed apparteneva alla tribù Lapinia; però, dopo la calata dei Longobardi e fors'anco dei Goti, loro predecessori, sembra
(1) Per maggiori schiarimenti vengasi l'opera di A. Targio.M Tozzetti, Compendio delle osservazioni ed analisi chimiche sull'ac/iin salto-iodica di Caslroraro (Forlì I8ló e 1801).
(2) Memoria sull'acqua marziale del Ilio delle l'idre, listi,