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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Arezzo - Grosseto - Siena
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 212

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   oc l'arte Terza — Italia Centrale
   diversivi. 1?Ombro»e è arginato in gran parte ed accavalciato da bellissimi ponti in ferro, che rendono più agevoli le comunicazioni fra le varie parti della provincia,
   2. La Bruna o Bro.va (la Salebrona degli antichi), scaturisce dal lago dell'Accesa, e, dopo girato tortuosamente il poggio di Pietra col castello reso celebre dall' infelice Pia de' Tolomei. mette in mare, dopo un corso di circa 43 chilometri e dopo accolti parecchi affluenti, alla Fiumara o porto di Castiglione della Pescaja.
   3. La Pecora nasce dalle pendici di Montebamboli e, dopo un corso tortuoso di circa 24 chilometri nel territorio niassetano, depone con un ramo le sue acque limacciose nel parlale di Scarlino e scaricasi colf altro nella marina presso la torre del Puntone. Ha parecchi affluenti a destra e a sinistra, sì che gonfia spesso devastando le campagne adiacenti.
   4. La Corni a nasce sulle pendici meridionali dei monti fra Serrazzano e il Sasso, dal lato opposto dei quali monti le acque scolano nel fiume Cecina. Dopo un corso di circa 30 chilometri e dopo accolti, a destra e a sinistra, nel suo alveo brevi corsi d'acque, fra cui il torrente Milia, spaglia verso la spiaggia e vuotasi per varie, foci nel mare presso Piombino. L'antica strada postale lo attraversa con un bel ponte ni marmo.
   ó. L'Alregna scende dal fianco meridionale del monte Labbro nella Maremma grossetana da un'altezza di circa 1000 metri, riceve a destra e a sinistra molti affluenti, tocca le, rovine di Saturnia e, dopo un corso di circa >S chilometri, entra in mare poco lungi dalla Torre delle Salme, fra Talainouacrio e 1 istmo occidentale di Orbetello, detto del Tombolo, che conduce al monte Argentario e a Porto Santo Stefano.
   G. La Fiora, detto anticamente Anilina, scaturisce a GS7 metri d'altezza, a Saula Fiora, in un antico feudo degli Sforza-Cesariui. ove mette in moto mulini e ferriere, percorre per ampio tratto il territorio grossetano sino al limite estremo del Connine di Pitigbaiio; entra poi sotto Montacuto nella provincia di Roma e gittasi nel Tirreno a Torre di Montalto, dopo un corso di SO chilometri, in un bacino di 1-2-2 chilometri quadrati. Dove sorgeva l'antica Yulci, sull'antica via Amelia, è il ponto forse etrusco, detto il /'onte della lìmiìa, di grossi massi quadrati ili tufo senza cemento.
   7. La Cecina, che scorre principalmente indie provincia di Siena e Pisa, bagna nuche una piccola porzione di quella di Crosso tu, W chilometri quadrati a un incirca presso le Cornale dì Cerfalco, vicino al poggio di Montici! ove ha le fonti a circa 700 metri di altezza.
   Laghi e Padult — 1 laghi principali della provincia grossetana sono i tre seguenti: 1° il lago dell'/l'rr.sY/, nella Maremma massetana, a sud-est di Massa Marittima, con una superficie di i'òOO metri quadrai» e IO metri di profondità: dal suo emissario piglia origine il suddescritto fin ino Bruna ; d lago di Barano, già esistente ai tempi di Carlo Magno, con lina superficie di 3.V) ettari, metri 1.35 di profondità ed acqua salsa ; 3 il lago di Orbetello, prosciugato u parte, che circonda la città omonima, di un perimetro di 3G.S chilometri e allo stesso livello del mare.
   Fra i paduli sono notevoli i seguenti: padule di T ihniunu, della Bassa dì Barano. di Tagliala, di l'eschìcra e del llhzi, ili Comune di Orbetello, m totale ÌOGO ettari : il padule di Sparlino, -iSS ettari; le Basse lungo la Sovata; le Basse di Brema, di Ombrane, 120 ettari; le Basse grandi del padule di Castiglione della Pescaja ed i ristagni alla Molla. Taceremo dei varii stagni, troppo gin avendo detto delle acque palustri grossetane, pei passare alle
   Bonifiche. — 1 lavori pel bonificamento delle valli della Cornia e dell'Ombrone dal 1S2S al ISSO avevano per mira in primo luogo la separazione delle acque salse dalle dolci ; in secondo luogo la soppressione di tutti i ristagni acquei mediante fossi di scolo la dove la pendenza naturale del terreno lo permetteva; e per ultimo il rialzamento del loudo dei paduli per mezzo delle colmate; fu questo il sistema preferito