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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2'JO
   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   Sapri (2920 ab.). — Rulla spiaggia marina, nel golfo di Policastro e a 5 chilometri da Vibonati. in amena situazione, con un porto poco fondo ma comodo pei naviganti, per essere l'unico fra Castellammare e il Faro di Messina. Il territorio di Sapri stemlesi sopra collinette amene sino alla spiaggia, in aria salubre ed è ricco di cereali, olio, vino, frutta, agrumi; pascoli con bestiame; pesca abbondante e approdi marittimi.
   Cenni storici. — Sapri sorge sul luogo o in vicinanza di Scidro (Ixtópo;), antichissima città greca sulla costa della Lucania, fra Pyxus (Buxentum, ora Policastro) e Lao (Scalea in provincia di Cosenza). E mentovata sol da Erodoto, da cui apprendiamo ch'essa, del pari che Lao, era una colonia di Si bari ed uno dei luoghi in cui ripararono gli abitanti sopravvissuti di quella città dopo che fu distrutta dai Crotoniati. Dalle espressioni di quel padre dell'istoria non si rileva se Scidro e Lao fossero allora fondate primamente dai Sibariti fuggiaschi, o fossero invece colonie già esistenti;, ma quest'ultimo supposto è assai più verosimile.
   È singolare clic non rinvengasi traccia posteriore di Scidro; il suo nome più non occorre nell'istoria, ij, alcun geografo allude più ad essa, trattone Stefano Bizantino che lo chiama semplicemente una città d'Italia. Noi non conosciamo perciò precisamente la sua situazione. Vero è però che a Sapri rimangono avanzi cospicui di una antica città, considerati generalmente e, a quel che pare, non senza ragione come indicanti il luogo di Scidro. Consistono, dicesi, in residui di un teatro e di altri pubblici edifizi, delle mura antiche e di costruzioni intorno al porto.
   Quest'ultimo ò un bacino notevole entro terra, quantunque di non molta estensione; ed è singolare che, se anco la città più non esistesse, non rinvengansi allusioni all'esistenza di codesto porto sicuro lungo una costa priva quasi intieramente di porti naturali. Senoiicliò le alte montagne che lo rinserrano, segregandolo dall'interno, probabilmente furono cagione ch'esso non acquistasse una grande importanza.
   È celebre nell'istoria del risorgimento d'Italia la
   Spedizione di Sapri.
   Di essa già abbiamo toccato sotto Sanza, ma qui dove avvenne giova trattarne un po' per disteso rifacendoci un po' dall'alto.
   La rivoluzione del 1S48 trovò una legione d'intrepidi patrioti nelle Calabrie, ma ì tempi volsero avversi ai loro strenui conati per la libertà e la unità della patria. Dopo Napoli caddero Nicastro, Cosenza, Catanzaro e gli insorti, sopraffatti e condannati a morte dal governo borbonico, ripararono, sopra piccola barca, a Corfù. Era fra essi quell'impavido barone Giovanni Nicotera, che fu poi più volte ministro e che, nato il 9 settembre 1828, morì a Vico Equense il 13 giugno 1894.
   Da Corfù i profughi recaronsi ad Ancona e quindi a Roma per difenderla contro ì Francesi. Nella difesa di Porta San Pancrazio, Nicotera cadde ferito a fianco dell'eroico Goffredo Mameli ed ambedue furono trasportati all'ospedale della Trinità dei Pellegrini. 11 Mameli mori, guarì il Nicotera ed uscito dall'ospedale tornò al suo posto di combattimento; finché, caduta Roma, si avviò a Torino, a Genova, a Nizza, cospirando sempre per liberare il reame di Napoli dalla tirannide borbonica.
   Il 25 giugno 1857 Carlo Pisacane di Napoli (autore della Guerra in Italia, 1818-49; Saggi sull'Italia; Italia e Marat) salpò da Genova sul Cagliari della Società Rabattino, insieme al suddetto Nicotera, a Falcone d'Acri, a Fuschini e altri ventun animosi per ìsbarcare sul lido napoletano, eccitare le popolazioni ad insorgere in nome della libertà e rovesciare il trono dei Borboni, L'imbarco avvenne nella maniera seguente: il 25 giugno partiva da Genova per la Sardegna il piroscafo Cagliari. Sul punto di levar l'àncora presentare usi trenta uomini della Legione Straniera coi loro passaporti per Tunisi e salirono a bordo. Preso il largo, il piroscafo fu assalito da alcune lancie