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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
Il Sanino e 1 Sanniti
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confederazione col titolo di Emlratur, forma sabellica corrispondente al latino Imperatftr (Liv., x, 1; Niebuiik, voi. r, p. 101). Ala noi non troviamo menzione, anche nelle occasioni più solenni, d'alcun Consiglio regolare od assemblea deliberante per diligere la politica della nazione.
La prima menzione dei Sanniti nell'istoria romana occorre nel 354 av. C., allorché strinsero un trattato ili alleanza con la Repubblica, i cui progressi militari già incominciavano ad attrarre la loro attenzione (Liv., vii, 19; Dioo., xvi, 45). È probabile che i Sanniti, i quali già erano padroni di Isernia e dell'alta valle del Volturno, spingessero in quel tempo le loro armi giù per quella valle ed a traverso la regione montana al Liri, allora occupato dai \olsci, dagli Aurunci e da altre tribù di origine Ausonia od Osca. Non andò guari che questa espansione territoriale gli trasse a cozzo coi Romani, nonostante la loro alleanza recente. Fra le tribù minori in questa parie d'Italia erano i Sedi-cini, i quali} comecché situati sui confini della Campania, avevano conservato sino allora la propria indipendenza e non erano compresi nel popolo Campano. Questo piccolo popolo, assalito, non si sa per pai cagione o pretesto, dai Sanniti, non sentendosi capace di competere con vicini cosi potenti, invocò l'aiuto dei Campani. I quali, nonostante la loro connessione coi Sanniti, sposarono prontamente la causa deiSedicini, ma altro non fecero clic attrarre la tempesta sul proprio capo; imperocché i Sanniti rivolsero allora le loro armi contro i Campani e, dopo occupalo, con un buon nerbo di truppe, il monte Tifato, sovrastaine a Capua, scesero nella pianura, sconfissero i Campani in battaglia campale alle porte stesse di Capua e gli rinchiusero entro le mura della città (Liv., vii, 29). In quest'estremità i Campani invocarono l'aiuto dei Romani e il Senato, dopo qualche esitazione, a cagione dell'alleanza recente coi Sanniti, annui (Io., 30, 31).
Di tal modo ebbe principio la prima famosa Guerra Sannita (343 av. C.), una guerra lunga e accanita, la quale doveva decidere da ultimo se la supremazia d'Italia doveva rimanere ai Romani o ai Sanniti. La prima lotta fu però ili breve durata. Nella prima campagna i due consoli AL Valerio Corvo e A. Cornelio Cosso riportarono due vittorie decisive: una alle falde del monte Gauro, l'altra presso Satinila. La prima di queste vittorie, come osserva il INiebiihr (voi. in. p. 119), ebbe un'importanza speciale: fu il primo cozzo fra due nazioni rivali e poteva essere preso come presagio dell'esito finale della lotta.Una terza battaglia presso Snessnla (Sessola), ove i residui dell'esercitosconiitto a monte Gauro riassalirono, dopo essere stati rinforzati, il console Valerio, ebbe fine di bel nuovo con una vittoria decisiva dei Romani e ambidue i consoli trionfarono dei Sanniti (Liv., vii, 32-38; Fasti Capii.).
L'anno seguente le operazioni militari dei Romani furono impedite da un ammutinamento nel loro proprio esercito, di cui si prevalse la plebe in Doma ove scoppiarono dissidi! Codeste cause, in un con la disaffezione crescente dei Latini, predisposero naturalmente i Romani alla pace ed un trattato di pace fu conehiuso infatti coi Sanniti nell'anno seguente, 341 av. C. I Romani abbandonarono i Sedicini al loro destino e lasciarono che i Sanniti colorissero i loro disegni aggressivi contro quel popolo infelice (Liv., vini 1, 2).
La pace, che pose line alla prima Guerra Saiimtica, rinnovò l'alleanza preesistente fra Romani e Sanniti. Questi ultimi presero parte per conseguenza nella gran guerra contro i Latini e i Campani, scoppiata quasi immediatamente, non come nemici ma come alleati di Roma, e i Romani poterono cosi giungere nella Campania a traverso il paese dei Alarsi e dei l'eligni e giù per la valle del Volturno.
Durante i quindici anni susseguenti sino alla rinnovazione delle ostilità fra Roma e il Sannio, il corso degli «culi fu quasi uniformemente favorevole alla prima. La fine fortunata della guerra coi Latini e i Campani e la consolidazione della potenza romana in ambidue quei paesi avevano grandemente accresciuta la potenza della Repubblica, e questa ne aveva tratto profitto sottomettendo parecchie delle più piccole tribù indipendenti in vicinanza — gli Ausonii, i Sedicini e i Frìvernati — che compariscono in questa occasione come indipendenti e separati dagli altri Volsci, Ala la potenza dei Volsci pare fosse in quel tempo assai menomata e fu, a quel che sembra, durante questo intervallo che i Sanniti combatterono vittoriosamente contro questo popolo, strappandogli o distruggendo le città di Sora e di Fregella (Ceprano) nella valle dèi Liri, mentre minacciavano la medesima sorte a Falira-te.ria (Talvaterra). Questa mossa diede ombra ai Romani, mentre i.Sanniti dal canto loro non potevano vedere con indifferenza la sottomissione dei Sedicini ed era evidente che una nuova rottura fra