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l'arte Terza — Italia Centrale
Bagno Secco, e creduto un avanzo di bagni romani. Anche nel villaggetto trovatisi ancora ruderi dei tempi romani: un pilastro con mezze colonne scanalate, probabilmente un frammento di un tempio, e, dirimpetto alla casa del suddetto marchese Panciatichi, due altari in travertino del tempo dì Marco Aurelio.
A ovest di porta Romana una massa di travertino, alta 4 metri, con vestigia di scala per salire in alto a tre sepolcri. Ma il vero sepolcreto (Piano di Palma) sta nella bassura di là dell'Albegna. quasi tre quarti d'ora dalla città e vi si arriva per la traccia dell'antica strada per Roselle. I sepolcri, assai numerosi e singolari in sommo grado, consistono in camerette riquadrate entro un tumulo con la terra accumulata in giro, sì che tutto rimane nascosto sino al coperchio. Le camerette, di rozze lastre di travertino, variano in lunghezza da 3 a 0 metri, in larghezza da 2 a 4 e in altezza da 1 e mezzo a 2. L'intiera costruzione è così infantilmente semplice che i sepolcri pare risalgano ad un'epoca anteriore all'etnisca.
Cenni storici. — Non vi ha alcun dubbio che Saturnia era una città etnisca ; e come Plinio dice che la si chiamava anteriormente Aurinia (in, 5, s. S) è probabile che tale fosse il suo nome etrusco e che ricevesse quello di Saturnia al tempo della colonia romana. Ma non se ne trova menzione nell'istoria durante il periodo dell'indipendenza estrusevi ; e non è certo fondato il supposto di Mtiller (f*triiskcr, voi. ì, p.350), che la fosse una delle dodici città della Confederazione etnisca. Dionisio (ì, 20) in vero la ricorda come una delle città fondate dai Pelasgi e tolta loro successivamente dai Tirreni e dagli Etruschi; ma, quantunque ciò sia una valida prova dell'antichità della città, nulla attesta che la fosse una città di grande importanza sotto gli Etruschi; e pare persino probabile che prima della loro caduta Saturnia fosse divenuta una mera dipendenza di ('uhira. altra antica città etnisca, la quale pare cessasse di esistere in un periodo assai primitivo, lasciando il suo nome ad un tratto di territorio detto Ager Caletranus (Plin., in. f>. s. b). Livio (xxxix, :>~>) almeno, parlando dello stabilimento della colonia romana di Saturnia, dice che la si trovava in Agro calcinino.
La fondazione di codesta colonia nel 1S3 av. C. è l'unico fatto storico pervenutoci intorno Saturnia; essa era una colonia civium; Plinio veramente la dice un'ordinaria città municipale soltanto, ma Tolomeo le dà il grado di colonia e come tale essa é ricordata in un'iscrizione dei tempi imperiali ((mutku., Inter., p. 1003, S). E probabile perciò che ricevesse tuia nuova colonia sotto l'Impero romano.
II. — Cosa od Anseclouia.
Siede quest'altra antica citta etnisca a 1 ora e mezzo a sud-est da Orbetello, in colle che addentrasi a guisa di promontorio nel mare, con a destra il Tombolo della Feuiglia clic lo separa dallo Stagno di Orbetello ed alla sinistra lo spacco, detto della lìeijiua, e la torre detta Tagliala con una striscia di litorale che lo separa dal lago di Durano; mentre a greco e a settentrione passa l'antica via Amelia che inoltrasi da Cosa a Montalto ove fu il l'oro Aurelio.
Dice il Mirali ( Antichi }>op. Hai.) che Cosa sarebbe di tutte le città etnische la meglio conservata nelle sue opere militari se Volterra non avesse una precedenza meritata sopra tutte le altre. Le mura etnische di enormi massi calcari in forma poligonale irregolare senza cemento ma commesse così bene clic sono liscie come un bigliardo. sussistono ancora in gran parte con due porte, una delle quali a greco conserva l'incanalatura della sua cateratta, mentre l'altra a maestro serve di accesso alla città salendo dalla via Amelia in cui veggonsi gli avanzi del solido selciato che la copriva.
Di un tempo assai posteriore all'etrusco sono però le vestigia di un arco in pietra di rozza struttura, un colombario lungo la detta via, fra la porta a maestro e la strada Amelia, e pochi altri avanzi di edilizi nascosti fra gli olivastri, le marruche e gli sterpeti che coprono l'area quasi circolare di quest'antica città, la (piale ha circa un miglio di