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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Maini:!melili e Comuni del Circondario di Campagna
   della sua arce, o cittadella, e delle sue unirà di grossi macigni senza cemento sino al 1610 nel quale anno servirono a lastricare le strade (lolla nuova Eboli. Non molto lungi dal luogo della suddetta cittadella scorgonsi però sempre avanzi delle massiccie mura poligonali dell'antica Eburi, la quale era congiunta a Pesto da un ponte sul Sele.
   L'odierna Eboli non era dapprima che 1111 sobborgo della già descritta città di Campagna e credesi cominciasse ad ampliarsi nel medioevo per opera di Roberto Guiscardo, il quale vi si pose a campo per espngnare Salerno. Morto Federico II, che vi aveva boschi e parchi per la caccia, Eboli passò al possesso di Giordano Lamia, cugino è capitano generale di re Manfredi Eretto in contea da Carlo II d'Angiò a favore del figlio, fu poi dato in dono dalla regina Giovanna I a Roberto Gabano, suo confidente e complice nell'assassinio (1345) di Andrea d'Ungheria, detto Andre-asso, fratello del re Luigi I d'Ungheria.
   Nel 1370 Eboli fu posseduto da Filippo d'Acaia, prìncipe di Taranto, e nel 1419 divenne un feudo di Antonio Colonna nipote di papa Martino V, il quale ne fu investito dalla regina Giovanna II. Alfonso 1 lo vendè a Pahlassare della Ratta e in seguito Andrea Matteo Acquaviva, che lo aveva acquistato, lo cedè a Ferdinando Sanseverino, principe di Salerno. Nel 1556 pervenne a Poderi co Gomez de Silva, il quale lo vendè poi a Nicolò Grimaldi genovese, finche passò in dominio dei Doria d'Andria.
   Uomini illustri. — Fra i principali che trassero i natali in Eboli voglionsi ricordare ì seguenti: Pietro da Eboli, del secolo XIII, che compose il poema latino: De moribus siculis ed un altro sulle virtù dei bagni di Pozzuoli ; Gherardo degli Angeli, poeta ed oratore encomiato dal Vico e dal Genovesi; Agostino dei Cubiti, poeta anch'esso ed oratore; Agostino e Prospero Caravita, illustri legisti ed autori di scritti legali. Fra i viventi che onorano la patria sono (hi ricordare: Antonio Giudice, magistrato, senatore del Regno, già deputato; Francesco La Francesca, già segretario generale al Ministero di grazia e giustizia, avvocato generale di Cassazione; Pietro Maglione, vescovo di Vallo della Lucania : Giacinto Romano, professore di R. Università ; Francesco Paolo Cestaro, professore e preside di R. Liceo. I due ultimi sono autori di pregiate pubblicazioni storiche.
   Coli, elett. Montecorvino Rovella — Dioc. Salerno — P2, T. e Str. ferr.
   Ferrovia Eboli-Reggio.
   Il 31 luglio del 1895 fu aperta all'esercizio l'intiera famosa linea da Eboli (o più propriamente Battipaglia) a Reggio, della quale alcuni tronchi erano stati inaugurati anni addietro a far capo dal 1883. E una delle linee più importanti, che costò la bellezza di 250 milioni. E lunga 400 chilometri, senza contare il tronco interno Sicignano-Castrocucco di circa 100 chilometri, non ancora in esercizio. Giova perciò darne una breve descrizione:
   La linea si distacca dalla stazione di Ratti-paglia (linea Napoli-Potenza) e si sviluppa nella valle del fiume Sele attraverso le pianure di Eboli e Capaccio, raggiungo, poco oltre la stazione di figliastro, il lido del mare, che costeggia lino ad Agropoli, donde prosegue internandosi fino a Casalvelino e quindi tornando a costeggiare il mare, giunge alla stazione di Pisciotta. Dopo questa stazione costeggia ancora per poco il mare attraversando i valloni Angioino c. Santa Caterina ; volge quindi a sinistra e si interna, a mezzo della galleria dei Caprioli, lino alla vallata del torrente Lamino (affluente del Ccntola), che costeggia ed attraversa, per passare, mediante la galleria
   Spina, alla vallata del Mingardo. Risale tale vallala lino alla grande galleria di San Cataldo dalla quale discende al vallone Majorana ed al limile I'iisseuto, clie attraversa, per trovarsi di nuovo al mare fra le stazioni di Policastro e di Sapri.
   Da Sapri la linea ascende di nuovo, passa il torrente Drizzi e la galleria Accpiafrcdda, quella dtd Marizzo e l'altra dell'Arma ; poi ridisccnde lino alla vallata della fiumara di Castrorucco in contrando le importanti gallorie ili fiandra e ili Castrocucco, attraversa quella vallata e pianeggiando sempre giunge alla stazione di l'raja d'Ajeta-Tortora.
   Continuando, la linea si svolge in argine a poca