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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mani!air.enti e Comnni del Circondario di Bari
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   Casamassima (SSOO ab.). — Siede a 223 metri d'altezza sul livello del mare, da cui dista 16 chilometri e 20 da Bari, in ampia pianura e in situazione pittoresca in sommo grado. Vasta infatti, non meno che variata e dilettosa, è la prospettiva che parasi innanzi allo sguardo: da lungi l'Adriatico e la sua bella spiaggia, lungo la quale schieratisi a sinistra Castel del Monte, Palo, Bitonto. Grumo, Modugno, Canneto di Bari, Montrone, Valenzano; a destra Noicattaro, Iìutigliano, Conversano e Turi, e, in mezzo a questo anfiteatro grandioso, la grande, la superba Bari. In lontananza le alte e vaporose vette del monte Gargano.
   Nella chiesa collegiata ammirasi un dipinto di Fabrizio Santafede. Casamassima ha un Orfanotrofio femminile fondato nel 179S, con annua rendita di lire 9S79, ed altre opere pie; un ricco ex-monastero di religiose e due abbazie. Poco lungi dall'abitato, in un luogo denominato Canal Antico, cinto sino ai di nostri di torri e fossi, furono dissotterrate monete d'argento antiche. Alcune banche, torchi da olio, distillerie, fabbrica di cremor di tartaro e molto commercio.
   Cenni sforici. — Vogliono alcuni clic Casamassima tolga origine da un castello fatto costruire da Fabio Massimo durante la guerra tarentina, donde il nome di Casa-massima. Ne fu il primo feudatario, ricordato nell'istoria, Giovanni Antonio Del Balzo, principe di Taranto, il quale l'assegnò in dote ad una sua figliuola, sposatasi a Giulio Antonio Acquaviva, duca d'Atri, che lo vendè poi per 20,000 ducati a Gian Antonio Touimasini di Barletta. Da costui passò successivamente ad un Prospero Marcello, ad un Cola Calvo Giudice, ad 1111 Gerolamo Capano e per ultimo ad Antonio Acquaviva. Tornato il feudo al demanio, per essersi estinta l'ultima famiglia feudataria, fu venduto dal governo a 1111 Michele Vaaz portoghese, il quale lo cede ad Antonio Da Ponte, una di cui discendente lo recò in dote ai Caracciolo di Vietri dì Potenza.
   Coli, elett. Acquaviva delle Fonti — Dioc. Bari — P2 e T. locali, Str. feri', ad Acquaviva.
   Mandamento di CASTELLANA (comprende il solo Comune omonimo). — Territorio nelle Murgie, di natura calcarea, epperciò soggetto a siccità, ma ferace 11011 pertanto d'olio, vino, mandorle in copia. 11 suolo ondulato presenta belle vedute.
   Castellana (10,950 ab.). — A 276 metri d'altitudine ed a 39 chilometri a scirocco da Bari, sopra un altipiano inclinato e in aria saluberrima. Ha edilizi notevoli e si vedono ancora gli avanzi delle antiche mura costruite nel medioevo. Fabbriche di tessuti a vapore, di paste alimentari, di cremor di tartaro, molti torchi da olio, ecc.
   Cospicue due curiosità nei dintorni: una voragine naturale (dolina), detta volgarmente la Grave, con un circuito di circa 50 metri e una profondità di SO, ed il sito di un'antica terra denominata Genna, la quale distava circa 4 chilometri presso la strada che va ad Alberobello, nel circondario di Altainura. Di questo antico paese, i cui abitanti trasmigrarono, distrutto che fu, a Castellana, seorgesi ancora fra gli altri ruderi 1111 residuo di edilizio che credesi l'antico molino pubblico.
   Ceniti storici. — Oscura è l'origine di Castellana, le cui prime memorie risalgono al 902, La possederono nel secolo successivo i Benedettini di Conversano, ai quali era stata data in dono da un conte Goffredo, figliuolo d'una sorella di Roberto Guiscardo, e dai Benedettini passò poi in possesso di certe monache greche dell'Ordine Cistcrciense, le quali divennero in seguito potentissime signore feudali, talché la badessa, fregiata di mitra e pastorale come un vescovo, pronunciava sentenze, concedeva grazie ed esigeva riverenze e baciamani dal clero. Era un abbietto giogo femminile qualificato Monstrum Apuliae, che fu poi scosso dai cittadini non senza gravi disordini.
   Castellana si serbò poi sempre fedele a re Ladislao ed avendo i suoi abitanti combattuto strenuamente per lui, nel 1107, sotto le mura di Taranto, furono prosciolti da ogni prestazione prediale. Ebbe parecchi feudatari, fra i quali i Del Balzo-Orsini, gli Acquaviva, gli Spinelli, i Caracciolo per ben tre volte, i Mornile ed i Lambertini.