Melfi
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nonostante le esalazioni dei gas. Una bassa diga, sulla quale scorgonsi i ruderi dell'antico convento di Sant'Isidoro, separa il maggiore dal minor lago, il quale ha una circonferenza di un chilometro e mezzo circa ed una profondità di 43 metri: è meno pescoso e reca per un canale le sue acque defluenti al lago maggiore.
Fra i laghi e il fiume Ofanto giaeiono le rovine del castello di Moiiticehio, sopra un'altura rocciosa (722 in.), circondata dì castagni. L'intiero profondo bacino in giro al vulcano lussureggia di castagni e sopra di esso torreggiano i borghi di Monteverde, Calitri e Carbonara. Sopra roccie scoscese soprastanti al lago, con aspetto romantico in sommo grado, sorge il convento di San Michele (convento di cappuccini in cui si hanno rinfreschi) con le rovine di una chiesa dedicata a Sant'Ilario. In un'ora e mezza si arriva poi alla vetta di monte Vulture (1330 m.), donde parasi innanzi allo sguardo uno dei panorami più vasti e più stupendi d'Italia. Lontano, lontano, a traverso le pianure pugliesi, il mare Adriatico e dall'altra parte le pittoresche montagne apenniniche digradanti in dolci ramificazioni dalle sorgenti dell'Ofanto e del Sele. Città e borghi alpestri alternansi coi vigneti e gli oliveta.
La cima di monte Vulture s compone quasi intieramente di lava, in gran parte coperta da tufo vulcanico e conglomerato. Intorno al cratere, in cui le pareti sono dirupate da tre lati, ergosi un semicircolo di creste ili forma di cono; e all'esterno del gran cono, ma ancora nella formazione vulcanica, giaeiono Melfi, Rapolla, Barili, Rionero e Atollo, lo cui case e i cui lastricati stradali sono fatti intieramente di lava.
Dal suddetto convento di San Michele un sentiero conduce a traverso la sella fi 150 in.) fra la cima principale del Vulture e il cosidetto pizzuto di San Michele (1263 m.) a Rionero in Vulture.
Per le città d'Ascoli Satriano, Foggia, Callosa, Barletta e Traili, monte Vulture è un meteorologico vate di guai, dacché le nuvole che. addensansi da mezzodì intorno alla sua cresta preanunciano tempeste sciroccali e sono
Segno sicuro ili futura pioggia come il gracidar delle rane, ossia di violenti acquazzoni.
Nei tempi antichi le, selve, alpestri di monte Vulture erano abitate dagli orsi come leggiamo in Orazio e monte Vulture fu anche una delle cause che addussero la famosa sconfitta dei Romani a Canne. Vuoisi infatti che il vento piombasse giù dall'alto della montagna con tale una violenza e sollevasse dalla pianura tali nembi di polvere che i soldati romani ne rimasero accecati, appunto come a' dì nostri dicesi che un temporale accecasse i soldati austriaci alla battaglia memorabile di Solferino.
F. dacché abbiam citato Orazio, toccheremo qui due parole di un'avventura della sua infanzia sul monte Vulture qual fu da lui descritta. Sfuggendo alla sua governante, il piccolo Ver,usino erasi dilungato dalla capanna sul pendio di monte Vulture ov'era stato probabilmente condotto in villeggiatura per sottrarlo, durante gli ardori estivi, all'afa della città di Venosa e fu trovato addormentato fra le erbe:
Me sii 1 Vultur Pugliese Ciò non senza stupore
Di mia nutrice un dì fuor de le soglie, Pi chi alberga sul lido Acherontino
Con frondose difese E di chi abitatore
Bei Colombi coprir di verdi foglie: È dell'umil Ferento e di Ratino
Mentr'iu fanciul posava in terra il fianco In veder ch'io lassù dal tosco e i morsi
Vinto dal sonno e di scherzar già stanco. Salvo dormissi di serpenti e d'orsi.
Mercè, ch'io fui coperto Di sacri mirti e d'apollineo alloro Presagio allor ben certo Cli io dovea poi seguir l'aonio coro ; Così men già, stando a mia guardia i Numi, Animoso fanciul fra belve e dumi.
Oraz., Carni., m, i.
156 — ha Patria, voi. IV.