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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Melfi
   375
   campanili dell'interno, e il castello perfettamente Poussinesco con la sua bella torre signoreggiante tutta la scena — tante bellezze svariate in uno spazio circoscritto non incontratisi di frequente anche in Italia >.
   Il castello, con ponte levatoio, ergesi sopra un precipizio all'estremità superiore della città e, quantunque molto ammodernato, è sempre un bel modello di architettura normanna. È il primo edifizio pubblico o la prima fortezza eretta dai Normanni dopo il loro stabilimento in Italia, ed ha una storia sua propria che svolgeremo più sotto nei Cenni storici. La gran sala in cui adunavansi i Parlamenti ed i Concilii fu trasformata in un teatro e porzione del castello fu restaurata per accogliervi il principe Doria Pamphili e la sua famiglia che hanno vaste possessioni nel territorio di Melfi. Merita anche di essere ricordata la porta bellissima dell'antico palazzo baronale dei Ranfrido.
   La Cattedrale, notevole per la sua volta riccamente ornata e il suo alto campanile normanno, edificata nel 1155 sotto Guglielmo il Mulo, fu restaurata ed ammodernata dopo di essere stata quasi intieramente distrutta dall'orribil terremoto del li agosto 1851 che atterrò il Collegio, il deposito militare, parecchie chiese, centosessantatrò case e il bel palazzo episcopale, non risparmiando che le mura e le porte della città. In quella terrìbile catastrofe perirono più di mille persone; la scossa, prima sussultoria e quindi ondulatoria, durò ben GO secondi.
   Dei molti monasteri soppressi, quello degli Agostiniani fu trasformato in carcere. Sulla porta Venosina un'iscrizione commemora le vicende della città, la quale fa un commercio attivo di granaglie, olio, vino, ecc. con le altre città della provincia e con quelle delle Provincie contermini.
   A questa bella città nulla manca di quanto fa comoda, agiata e lieta la vita; essa ha spogliata da un pezzo la lurida veste di che la ricopriva il terremoto, ed è rinata più bella che mai dalle sue rovine.
   Il bilancio preventivo del Comune di Melfi per il 1S9S dava i seguenti risultati:
   Attivo
   Entrate ordinarie......L. 139.020,27
   » straordinarie .... » 4.798,—
   Partite di giro e contai), speciali » 100.142,S4
   Totale L. 243.961,11
   Passivo
   Spese obbligatorie ordinarie . . L. 127.366,GG
   » > straordinarie . » 14.255,—
   » facoltative......» 2.196,61
   Partite di giro e contab. speciali » 100.14-2,84
   Totale L. 243.961,11
   Cenni storici. — Antica ma incerta è l'origine di Melfi. Vuoisi derivasse il nome dal fiuinicello Melpis o Mei fi s e il Villani la dice fondata dai Normanni; ma il cronista Eremperto anteriore ad esso, riferisce che Melfi non solo esisteva già al loro arrivo, ma era già in fiore. Nel 101-3 i capi Normanni, sotto Guglielmo Braccio dì ferro (primogenito di Tancredi di Iiauteville) a cui avevano conferito il titolo di conte d'Apulia, convocarono un'assemblea generale a Melfi per decidere della forma di governo che avevasi a dare ai loro nuovi possedimenti. .Melfi fu dichiarata allora capitale della Confederazione e furonvi stabilite adunanze periodiche per la discussione dei pubblici affari e la promulgazione delle leggi.
   La città fu grandemente abbellita da Roberto Guiscardo, il quale, dopo riuniti nella sua sola persona i due titoli di duca di Calabria e di Puglia, v'innalzò il suddescritto castello e la stupenda cattedrale restaurata in seguito. Papa Nicolò II vi convocò, nel 1059, un concilio di cento vescovi e un altro concilio generale di centotredici vescovi vi tenne, nel 10S9, Urbano II ricevendo in quell'occasione il giuramento del duca Ruggero e stringendovi la Lega per la spedizione in Terra Santa a cui presero parte molti Melfesi. Anche i papi Alessandro II e Pasquale II convocarono concilii in Melfi.
   Nel 1133 si ribellò a Ruggero, re di Sicilia il quale la punì severamente e nel 1167 fu saccheggiata da Federico Barbarossa e dai Genovesi. Nel 1190 fu aspreggiata da