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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Arezzo - Grosseto - Siena
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 212 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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Mandamenti e Comuni ilei Circondario di Arezzo
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lasciò alcuno opere in latino e in italiano. — Francesco Redi, nato il 13 febbraio 1626, morto il 1° marzo tu97, medico, poeta, naturalista, archeologo, scrittore forbitissimo, archiatra di Ferdinando e di Cosimo III de' Medici, propugnatore del principio omne animai ah oro, autore di opere classiche in verso ed in prosa. — Vittorio Fossombroni, statista, matematico, idraulico, nato nel 1756, morto nel 1844, amministrò il Granducato e si rese benemerito della Toscana per le bonifiche; dimorava nella piazza del suo nome, n. 1. — Tommaso Sgricci, improvvisatore e scrittore di tragedie, nato nel 1798, morto nel 1836. — Antonio Guadagnoli, nato nel 1798, morto nel 1858, poeta faceto elegantissimo e popolarissimo. — Pietro Benvenuti, nato nel 1769, morto nel 1844, restauratore della pittura in Toscana e direttore dell'Accademia fiorentina di belle arti.
Coli, elett. Arezzo — Dioc. Arezzo — Pa (anche nelle fraz. Ttigutino e Quarata), T. (anche nelle frazioni Frassineto, Giovi e Palazzo del Pero) e Str. ferr, (anche nella fraz. Frassineto).
Capolona (2817 ab.). — Nel Valdarno Aretino, siede a 275 metri di altezza, alla falda orientale dell'Alpe di Santa Trinità, che stendesi sino alla sponda destra dell'Arno, fra Castiglion Fibocchi e Talla. Parrocchiale di San Giovanni Battista. La chiesa abbaziale di S. Gennaro a Capolona fu soppressa con altre sul declinare del secolo XVIII ed il suo claustro ridotto a uso campestre dalla nobile famiglia Aretina che ne fece acquisto. Il territorio, protetto dai venti nordici, è atto alla coltivazione degli ulivi, dei gelsi, delle viti e delle frutta più delicate. E bagnato da greco a ostro dall'Arno e da parecchi corsi d'acqua suoi tributari.
Cenni, storici, — Oscura anzichenò ne è l'origine. Fu in prima una badia dei Benedettini e quindi un castello (che vedesi ancor nello stemma del Comune). Fra i primi decreti del duca d'Atene, come principe di Firenze e del suo dominio, ve ne fu uno del 6 ottobre 1342 con cui fu concesso un sussidio agli abitanti di Capolona per la riedificazione del loro castello. Verso la metà del secolo XV fu dei Tortelli, quindi dei Dati e dei marchesi della Stufa sin verso il 1550,
Coli, elett. Arezzo — Dioc. Arezzo — P2 T. ad Arezzo.
Subbiano (400? ab.). — Siede a 266 metri di altezza, alla sinistra dell'Arno, a 14 chilometri da Arezzo, sulla foce dove sì schiude il Valdarno Aretino, con parrocchiale di Santa Maria e altre chiese. Oltre l'Arno, che ne costeggia per lungo tratto i confini occidentali, il Comune è bagnato dal lato opposto dalla Chiassa, la quale si congiungo alla Chiassaccia, A tergo del paese e sull'Alpe di Catenaja ergesi un monte misurato dal padre Inghìrami in 4308 piedi toscani dal livello del Mediterraneo, ora riconosciuto in 1415 metri. Nella parte più elevata della suddetta Alpe di Catenaja vegetano foreste di faggi miste a numerosi pascoli naturali a cui sottentrano, a mezza costa, boschi di castagne e nei colli più prossimi al paese vigneti a ripiani che producono un moscatello il più squisito della regione, mentre nei campi sottoposti prosperano alberi da frutta, dal gelso al ciliegio.
Presso Falciano (506 ni.) e a 3.3 chilometri a greco da Subbiano, sulla sponda sinistra del torrente Ghiora, sgorga un'acqua minerale acidula ferruginosa, analizzata dal professore Giulj e della temperatura di gradi 16.25.
Cenni storici. — Fu posseduto, sin dal secolo X, da Elemberto vescovo di Arezzo e vi avevano anche poderi i monaci Benedettini delle Ss. Flora e Lucilla. Rispetto al dominio temporale del villaggio, già castello di Subbiano, esso fece parte della contea di ©Intignano sin da quando il nobile Grifone del fu Grifone vendè, nel 1119, a Ubertino di altro Ubertino (autore di conti Ubertini di Chitignano e di Talla) tutto ciò che gli apparteneva in Subbiano. In seguito il castello col distretto di Subbiano fu signoreggiato dai Tarlati di Pietramala, finché Pier Saccone, fratello del fu vescovo Tarlati, lo sottomise al Comune di Firenze, da cui si staccò nel 1343 dopo la cacciata del duca
55 — tìjit Patria, voi III, parte 2a.
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