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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Lagonegro
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   Muro era cinto di mura e posa ad anfiteatro con vasto orizzonte esposto a mezzodì. Ha un antico castello in cui fu consumata una tragedia dell'istoria di Napoli di cui toccheremo qui sotto nei Cenni storici. Nella bella cattedrale vescovile è da vedere un quadro rappresentante la l'egina Giovanna / con Ottone di Briutswick e l'antipapa Clemente. Seminario, ospedale fondato nel 1847. fianca popolare cooperativa; fornaci da calce, fabbriche di liquori, frantoi per olio di oliva, molini, tintorie, ecc.
   Cenni storici. — Credesi sorga presso l'antica Numistro, in cui fu combattuta, nel 210 av. C., una battaglia fra Annibale e Marcello. Nel suddetto castello, sopra un'altuia che domina la forra o il baratro che le sta dietro e la collina sulla quale sorge la città, fu perpetrato un eli erato delitto. Nel 1381 Carlo 111 di Dimazzo, entrato in Napoli e fatta prigioniera la regina Giovanna 1 sua cugina, la fece condurre nel castello di Mino ove due soldati ungheresi la soffocarono in un letto di piume il 22 maggio 13S2 per ordine del re di Ungheria che vendicò così la morte del fratello Andrea fatto assassinare da Giovanna sua moglie nel convento di A versa il 21 agosto 1345.
   Coli, elett. e Dioc. Muro Lucano — P2, T. e Str. ferr.
   Castelgrande (3422 ab.). — All'altezza cospicua di 915 metri sul mare, alla distanza di 7 chilometri da Muro Lucano, sopra una rupe battuta dai venti e in clima rigido con territorio alpestre e poco fertile. Sulla vetta piti eccelsa del monte (1270 ni.) sorge un castello antico costruito nell'evo medio.
   Cenni storici. — In un diploma della regina Giovanna 11 trovasi sotto il nome di Castrimi de grandis, modificato in seguito in quello di Castrimi grandini*, Castel Grandmo, e fu un feudo di Carlo Ruffo di Montalto, quindi di Anna Carafa di Stigliano e per ultimo della famiglia Anna.
   Coli, elett. e Dioc. Muro Locano — P2 e T. locali, Str. ferr. a Calìlri.
   Mandamento di PALAZZO SAN GERVAS10 (comprende 2 Comuni, popol. 10.153 ab.). — Territorio in colle e in piano, fertile in granaglie, olio, \ ino, foglia ili gelso ed abbondante di pascoli con bestiame numeroso; boschi con alberi di alto fusto e antichissimi.
   Palazzo San Gervasio (7109 ab.). Sorge a 485 metri di altezza sul livello del mare ed a 39 chilometri da Melfi, presso il confine con la provincia di Rari, sopra un colle alle cui falde scorre il Basentello affluente del Bradano, con un ponte di quattro archi. Banca popolare cooperativa, fabbriche di paste alimentari, molini, negozi di tessuti, commercio di bestiame, ecc.
   Cenni storici. — Nel 1507 Ferdinando il Cattolico lo diede in feudo a Carlo Maria Caracciolo ; ma, dopo la ribellione di questa famiglia, le fu tolto e dato a Don Ferrante d'Alarcon, finché passò in possesso dei De Marinis, marchesi di Ganzano, Coli, elett. Melfi — Dioc. Matera — P2, T. e Str. ferr.
   Monteniiìone (29S4 ab.). — All'altezza di 375 metri sul mare ed a 13 chilometri da Palazzo San Gervasio, non lungi dal confine con la provincia di Bari e dal fiume Focone, affluente dell'Ofanto. Possiede alcune chiese di buona architettura con parecchi dipinti non ispregevolì. Vasto territorio in parte coltivato a granaglie e in parte a vigneti e bosch; Fabbriche d'olio (l'oliva, inclini a vapore, distillerie ili spiriti, ecc. Sorgente d'acqua minerale salina fresca.
   Cenni storici.— Fu anticamente città cospicua con sede episcopale; ma, scaduta nelle guerre niedieviche durante le quali fu devastata dai Baroni ribelli a Carlo d'Angiò, le fu tolta la sede vescovile che fu aggregata a quella di Melfi.
   Coli, elett. Melfi ¦— Dioc. Andria — P2 e T. locali, Str. ferr. a Palazzo S. Gervasio-Montemilone.
   Mandamento di PESCOPAGANO (comprende 3 Comuni, popol. 8475 ab.).U~ Territorio montuoso nell'estremo nord-ovest della provincia, fertile, ma non troppo ben coltivato per antica consuetudine; vi si fauno però buoni raccolti di granaglie e di uve.