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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2'JO
   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   furono puniti della loro defezione dal console Fabio, il quale invase il loro territorio ed assediò la loro città finche li costrinse a sottomettersi senza condizioni
   Non vi hanno notizie successive sino alla seconda Guerra Punica quando Annibale, frustrato, nel 216 av. C., nel suo tentativo contro Nola, rivolse le anni contro Nuceria e con assai miglior fortuna ; giacché, quantunque gli abitanti opponessero a prima giunta una gagliarda resistenza, furono però costretti da ultimo ad arrendersi per fame, la città fu saccheggiata in prima e quindi distrutta intieramente, di che gli abitanti sopravviventi rifugiaronsi nelle altre città della Campania.
   Dopo, che Annibale fu costretto ad abbandonare la Campania i Nocerini fuggiaschi furono reintegrati (210 av C.); ma, invece di essere ristabiliti nella loro citta natia, furono trasferiti ad Atella (ora S. Maria di Atella presso Aversa) i cui abitanti furono, alla lor volta, trasportati a Calalia (ora Le Galazze fra Caserta e Maddaloni).
   Come fosse ripopolata Nuceria noi non sappiamo, ina certo ò ch'essa ridivenne una florida città municipale con un territorio che stendevasi sino alla spiaggia del mare ed è ricordata da Cicerone come una delle città più importanti della Campania. Il suo territorio fu devastato da C. Papio nella Guerra Sociale dei 00 av. C. e, se dobbiamo prestar fede a Floro, la città stessa fu presa e saccheggiata nella medesima guerra.
   Essa soffrì di bel nuovo una calamità consimile nel 73 av. C. per opera di Spartaco, lo schiavo tracio insorto coi suoi compagni gladiatori; e, secondo Appiano, fu una delle città assegnate dai Triumviri ai loro veterani; ina dal IAbe-r Cohniarum ei parrebbe che la colonia 11011 fu fondata se non dopo lo stabilimento dell'Impero sotto Angusto. Essa è chiamata Nuceria Constaxtia, epiteto che trovasi anche nell'Itinerario. Anche Tolomeo attesta il suo grado coloniale e noi apprendiamo da Tacito che, sotto Nerone, essa ricevette nuovi veterani come coloni.
   Non molto dopo una contesa violenta scoppiò fra i coloni di Pompei e di Nuceria, contesa clic terminò in un serio tumulto non senza spargimento di sangue. È questa l'ultima menzione di Nuceria sotto l'Impero' romano; ma il suo nome comparisce negli Itinerari ed è mentovato incidentalmente da Procopio. La battaglia decisiva fra Nar-sete e Teia, ultimo re dei Goti, che già abbiamo narrato, fu combattuta nelle sue vicinanze sulle sponde del Sarno nel 533.
   Fin dai tempi primitivi del Cristianesimo fu stabilita in Nocera una sede episcopale che vi esiste tuttora. Nel medioevo parteggiò per papa Innocenzo contro Ruggiero il Normanno che la devastò; e quando la regina Giovanna JI adottò Alfonso il Magnanimo a danno del re Renato, Nocera si dichiarò per la prima in favore d'Alfonso.
   Uomini illustri, — Nacquero, fra gli altri, in Nocera i seguenti: Domenico Severino, che scrisse sulle Mof'ete ed analizzò le acque d'Ischia e di Pozzuoli; il cavaliere Francesco Soliuiena (sopranominato VAbate Ciccio), nato nel 1657, morto nel 1747, pittore fecondo e di molto grido; San Luigi d'Angiò, figlio di Carlo d'Angiò che, resosi frate, divenne arcivescovo di Toledo e fu poi santificato ; Camillo Borrello. giurisperito e Marcantonio de Sanctis, economista. Ebbe poi dimora in Nocera Sant'Alfonso de'Liguori, che vi mori dopo aver fondato l'Ordine dei Liguoriani 0 Redentoristi ; e furono vescovi di Nocera Paolo Giovio, storico rinomato, autore delle IHsioriae sui temporis, libri XLV e Tommaso d'Acerno, autore di scritti ecclesiastici. — Fra i viventi, i due senatori Calenda dei Tavani, uno già prefetto di Roma, l'altro già ministro di grazia e giustizia, presidente del Consiglio provinciale di Salerno e magistrato di Cassazione.
   Coli, elett. e Dioc. Nocera Inferiore — P2, T. e Str. ferr.
   Castel San Giorgio (5091) ab.). — Giace all'altezza di 86 metri sul livello del mare, appiè di 1111 colle alto 362 metri e a 8 chilometri da Nocera Inferiore. Territorio ricco d'acque e fertile principalmente in cereali. Fu un feudo dei Sarno-Prignano.
   Coli, elett. Mercato S. Severino — Dioc. Salerno — P3, T. e Str. ferr.