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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2'JO
   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   Limpida, abbondevole e freschissima sorge l'acqua in tre punti del paese, da fontane che mancano ancora di vasche. In tempi che furono orativi ferriere e cartiere. Abbondano nel territorio le castagne, le patate, i pascoli, i boschi.
   Cenni storici. — Fu un feudo delle famiglie Terrascone, Um ilio ed Acerbo e fu poi dato in dono a Ruggiero di Lauria col titolo di barone. Passò quindi ad altri signori, fra i quali a Pompeo Colonna, al quale fu venduto nel 15G0 e per ultimo ai Moscara col titolo di marchesato. Molto antica è la sua costituzione a Vescovato, che nel 1818 passò in perpetua amministrazione all'arcivescovo di Salerno, mantenendovi però una curia distinta e separata.
   Uomini illustri. — Diede i natali a Pietro Vezzo, vescovo di Salerno, versato in filosofia e in medicina, all'abate Salvatore Sansone e al vescovo Angelandrea Zottoli. Il Sansone per tiranniche persecuzioni si ridusse a Parigi, dove meritò d'insegnare diritto canonico in quella famosa Università, e rimpatriato nel 1807 fu inesso a reggere il dipartimento dei culti nel Ministero napoletano; il Zottoli fu valente oratore sacro: rifiutò più volte la mitra episcopale e da ultimo accettò di essere vescovo ausiliare dell'arcivescovo di Salerno. Mori nel 1850. — Fra gli altri cittadini illustri ricordiamo Giovanni Freda, presidente di Gran Corte nell'antico regno di Napoli; Alfonso Maria Freda, pro-vicario generale, che più volte modestamente rifiutò il vescovato insistentemente offertogli; Stanislao Freda, che fu ispettore sanitario in Alessandria d'Egitto e meritò il titolo di Bei/; i due viventi fratelli Zottoli. avv. Cannine e il gesuita Angelo Andrea, che da più anni vive nella Cina ed è autore di un Corso di letteratura cinese in cinque grossi volumi.
   Coli, elett. Montecorvino Kov. — Rioc. Salerno — P2 e T. locali, Str. ferr. a Montecorvino Rov.
   Montecorvino Pugìiano (5752 ab.). — Sorge in amena postura, alle falde di verdi colline, onde l'occhio si spazia per l'ampio e ceruleo golfo di Salerno e per le estese verdeggianti pianure, che dai monti della costiera agli Alburni e ai monti del Cilento vagamente si adagiano e aprono, formando le piane di Salerno, di Eboli e di Pesto, dove numerose e pregiate razze di cavalli vi pascolano, nonché vacche, bufali, armenti, e dove di tratto in tratto sorgono campi di ben rimiuieratrici colture e verdeggiano alberi, viti e giardini di squisiti prodotti.
   Giace Montecorvino Pugìiano a 350 metri d'altezza e dista 7 chilometri da Monte-corvino Rovella, cui si va per una strada carrozzabile comunale, cli'è una vera terrazza a mare. Vi prosperano gli ulivi, la vite, gli aranci, i cereali, i fichi, i legumi, le fruttai e le borgate di Fajano e di Pontecaguano specialmente sono le più feraci e ricche del Comune, irrigate come sono dal Picentino e da altre varie sorgenti di limpidissima acqua. Più importante e notevole è Pontecaguano, sorto proprio là dove un tempo grandeggiava l'icentia, e conta un 5000 abitanti, con ufficio telegrafico, posta, stazione di carabinieri e ferrovia.
   Acque minerali —Ve n'ha parecchie; principale e massima quella detta Fetente, che versa nelle ventiquattro ore 550 litri d'acqua solfiirea, alla temperatura di 22 gradi ed è efficace per bagni e come bibita. Da poco vi si costrusse un bellissimo stabilimento balneare, al presente (18J7) poco conosciuto, per cui non si apre ogni anno. L'acqua contiene gas idrogeno solforato, acido carbonico, carbonato di soda e di magnesia; e le acque di Fajano sono cariche e sature di carbonati di calce, che formano poi coi loro depositi certa specie di tufi (travertino) leggieri, resistenti e ricercati per la fabbricazione, perchè fanno buona lega e presa con la calce. Queste acque si usano anche ad imbiancar la tela.
   Cenni storici. — Ad un chilometro appena ad est eli Pontecaguano, sulla consolare delle Calabrie, solitaria sorge un'umile taverna con quattro stanzette di sopra, che ab immemorabili è appellata Vicenza, corruzione di l'icentia. Poco di là, anche sulla