San Miniato
m
indipendente sino al 1317. noi qual anno, pur conservando la propria autonomia, essendo podestà del Comune Guglielmo Ilucellaj di Firenze, i Sanniiniatesi ottennero dalla Signoria di Firenze di essere accolti per 5 anni sotto la sua protezione.
Ma nell'estate del 1307 i Sanminiatesi, istigati da Giovanni dell'Agnello, doge di Pisa, insorsero cacciando gli utliziali del governo fiorentino; costretti poi dalla forza e da alcuni magnati rimasti fedeli alla Repubblica, tornarono in breve sotto il patrocinio di essa, la quale da canto suo si obbligò a mantenere m libertà i Sanininiatesi prestando loro l'aiuto necessario per ricuperare i paesi che erano nel!'insurrezione stati staccati dai Pisani. Se non che, aizzati da tre magnati ribelli, i Sanniiniatesi ribel-laronsi anch'essi di bel nuovo alla Repubblica fiorentina, la quale inviò contro di essi un esercito sotto il comando del conte Roberto Guidi di l'oppi, e San Miniato fu risot-toiuesso dopo un breve assedio (1300), perdendo allora totalmente la sua indipendenza, nonostante che le genti di Bernabò Visconti, signore di Milano, tentassero, insieme alle pisane, di accorrere in difesa de' Sanniiniatesi. I quali serbaronsi d'allora in poi fedeli alla Signoria di Firenze, principalmente dopo che essa, con provvisione del 17 febbraio 1371, gli ebbe esentati dagli oneri e dazi loro imposti precedentemente, pareggiandoli agli abitanti di Firenze, e considerando il loro territorio non più distrettuale ina qual parte integrante del contado fiorentino, come San Miniato fu allora detto fiorentino, denominazione che tuttavia non potè prevalere sulla precedente al Tedesco.
Ma prima della fine di quel secolo Benedetto de' Mangiadori, uno dei ribelli fuorusciti di San Miniato, s'indettò nel 1390 in Pisa col traditore Jacopo di Appiano, per farlo signore anche di San Miniato. Con un abile diversivo adescò nella Val di Nievole hi guarnigione fiorentina mentre egli stesso con poca cavalleria correva da Pisa a San Miniato, ove giunto la sera del 27 febbraio 1397, ed entrato senza ostacoli, si difilò al pretoria ov'era il vicario fiorentino I(avanzato l'avanzati, che uccise con quanti aveanvi de'suoi, gridando, nel mentre li gittavano dalla finestra: Viva il popolo di San Miniato e la libertà! Il fuoruscito sanguinario 11011 trovò qual l'avrebbe voluto il popolo di San Miniato, il quale, gridando alla sua volta: Viva il Comune di Firenze! corse armato al pretorio per punirlo; ma il Mangiadori riuscì a fuggire per la parte delle mura castellane ove il pretorio aveva un'uscita. Da questo fatto trasse origine la leggenda di San Miniato preso colle capre; dond'ebbe inspirazione la musa giocosa di Ippolito Neri d'Empoli nel poema eroicomico La presa di San Mimato.
l'eggior sorte toccò, nel 1132, ai fuorusciti ghibellini sanniiniatesi per la scoperta di un trattato segreto coll imperator Sigismondo, venuto in Italia con la speranza di cacciare 1 Guelfi e il governo fiorentino da San Miniato : scoperta la trama dal commissario fiorentino, Alamanno Salviati, i congiurati pagarono il fio con la vita. Ai tempi dell'assedio di Firenze (1Ó29-30) il Ferruccio prese San Miniato che s'era data agli imperiali e che gli stava molto a cuore; ma di lì a poco lo perdeva.
Caduta la Repubblica, San Miniato passò successivamente sotto il governo delle dinastie Medicea e Loreue.se, alle quali si serbò costantemente fedele e ne fu generosamente guiderdonato. La diocesi di San Miniato fu istituita nel 1623 da Gregorio XV con bolla del 17 dicembre 1622, staccandola dalla diocesi di Lucca.
domini illustri. —- San Miniato fu un vero semenzaio di uomini rinomati in tutti i secoli, scienziati, letterati, artisti, cardinali, arcivescovi e altri prelati. Citeremo fra i principali il celeberrimo Francesco Sforza- che vi nacque il 23 luglio 1401, quando suo padre Muzio Utendolo di Cotignola vi si trovava nelle sue peripezie di condottieri' — quello Sforza che fu il più ardito e valoroso capitano ili que' tempi. Vuoisi anche sieno oriunde di San Miniato due grandi e rinomatissime famiglie: i Borromeo di Milano e i Bonaparte.
Quanto ai Bonaparte còrsi, i migliori genealogisti li fanno oriundi di Sarzana in Lunigiana: pare che Carlo Bonaparte di Corsica, rifugiato in Toscana, avendo appreso