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Mouttj Vulture i l'unica vulcano noi piovnnte orientale «Idi A pennino, gi» estinto sin «laiPetù neozoica. la strada ferrata ne rasenta le falde valicando con numerose gallerie e con viadotti tanto gli sproni di tufi vulcanici, di sabine e di scorie, quanto i burroni profondi che schiudonsi fra essi e giunge così sino a Melfi, ove sorge anche un altro cono vulcanico secondario.
Barile (.1000 ab.), — Sorge a 000 metri di altezza sul livello del mare ed a 10 chilometri a libeccio da Melfi, sopra un .alto sprone di monte Vulture, con estesissima veduta sulle pianure pugliesi sino a monte Gargano, oltre il quale scorgesi il mare. L'abitato forma un solo centro che si divide in nove contrade, attaccate lima all'altra; otto sono sulla collina più boreale quasi in totalità, una sola, che è la più recente, giace sulla seconda. In generale, salvo pochissime eccezioni, i caseggiati antichi erano malissimo fatti e pessimamente costruiti. Il trèmuoto del 1851 ne fece scempio con grave danno degli abitatori ; ma dopo quella triste epoca si fabbrica generalmente con più euritmia, ordine e solidità. Gli edifizi quindi, migliorati di forma, vanno sempre più migliorando l'aspetto del paese.
Prima del 1851 esistevano nel perimetro dell'abitato due chiese parrocchiali una dedicata a San Nicola, la seconda a Santa Maria delle Grazie: e tre cappelle, la prima intitolata al Santissimo Sacramento, la seconda ai santi Atanasio e Hocco, 1 ultima all'Annunziata. Fuori dell'abitato, a capo della collina ove sorge il paese, la cappella di San Pietro, e poco discosto il monastero dei Carmelitani; quindi sulla rotabile che conduce, a Melfi, a poco meno di 2 chilometri, la chiesetta di Costantinopoli, e sulla rotabile che mena a Ravello, alla medesima distanza, il Camposanto con la sua chiesetta. Il trèmuoto dell'anno suddetto ne rovinava la maggior parte dalle fondamenta: rimasero soltanto la chiesa di San Nicola e la cappella del Santissimo Sacramento nell'interno; delle esterne crollò interamente la cappella di San Pietro.
Fra i palazzi ammirasi il baronale del principe di 'Lorella il quale, ricostruito dopo il terremoto, fu abbellito con giardino amenissimo, fontane e getti d'acqua. Si ammira in una delle sue sale un antico sarcofago greco, scoperto da un secolo e mezzo in Atella e trasportato poi a Barile. E lungo 2 metri e mezzo, largo un po'più di uno, scolpito nelle quattro faccie con una composizione principale rappresentante Achille in Saro. Vi si veggono dieci figure con bassorilievo fra le cui teste leggonsi in maiuscole romane le parole Metilia Torquato. Questo monumento prezioso fu ammirato e studiato da molti archeologi di grido, fra gli altri dal francese Raoul-Pochette e dal tedesco Panofka.
Altri edifizi notevoli in Barile sono la Casa comunale, bella palazzina situata nel centro dell'abitato ; la Fontana dello Steccato, abbellita da due giganteschi e magnifici salici Inanelli che la ombreggiano tutta, mantenendovi gradevole frescura; e la nuova Fontana del Fico poco discosta dal paese, costruita in pietra da taglio a forma di sedile.
11 territorio di Barile, variato di colline e valli, quasi tutto a pendìo con poche ristrette pianure, per lo più di natura vulcanica, è quasi tutto coltivato a vigne, uliveti e castagneti, con poche terre sative, ricavando in abbondanza olio e vini squisiti d'ogni specie, frutta eccellenti e legumi saporosi.
Cenni storici. — Barile è un'antica colonia Albanese proveniente da Scutari come attesta una grossa parte delle case popolane scavate nel tufo e dette ancora degli Saltarmeli, oltre il modo di vestire e il linguaggio. Carlo V, nel 1531, vi fece inviare un'altra colonia da Corone in Morea e nel 1647 da Maina, come leggesi nel Giustiniani e nello Zuccagni Orlandini. Fu quindi un feudo di certo Taddeo, e in seguito dei Bianchi, dei Carafa e dei Caracciolo.
Uomini illustri. — Diede i natali al celebre giurista Domenico Moro, morto nel 1774, autore di varie opere riputate, e all'illustre avvocato e poeta Aniello Tunello.
Culi, elett. e Dioc. Melfi — P2, T. e Str. ferr.