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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
11 Sannio e 1 Sanniti
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però continuarono a tenere il fermo ed un esercito, cli'erasi gettato in Nola, protrasse la sua resistenza contro tutti gli assalti di Siila. Quindi, al termine dal secondo anno della guerra (89 av. C.), quando tulle le altre nazioni d'Italia eransi successivamente sottomesse ed erano state ammesse alla franchigia romana, i Sanniti e i Lucani erano sempre insottomessi ed alimentavano una specie di guerra di guerilla nelle loro montagne, mentre la fortezza ben munita di Nola gli incitava a mantenersi sempre nella Campania.
In questo stato di coscia guerra civile scoppiata fra Mario e Siila cambiò la natura della lotta, I Sanniti sposarono ardentemente la causa di Mario per. un sentimento naturale d'inimicizia contro Siila, dalle cui armi avevano avuto tanto a soffrire e la parte che presero nella guerra accesa, dopo il ritorno di Siila in Italia nell'83 av. C., fu cosi importante ch'essi impressero in certo qual modo il carattere di una guerra nazionale a quella che non era, propriamente parlando, che lina guerra civile.
Un gran numera di essi servirono nell'esercito del giovane Mario, il quale fu sconfitto da Siila a Sacriporto, fra Signa e l'reneste nel Lazio (Appiano, />. C., i, 87); e poco appresso un esercito, composto in gran parte ili Sanniti e Lucani, sotto il comando di C. Ponzio Telesio, fece un tentativo disperato per liberare Preneste marciando improvvisamente contro Roma stessa. Furono affrontati dall'esercito di Siila alle porle stesse, della città e la battaglia del 1° novembre dell'82 av. C. a Porta Collina, con tutto clic terminasse con la vittoria compiuta di Siila, fu rammentata per lungo tempo come uno dei più grandi pericoli a cui fu esposta Roma in tutti i tempi. Ponzio Telesino rimase sul campo di battaglia e Siila sfogò il suo odio implacabile contro i Sanniti mettendo a fil di spada senza misericordia 8000 prigionieri fatti nella battaglia (Strai?., v, 219; Pi.ut., Sulla, 30). Egli aveva già fatto mettere a morte tutti i Sanniti fatti prigionieri alla battaglia di Sacriporto, allegando che essi erano gli eterni nemici del nome romano, e in forza di ciò ei diede mano ad una devastazione sistematica del loro paese col fine espresso di estirpare tutta la nazione (Strad., I. c.). Mal si può credere ch'egli mandasse pienamente ad effetto questa sanguinaria risoluzione, ma noi apprendiamo da Strabone che più di un secolo dopo la provincia era sempre in uno stato di estrema desolazione e die non poche delle già floride città sannitiche erano ridotte alla condizione di meri villaggi, mentre altre erano scomparse affatto (Strab., i. e.).
Né è probabile che il Sannio si riavesse più da questo stato di depressione, dacché leggesi in Floro (i, 10, § 8) ch'esso trnvavasi ai di suoi in una quasi compiuta desolazione. Sembra, a dir vero, clic alcuni tentativi fossero fatti sotto l'Impero Romano per far rifiorire la sua popolazione con nuovi coloni per opera segnatamente di Nerone, il quale fondò colonie a Saepinum (l'odierno Sepino), Tclese ed Isernia; ma nessuna di esse pervenne ad una grande prosperità e l'intiera regione pare fosse scarsissimamente popolala e ridotta quasi per intiero a pascolo. Solo Benevento conservò la sua importanza e continuò ad essere una città florida per tutto il periodo dell'Impero Romano.
Nella divisione d'Italia sotto Augusto il paese degli Irpini fu separato dal rimanente del Sannio e posto, cnll'Apulia e la Calabria, nella Seconda Regione, mentre il rimanente dei Sanniti fu incorporato nella Quarta Regione insieme ai Sabini, ai Frentani, ai Peligni, ecc. (Plin., iii, s. 11,1G, ecc.).
In un periodo posteriore questo distretto fu scomposto e il Sannio costituì, col paese dei Frentani, una provincia separata. La Provincia Samnii è reiteratamente mentovata nelle iscrizioni del IV secolo ed era governata da un ufficiale detto Praeses (Mom.msen, Die Lib. Col., p. 206). La stessa denominazione continuò ad essere in uso dopo la caduta dell'Impero Romano e il nome dì Sannio qual provincia separata rinviensi in Cassiodoro e in Paolo Diacono (Cassiod., Var., xi, 30; P. Diac., Ilist. Luikj., 11, 20). Le sole città in essa clic conservarono una qualche importanza al tempo di Paolo Diacono furono Aufnlena (ora Altalena), Isernia e Benevento.
L'ultima divenne, come vedremo, sotto i Longobardi la capitale di un ducato indipendente e potente che sopravvisse lungo tempo alla caduta del regno longobardo nell'Italia Settentrionale. Ma nelle rivoluzioni mcdieviche andò smarrita ogni traccia del nome e degli antichi confini del Sannio.
Presentemente il nome di Sannio si dà ancora ad una porzione dell'ex-reaine di Napoli ; ma essa non e clic una denominazione rinnovata al distretto che addimandavasi previamente il Contado di Molise. Questo e la provincia adiacente del Principato Ulteriore (ora provincia di Avellino) comprendono la maggior parte dell'antico Sannio; ma i confini moderni non collimano con le divisioni antiche
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