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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Arezzo - Grosseto - Siena
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 212

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni ilei Circondario di Arezzo
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   Firenze deliberò poi cbe il castello di Loro col suo territorio (comprese sin dal secolo XI sotto la giurisdizione politica di Firenze) fosse aggregato al distretto fiorentino con altre castella del conte Aghinolfo di Romena dei conti Guidi clic le possedeva con altri paeselli nel Yaldarno Superiore. Il granduca Ferdinando II, con diploma del 26 dicembre 1646, concesse, col titolo di marchesato, il feudo di Loro e suo distretto al senatore Pier Capponi per esso e pei suoi figliuoli, mancati i quali il feudo tornò alla Corona granducale. Il granduca Leopoldo I, con suo rnotu proprio, eresse poi Loro in Comunità del distretto fiorentino in un con parecchi conmnclli e paesi, Coli, elelt. Montevarchi — Dioc. Arozzo — P2 T.
   Pian di Scò (3110 ab,). — Siede a 400 metri circa d'altezza, in mezzo ad una costa olivata e vignata, in vicinanza al grosso torrente Riesco che scaricasi nell'Arno davanti Figline, con parrocchiale di Santa Maria di Scò, della cui antichità porge testimonianza un antico capitello di altra vetustissima chiesa innestato sopra una colonna delle sue tre navate. Nel terreno ghiaioso, detto Sansino, che cessa a circa 250 piedi sopra 1 livello dell'Arno, trovansi sepolti molti avanzi fossili di grandi mammiferi estinti, mastodonti, ippopotami, elefanti e altre specie di animali che resero segnala* tissima nella paleontologia codesta regione, alla destra segnatamente dell'Arno fra Montevarchi e Figline. Il territorio di Pian di Scò è coltivato con amore ed intelligenza dagli abitanti, ì quali sanno potar bene le viti, sfrascare gli ulivi e mantenere fruttiferi i poderi che tengono a mezzeria.
   Cenni storici. — Nel 1809 e 1810 il territorio di Pian di Scò fu dichiarato Comunità e staccato per la maggior parte da quella di Castelfranco di Sopra.
   Coli, elett. Montevarchi — Dioc. Fiesole — P2 ivi, T. a San Giovanni Val d'Arno.
   Terranuova Bracciolini (8124 ab.). — Di forma quadrangolare con mura torrite e in mezzo una piazza, non più antica del 1337. Giace alla base dei colli, alle radici del monte Pratomagno, a 156 metri d'altezza dal livello del mare e presso la sponda destra del torrente Ciutfenna, affluènte dell'Arno. Parrocchiale di Santa Maria e belli edifizi di proprietà di famiglie patrizie fiorentine. Le famiglie sparse nella campagna adiacente formano venti popolazioni, alcuna delle quali ha entro le mura del paese la propria chiesa con parroco. Oltre varie scuole, Terranova possiede un Asilo infantile fròebeliano, una Società operaia, un'Accademia teatrale. Circolo e Confraternita di Misericordia. La popolazione è essenzialmente agricola e i prodotti naturali consistono in boschi, pascoli con bestiame, cereali, vino, olio e frutta di varie specie.
   Il territorio non ha monti, ma colli e spiaggie, che formano la base dei colli più elevati di Loro Ciuffenna. Codesti colli e spiaggie, che costituiscono una specie di altipiano, sono formati di sabbione e coperte d'un terreno siliceo ghiaioso, detto sarsino (forse del colore della sarsa), in cui sogliono trovarsi, come in Pian di Scò, avanzi fossili di grandi mammiferi estinti, per modo che 11011 havvi naturalista che percorrendo la Toscana tralasci di visitare, nel Valdarno Superiore, i territori di Castelfranco, di Pian di Scò e di Terranuova Bracciolini che nascondono nelle loro viscere la maggior quantità di avanzi di mastodonti, ippopotami, elefanti e altre specie perdute.
   Cenni, storici. — Il primo decreto della Signoria di Firenze risguardante la costruzione di Terranuova è in data del gennaio 1299 contemporaneamente a Castelfranco di Sopra e a San Giovanni; ma questo di Terranuova non fu mandato ad effetto che prima del 1337, vale a dire, quando la Signoria fiorentina, per attrarvi abitanti dalle castella circonvicine, accordò loro franchigie liberandoli dalle vessa/ioni e angherie dei conti Guidi degli libertini e dei Pazzi del Valdarno. Alla pianta e costruzione dì Terranuova servirono di modello altri paesi fatti edificare in quel tempo dalla Repubblica fiorentina, i cui disegni si dicono di Arnolfo di Lapo. Nel 1529 Terranova fu saccheggiata dall'esercito imperiale, condotto dal principe di Grange.
   59 — (La fi^ntn-iaj voi. Ili, parte S».