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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Salerno
   3-27
   strada, mi altro gruppo d'ima quarantina di case si dice Sant'Antonio a Vicenza. Negli scavi eseguiti per la costruzione della ferrovia e in quelli per la coltura del cotone, quando ferveva la guerra interna americana, vi si rinvennero pregevoli vasi etruschi, l ince, daghe, corazze, elmi e grande quantità di ossa umane. Nel corso di questo anno ( 1897), 111 una cava di tuli (travertino) del farmacista cav. Giacomo Olivieri, si trovò ini avello o tomba artisticamente disposta e lavorata con entravi la salma di un guerriero, supina, intatta, ina ridottasi in cenere non appena tocca dall'aria. Aveva una lancia acuminata, cintura ili rame foderata di tela nella parte a contatto col ventre, i cui due gancetti artisticamente lavorati entravano in appositi buchi compassatamente forati secondo che convenisse stringere o allargare la cinta, un anello d'oro al dito, un'anforetta di creta e una coppa di rame ben conservata. Più in là di questa tomba si rinvenne di recente un altro guerriero pure con lancia e coppa dì rame.
   I Picentmi signoreggiarono senza dubbio nella bella pianura di Pontecagnano, che nasconde sotterra tanti avanzi d'arte e civiltà antica e vide colorate in rosso le sue acque del Piceni ino, e stabilirono la maggior loro sede, quando, consoli Quinto Ogulneo e Caio Fabio Pittore, furono, aspramente combattuti dai Romani nel 268 a. C., vinti dal console Sempronio Sofo e furono cacciati dalle natie loro contrade del Piceno, tra gli Apennini e il mare Adriatico. A Surrento ad Silaruui amnem triginta mìltia passuum ager Picenlinus, scrive Plinio (Jlist. nat., libro m); ma la città capitale fu Picentia, fondata da loro e sorse e fiorì dove abbiamo detto. Nella seconda Guerra Punica misero in ordine un esercito a favore di Roma; ma non dimentichi mai delle onte patite e delle soverchierie dei dominatori, quando videro rallentare il volo alle aquile romane, fiaccate dal gran Cartaginese, volsero le spalle agli sconfitti di Canne e tennero pel vincitore del Trasimeno. I Romani peraltro non li scordarono, e non sì tosto più ardito e veloce ripigliò il volo la loro aquila fatale, presero aspra vendetta dei Picentini, li cacciarono dì patria e li condannarono ad andare raminghi, a viver dispersi nelle borgate e a farla da pubblici uiessaggieri e da procaccini. AI triste ufficio fu deputato il dittatore P. Galba, e lo storico Strabene, parlando di loro, dice: Nunc per pagas habitant a lìómauis urbe expulsi, quod Annibali se coniuxissent, quo quidein lieipublicae statu prò militi a iis iniunctum fuit, ut enrsores et tubellarii esseni (Stkab., pag. 251).
   Scoppiata più tardi la Guerra Sociale, Marsica o Italica, i Picentini, che mordevano il freno, mandarono i loro deputati in Corfinio e con gli altri popoli si collegarono. Incerta fn dapprima la fortuna delle armi e vuoisi che P. Presenteio, picentino, abbia dato una solenne rotta ai Romani guidati da Perpenua (Api'., I>e bello civil., lib. i). Ma il fine della guerra, che fu cagione di gravissimi danni ad altre illustri città, non riuscì meno funesto a Picenza, le cui mura furono distrutte dal ferro e dal fuoco dei Romani. Ecco sul proposito Anneo Floro : Ecce Ocricvlae, ecce Grumentum, ecce Fesitlae, Corseoli, Peate, Nuceria et Picentia caedibus. ferro et igne vastantar.
   Uno dei legati consolari fu Siila, e ognuno sa se avesse scrupoli e fosse dolce di sale. V'è anche oggi un luogo nei dintorni di Pontecagnano detto Cupa di Siila, che il popolo guasta pronunziando Siglia, ed è luogo molto acconcio ad appostarvi ed accamparvi dei soldati; e quel fiero e famoso inventore delle turole ili proscrizione, quegli che scherzando e ridendo fece scannare G000 prigionieri sanniti e lucani, rispondendo ai senatori che domandavano che fossero tante grida: t Nulla, son pochi faziosi che fo castigare ». Siila, insomma, da tale Cupa sguinzagliava e accaniva i suoi bravi alla distruzione, alla strage, al saccheggio. Dalla rovina della città e dalla dispersione dei Picentini trassero origine Mrmtecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Acerno, Olevano, i due Giffoni, San Cipriano, ecc.
   Uomini illustri. — Nativi di Montecorvino Pagliano sono i viventi prof. cav. Giuseppe Olivieri e dott. Tommaso Olivieri, fratelli. Il primo ha pubblicato parecchi lavori