Provincia ili Arezzo
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è classificata eia alcuni fra lo alcaline-solforose e da altri fra le acidule-ferriiginoséè Sta forse meglio fra le acidulo-alcaline, predominando in essa i carbonati di soda e di magnesia e il gas acido-carbonico.
3. Acqua del Casino dei Falciai, — Presso il cosici etto Pozzo di San Leo, trasparente» con sapore leggermente acidulo-ferruginoso e temperatura di gradi 1G.25. Fu analizzata dal professore Giulj ed è un'acqua acidula, alcalina, ferruginosa.
4. Acqua della Chiusa dei Monaci o del Palazzone. — Sgorga nel luogo detto le Chiuse, a 5 chilometri a ponente-libeccio^ da Arezzo, con temperatura di gradi 1G.25 e fu analizzata anch'essa dal prof. Giulj. È acidula, alcalina e debolmente ferruginosa.
5. Acqua della Chiusa dell'Aliotti. — Anch'essa scaturisce nel luogo detto le Chiuse od ha la medesima temperatura della precedente. Fu analizzata dal Giulj che la trovò acidula, alcalina, ferruginosa.
G. Acqua del Vingone. — È il Vingone un torrente che ha origine nel poggio di tignano presso Calbi, scende da scirocco verso maestro e, dopo la sua congiunzione al fosso Loto, a ovest di Arezzo, vuotasi nella Chiana, a circa 3 chilometri anzi che inetta foce nell'Arno. Spiccia quest'acqua dalla ghiaia della sponda sinistra del Vingone, ha un sapore acidulo leggermente ferruginoso e la temperatura di gradi 10.25.
7. Acqua di Poggiobosso. — Viene da un terreno di alluvione, a circa 12 chilometri di distanza da Arezzo ed è mentovata dal Rondinella che la qualifica salsa di sai marino e quasi analoga a quella del Tettuccio. Sgorga in un pozzo scavato per uso domestico ed adoperata m bevanda potrebbe esser valevole contro le verinmazioni e le malattie cutanee, comprese le erpetiche, per bagno.
Cenni storici sulla provincia di Arezzo, — Dopo la cacciata del duca di Atene da Firenze, nel 1343, il Comune di Arezzo col suo territorio riebbe i diritti perduti sei anni addietro per debolezza dei suoi capitani. Esso espulse i ministri del Comune di Firenze, il quale, anzi che risentirsene, rinunciò a quel dominio ed inviò oratori a stringere accordo con gli Aretini per averli amici non li potendo più aver sudditi (Macciuavelli, Istor. fior). Fin dove si stendesse a quei tempi il territorio di Arezzo si può agevolmente dedurre da un diploma da Siena di Carlo IV, del maggio 1356, col quale quell'imperatore restituì e confermò alla città il suo antico territorio con le terre e i paesi in esso compresi. Fra questi il più settentrionale era Verghereto alle fonti del Savio, il più orientale Angliiari in vai Tiberina; i più meridionali Montecchio, Fojano e Lucignano in vai di Chiana, e i più occidentali Laterina e Campogialli nel Val damo Superiore: mentre pel Casentino stendevasi sino ai torrenti Treggiana ed Archiano confluenti a destra e a sinistra dell'Arno.
Nella seconda conquista del 1384 il territorio aretino fu incorporato al territorio della Repubblica fiorentina, spenta la quale, passò sotto il Governo granducale. La divisione amministrati va del granducato non fu perfezionata che sotto i granduchi di Casa Lorena.
Il quinto compartimento, quello, vale a dire, di Arezzo, fu costituito da un motuproprio di Leopoldo II, in data 1° novembre 1825. In forza di esso Arezzo divenne centro o capoluogo di nuova provincia, conservata nella fondazione e nel nuovo assetto del presente Regno d'Italia.
Strade ferrate nazionali e provinciali. — La provincia di Arezzo è solcata dalla linea ferroviaria Roma-Firenze. Movendo da Roma entra nella provincia aretina nel piano della Chiana e la prima stazione è a Cortona; prosegue da sud a nord toccando Arezzo ed esce dalla provincia a San Giovanni Valdarno. ilavvi inoltre il tronco a sezione ridotta che riunisce Arezzo a Pratovecchio-Stia, e l'altro, pure a sezione ridotta, da Arezzo a San Sepolcro, parte della linea Arezzo-Fossato.
La strada nazionale da Arezzo a Fossoinbrone, di 40.737 chilometri, tronco da Arezzo al confine perugino presso San Sepolcro.