Parlo Quarta — Italia Meridionale
falda di tuia collina tirile Murgie tutta sparsa di edilizi per la fabbricazione del vino e dell'olii., lìdie ni.se, varie chiese, mi ex-convento, ospedale fondato nel 1»88 con iiii'aniiiia rendita di lire CI80, o quattro pii istituti. Il pnla/zo Municipale , l'antico palazzo dell'Ordine Maltese, fondato md j.vOM ed ornato di Indie loggie. I.a signora Scarti Colncci possiede una ricca collezione iJ'iUtiiÉltità raccolte nei ruderi dell'antica città d'Jf'guatili, di cui tratteremo ipiì sotto. Magnifica fontana nelle adiacenze della città, la quale va prosperando ogni di piti.
Oltre delle industrie agricole, si contano in Fasano fabbriche di cera, di cordami, di creinor di tartaro, di liquori, di paste alimentari, di saponi, ili vetri, d'olio in gran iiuinero, stabilimenti metallurgici, niolini, tintorie, ecr. Commercio rilevnnte.
Ornili storici. — Presso Fasano sorgeva EgmUia, o G natia, città ragguardevole ibd-l'A])tilia, situata sulla spiaggia dell'Adriatico, fra Uavìum e Jlruw/iisiutii (Lari » Brin-disi). (ìli Itinerari la pongono a il miglia pugliesi dalla prima ed a 2'J dalla seconda. Cosi Strabone, come Tolomeo ne fanno menzione come di una città dei Pencezii od Apuli meridionali; e Plinio altresì l'assegna ai Pediculi fio stesso che Pencezii), quantunque altrove la descriva meno correttamente quale, una città dei Salentim. Fssa doveva essere invero l'ultima città dei Pencezii verso le frontiere della Calabria (allora era così denominata la penisola Salentina).
Orazio, che fece ad Ejnatìa l'ultima sosta nel suo famoso viaggio a Brindisi coi suoi compagni Mecenate, Virgilio, Eliodoro e Plozio, la descrive come patera d'acqua e inette in canzone il preteso miracolo (riferito anche da Plinio) decantato dagli abitanti, i quali asserivano clic l'incenso, collocato sopra un certo altare, accendevasi e consuniavasi spontaneamente senza appiccarvi fuoco:
Deh ine G natia lymphis lratis extrutta, ilei il risiisene jocoscjue ; Dumi /In mi ni siue ti: lira li/jiiesccre limite sacro PmuadOe cupit. credili ¦hidactis A pel la, Nioh ejjo.
(Sul., i. 5, 97}.
D'Egnazia non trovasi menzione nell'istoria e pare derivasse la sua importanza principale dalla sua situazione sulla gran via maestra a Brindisi, che la rendeva una tappa conveniente pei viaggiatori, così per mare come per terra. Non vi ha però alcuna autorità in appoggio dell'asserto di alcuni topografi italiani (adottato da C'rainer e da altri), che la strada di là. lungo la costa a Bari ed a Callosa, si addimamlasse Via Egnatia dal nome della città, e meno ancora ch'essa desse il nome alla celebre via militare a traverso la Macedonia e la Tracia, da Apollonia all'Ellesponto. Sembra probabile invero che il nome proprio, od almeno il nome originale della citta, fosse non E'jnatia, ma Gnatici; la quale forma rinviensi. come abbiamo visto, in Orazio, del pari che in alcuni dei migliori manoscritti di Plinio e di Pomponio Mela; e ciò è confermato in giunta da un'iscrizione greca, in cui il nome della gente che. l'abitava e scritto : 1 iN'AHlNUY
L'epoca della distruzione d'Egnatia è sconosciuta, ma le sue rovine sono sempre v isibili sulla costa, a circa 10 chilometri da Monopoli. Una torre antica sulla spiaggia porta sempre il nome di Torre d Agnazzo, mentre porzioni ragguardevoli delle mura coi vani delle porte, ì muri dell'acropoli nel centro della città ed altri avanzi indicano il luogo della città antica un po' più dentro terra, stendentesi verso l'odierna città dì Fasano, In vicinanza di questa furono scoperti numerosi sepolcri, i quali diedero una messe abbondante di vasi, di terrecotte. di ornamenti d'oro, ecc., i principali dei quali ammiratisi ora nel museo di Bari, del pari che poche iscrizioni in dialetto messapico. Fasano fu un feudo dell'Ordine dei Cavalieri di Malta.
Coli, elett. e Dioc. Monopoli — P3, T., Str. ferr, e Scalo marittimo.