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Parlo yimrlu - Italia Meridionale — Puglie
Par certo eli'essi fossero della inedoima razza degli Enotrii c com'essi d'origine pelasgica. Aristotele dire espressamente rlie i ( lumi erano una lazza enotiia, <• Strabone, filando Antioco Siracusano, lo conferma aggiungendo ch'erano la razza più Milla degli Enoliii. 1 i li descrive come occupanti il tratto intorno .Metaponto e Sin (Sinno); ed alleile Aristotele, del jrari the, Licofrone. li pongono nel fertile distretto dei Siriti,
Stralcile altresì m lui altro passo dice die gli Jonii, i quali stabilii unii a Siri, tolsero questa città ai Clioiii, e parla di coloni rodii stabilitisi hi vicinanza di Sibari nella Glioma. Ma par chiaro che il nome fu adoperato altresì in un significato più ampio, danhè la città di Ghone, la quale, secondo Apollodoro, diede il nome alla nazione, era situata jtre-«# il proinontoi io di Grimisa (capo dell'Alice?) nel lktizio. L'esistenza però di una citta di nome Chonc é inrertiisiina: Antioco di Siracusa dice che il paese dei Glioni aveva nume C/ione, ma Strabone e Licofrone adoperano quello più ordinario di Clionia
Sembra chiaro al postutto che il nome fu applicato più o menu estesamente alla tribù, che dimorava sulle sponde occidentali del golfo di Taranto dal promontorio Licinio (ora capo Colonne) alle adiacenze ili Metaponto: e che, essendo strettamente affini agli Luotrii, erano alle volle dislint. da essi ed alle volle compresi nella medesima (lenoniinazione.
Il nome di Ghent è evidentemente connesso strettamente con quello di Cimo ars nell'Epiro, e questa rassomiglianza tende a confermare il fatto (attcstalo da molti altri argomenti) clic ambedue le tribù erano d'origine pelasgica e congiunte da strette affinità di razza.
Anche i Morgeli (APJpYvr-:;) erano un popolo antichissimo dell'Italia meridionale, scomparso prima del periodo dell'istoria autentica, ma annoveralo da parecchi antichi scrittori fra i priiìii abitatori di quella parte della penisola in unione agli Enotrii, agli Itali ed ai Siculi.
Il più volte precitato Antioco di Siracusa rappresentò i Siculi, i Morgeli e gli Italioti come lutti tre di razza enotria, e, conforme l'uso favorito dei Greci, derivò i loro nomi da tre capi successivi degli Enotrii, dei quali Italo fu il primo, Porgete il secondo e Siculo il terzo. Quest'ultimo spezzò in due la nazione, separando i Siculi dal loro stipite; e parrebbe che i Morgeli seguissero la fortuna del ramo più giovane, dacché Strabone, che cita eziandio Antioco per sua autorità, ci dice che i Siculi e i Morgeli abitarono in prima l'estrema penisola meridionale d'Italia, finché ne furono espulsi dagli Enotrii e passarono altera in Sicilia. Strabone considera altresì il nome di Morgnntia, città della Sicilia ora scomparsa, quale una prova dell'esistenza dei Morgeli in Sicilia; ma niua altro scrittore ve li rinviene, ed è certo che ai tempi di Tucidide il loro nome doveva già essere stato assorbito in quello di Siculi.
ìieWÉlymologicuin Magnum, invero, Morgete è detto un re di Sicilia: ma par chiaro che voglia dire un re dei Siculi, dacché la favola riferita sotto liff?, che dice Siri figliuolo di Morgete, si riferisce evidentemente all'Italia sola.
Tutto quel clic si può tentare di dedurre come storico dalle precitate leggende, si è che sembra esistesse nel mezzodì d'Italia, quando i coloni greci incominciarono a conoscerlo, un popolo od una tribù del nome di Morgeli, ch'essi considerarono affine ai Choni, e altre tribù da loro comprese sotto il nome generico di Enotrii.
11 luogo particolare della loro dimora non si può fissare con certezza; ma pare che Strabone li ponga nella penìsola meridionale del bruzio, attigua a Reggio ed a Locri (rovine presso Gerace).