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Parte Terza — Italia Centrale
A sud, presso il villaggio di Pozzo e nella pianura di Scannagallo presso la villa redditi di N'asciano, sorge un tempietto rotondo, la Madonna della Vittoria, fatto innalzare da Cosimo I. su disegno deH'Ammannato, in memoria della famosa Battaglia di Marciano del 2 agosto 1534. In questa battaglia memorabile Pesercito di Carlo Y, di 25.000 iwmini, sotto il comando del marchese di Marignano, sconfisse quello dei Francesi e Senesi capitanato dal maresciallo Piero Strozzi, donde la caduta delle Repubbliche di Firenze e di Siena. Cosimo I fece anche rizzare in quell'occasione sulla piazza di San Felice in Firenze una colonna di marmo mischio di Stazzoma. 11 territorio di Marciano è ferace principalmente in granaglie con pascoli e vigneti.
Cenni storici, — Comecché antico non si hanno notizie certe dì Marciano prima del secolo XI. Del suo fortilizio parlano in piti tempi le storie. Nei suoi dintorni furono scoperte non poche anticaglie, fra le altre, non sono molti anni, un ipogeo con molti vasi etruschi, alcuni ornamenti muliebri d'oro e pietre preziose ed una statua marmorea.
Coli, elett. Cortona — Dioc. Arezzo — Ps ivi, T. a Fojano della Chiana.
Mandamento dì MONTE SAN SAVINO (comprende 2 Comuni, popol 13,945 ab.). — Stendesi a sud'ovest di Arezzo nella parte più elevata della vai eli Chiana; il punto più alto del territorio è quello di Palazzuolo (007 in.) presso cui fu aperta la bella strada fra Arezzo e Siena. 1 principali prodotti agrari consistono in pascoli naturali, castagne, legname da lavoro e da ardere, olio, vino, granaglie e bestiame grosso e minuto.
Monte San Savino (7875 ab.). — Già castello, siede sopra un colle che serve come di base al suddetto monte di Palazzuolo, all'altezza di 330 metri, sulla predetta strada Arezzo-Siena. Chiesa antica dì San Savino che diede il nome al paese. Altra chiesa principale di Sant'Agostino ingrandita da Andrea Contncci (Sansovino) al principio del secolo XV 1 con dipinti nel coro del Vasari. Nella chiesa di Santa Chiara ammirasi il bel gruppo di San Lorenzo fra i Ss. Sebastiano e Iìocco, in terracotta, con altri bei lavori ed un'Adorazione dei pastori, di Andrea della Robbia. I5el palazzo di Monte e gran Loggia sulla piazza principale, (li Antonio da San Gallo. Nuovo Ospedale davanti alla porta, con un'annua rendita di lire 12,000 Fabbriche di carri, di chiodi a mano, di laterizi, d'olio d'uliva. Mulini a vaporo, tintoria, tipografia, legatona.
Cenni storici. — Monte San Savino era già. nel 12S2, uno dei castelli principali degli Libertini, ed una fazione di questa famiglia dì parte guelfa, espulsa da Arezzo, vi sì fortificò, nel 1287, collegandosi al Comune di Firenze e ad altre città e terre guelfe della Toscana. Per tal cagione, scrive Giovanili Villani (Cronica, lib. v, cap. 115), ebbe principio la guerra fra i Fiorentini e gli Aretini, guerra che fu il preludio della battaglia del giugno 1289 nel Campaldino di Certomondo sotto Poppi.
Rimasti vittoriosi i Fiorentini presidiarono in vai di Chiana varie castella, fra le altre quello di Monte San Savino, considerato qual baluardo anche nel 1309, quando i Tarlati tornarono a cacciar da Arezzo i Guelfi rimessi in patria. Per la qual cosa i Fiorentini, nel maggio di quell'anno, mossero da Monte San Savino ardendo e guastando tutto il contado di Arezzo sino alle porte della città.
Fino al 1325 Monte San Savino rimase sotto il dominio di Firenze, ma in quell'anno cadde in potere del vescovo Tarlati di Arezzo, il quale ne fece atterrare le mura e \i andò egli stesso con le sue genti Panno seguente sloggiandone gli abitanti, ch'erano più di 1000, e disfacendo tutta la terra. Dopo la cacciata del duca d'Atene Monte San Savino tornò in potere degli Aretini finche, nel 1385, ricadde con Arezzo stesso e il suo contado sotto la signoria di Firenze.
Nel 1478 fu occupato por un po' di tempo dalle truppe del re di Napoli ni guerra coi Fiorentini. Nel 1550 fu dato in feudo da Cosimo I col titolo di contea a Baldovino Monte, fratello di papa Giulio III ; e nel 1604 al conte Gian Antonio Orsini di Piti? gli ano. Nel 1044, tornato ai granduchi fiorentini, fu assegnato da Ferdinando lì in