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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Arezzo - Grosseto - Siena
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 212

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Terza — Italia Centrale
   quella della nobilissima prosapia dei conti Guidi che nel Casentino signoreggiarono gran parte della Toscana, ed erano di ricchezza e di possanza proverbiali. Federico II confermò, nel 1247, al conte Simone Guido le contee di Poppi e di Battifolle. Nel 12S9 gli abitanti presero parte giù nel piano di Certomondo alla battaglia di Campaldino in cui pugnò, com'è noto, l'Alighieri : è poi generalmente accettato che Dante fosse ospitato dai conti Guidi a Poppi dall'estate 1310 alla primavera 1311. Verso la metà del secolo XIV il conte Simone II Guido andò a Firenze a difesa del popolo in occasione della cacciata di Gualtieri duca d'Atene e, ripristinato l'ordine, la Repubblica fiorentina gli restituì in guiderdone parecchie terre e castella ch'erano state tolte al conte Guido pel mal governo che ne faceva. Nel 1410, avendo le truppe fiorentine sconfitto Nicolò Piccinino, generale del duca Visconti di Milano, la Signoria di Firenze, per punire Francesco II da Battifolle ch'erasi unito ad esse, gli tolse tutti i castelli, e nel medesimo anno la terra di Poppi fu aggregata al distretto di Firenze. Nel 1502 il castello di Poppi si arrese in breve a Vitellozzo Vitelli ribelle alla Repubblica, ma nel 1520 respinse invece con gran valore due reggimenti dell'esercito del principe d'Orango clic recavasi ad assediare Firenze.
   Uomini illustri. — Poppi diede i natali a Santi Caseosi, succeduto ad Annibale Ben-tivoglio nella signoria di Bologna perchè riconosciuto figlio naturale (li Ercole Benti-voglio e di una popolana di Poppi, moglie al legnaiolo Angiolo Caseosi; allo scultore ed architetto Jacopo Turriani; al medico Francesco Foli, che vuoisi inventore, nel 1024, della trasfusione del sangue; al pittore Francesco Morandini, più noto col patrio nome di Poppi ; all'infelice Tommaso Crudeli, poeta e favolista, ultima vittima dell'Inquisizione in Toscana: fu carcerato nel 1739 e dopo un anno di prigione durissima rilasciato così mal ridotto (li salute che poco dopo mori, e all'insigne geologo abate P. Ambrogio Soldani.
   Coli, elett. Bibbiena — Dioc. Fiesole e Arezzo — P2 T. e Str. ferr. (anche nella fraz. Vorrena).
   Castel San Nicolò (5S1Ò ab.). — A 4t)0 metri circa d'altezza, sopra il risalto d'un poggio, sulla sponda destra del torrente Solano, un po' prima del suo sbocco nell'Arno. La parrocchiale, del secolo XII, sorge sotto l'antico castello, e di là del Solano la borgata principale. Strada munita, dopo le devastazioni del 1745, di mura per proteggerla dai torrenti impetuosi che scendono dall'alto Pratoniagno. Meritano menzione gli avanzi dell'antica Potesteria e più la chiesa di S. Martino in Vado con colonne a bizzarri capitelli nel genere detto e dell'epoca approssimativa della contessa Matilde.
   Istituto di beneficenza fondato col lascito di 0500 scudi del dottor Luigi Gatteschi. Il territorio, montuoso per la massima parte, è ricco di castagneti, di boschi, di piante d'alto fusto e di praterie naturali; vigne ed alberi da frutta nelle colline; molto bestiame porcino e pecorino. L'industria fabbrica principalmente botti e barili di legno di castagno. Fiere e mercati.
   Cenni storici. — Nel 1310 gli abitanti di Castel San Nicolò ribellaronsi al conte Galeotto Guidi loro signore per darsi alla Repubblica fiorentina che ne formò la potesteria detta della Montugna fiorentina; e nel 1410 resisterono valorosamente alle schiere di Nicolò Piccinino, condottiero milanese, ma finì col doversi arrendere: sicché poscia i Fiorentini, riacquistato il Casentino, credettero meglio farlo smantellare come gli altri loro castelli della regione.
   Coli, elett. Bibbiena — Dioc. Fiesole — Ps T. nella fraz. Strada.
   Montemignajo (1379 ab.). — Sorge all'altezza di 907 metri, in poggio, sulla pendice australe del monte della Consuma, a 17 chilometri da Poppi. L'antica parrocchiale di Santa Maria in Montemignajo è ricordata, sin dal 1103, in una Bolla di Pasquale II ai vescovi di Fiesole; è a tre navate in macigno lavorato e, risalendo la sua costruzione ai primi tempi dopo il mille, va annoverata popolarmente fra le tre pievi più antiche del Casentiuo fra le tante edificate dalla pietà della contessa Matilde.