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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Salerno
   3-27
   e il lago di Palo, i quali generavano febbri palustri. TI territorio, parte in montagna e parte in valle, è assai fertile e produce granaglie, olio, vino, patate e ogni sorta di frutta; nè mancano 1 pascoli con allevamento di numeroso bestiame. Banca popolare, fiorente Società operaia, alcune opere pie e commercio assai attivo dei prodotti agrari.
   Cenni storici. — Di questo grosso villaggio rintracciatisi le origini sin dal IX secolo quando sul luogo, ove sorge ora la chiesa madre, era una chiesuola con intorno alcune case. Ampliato nel secolo XI quando vi vennero a por dimora molti abitanti di Buccino e in seguito, al tempo dei re Aragonesi, non pochi altri del vicino villaggio di San Zaccaria (distrutto nel 1429 e di cui sopravanzano ancora i ruderi di una torre quadrata), San Gregorio Magno divenne un centro di popolazione, che andò via via ingrossando.
   A pochi chilometri dall'abitato incontratisi per ampio tratto ruderi romani sì che vollero alcuni vi sorgesse l'antica Kumistrone, di sito incerto, ma vicina certamente al prementovato Volceium o Volcentuìu, ora Buccino. Sotto questi residui romani altri se ne rinvennero assai più antichi, come rottami di vasi in terracotta od armi ili selce che risalgono indubbiamente all'età della pietra. Nel medioevo San Gregorio Magno fu un feudo dei Caracciolo e della famiglia D'Anna.
   Coli, elett. Campagna — Dioc. (lonza — Pa e T. locali, Str. ferr. a Buccino.
   Mandamento di CAPACCIO (comprende 5 Comuni, popol. 12,013 ab.). — Territorio bagnato dal Sele e producente in gran copia olio e vino eccellenti, granaglie, cotone e rabbia ; pascoli con bestiame.
   Capaccio (4011 ab.). — All'altezza di 451 metri, a 39 chilometri da Campagna e a 8 dal Tirreno, non lungi dalle rovine di Pesto; dividesi in Capaccio Vecchio, ili cui l'antica cattedrale è quasi l'unico edilizio rimasto, e in Capaccio Nuovo più in alto e in aere piti salubre. Nelle vicinanze scaturiscono polle così abbondanti d'acque minerali solforose da formare i due fiumicelli Salso e Lupata. Sgorgam i inoltre anche delle acque ferruginose e saline adoperate dagli abitanti per impastare il pane e di cui fu fatta, per commissione del municipio, l'analisi. Nel 1825 furono scoperti presso Capaccio sepolcri romani e le rovine dell'acquedotto di Pesto.
   Cenni storici. — Quando i Saraceni distrussero, nel secolo X, l'antica Posidonia o Pesto, che già abbiamo descritto, nel golfo di Salerno, gli abitanti si ritrassero entro terra e costruirono, nel lato occidentale del Cala ma reo o Calpazio, Capaccio Vecchio, detto Capunlium sotto i Normanni e nelle carte angioine ed aragonesi. Distrutto anche questo dai ministri di Federico II per avere dato asilo ai ribelli di Ini, i pochi abitanti superstiti ripararono in un villaggio detto San Pietro e diedero ad esso, dopo averlo ampliato, il nome di Capaccio Nuovo, il quale, passato sotto il dominio dei principi di Salerno, ebbe i suoi feudatari, fra i quali Guglielmo Sanseverino, che lo perde due volte per ribellione. Appartenne in seguito ai Filomarino e ai Grimaldi.
   Uomini illustri. — Michele Zappullo, storico del secolo XVII, e l'ardente patriota Costatole Carducci, deputato al Parlamento napoletano nel 1848 e ordinatore, capo e guida dei moti insurrezionali dopo il funesto 15 maggio: vilmente tradito fu, da prezzolati sicari nascosti nell'ombra, assassinato nel luglio del 1848.
   Coli, elett. Capaccio — Dioc. Vallo della Lucania — P*, T. e Str. ferr.
   Albanella (2459 ab.). — Sorge all'altezza di 220 metri, a 11 chilometri a nord da Capaccio e in situazione non molto salubre, alle falde dei colli Ciglio verso maestro e, sulla, sinistra, del Sele. Varie opere pie per doti e soccorsi ai poveri. Granaglie abbondanti, olio, vino, legumi, fichi e altre frutta, selvaggiume.
   Cenni storici. — Fu fabbricata dagli abitanti fuggiaschi di Pesto quando fu distrutta dai Saraceni. L'ebbero successivamente in feudo Fabrizio dell'Orso, i Sanseverino, Ferrante di Aragona nel 1501, e per ultimo i Moscati dopo varii altri signori.
   Coli, elett. Capaccio — Dioc. Vallo della Lucania — P2, T. e Str. ferr.