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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Abruzzi
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città marittime, clie rimasero sotto il dominio dell'imperatore bisnntino. Posero quindi dimora nel Piceno e nell'Abruzzo, il quale non si prestò facilmente alla costituzione di un ducato proprio.
Sorsero invece nelle provincie finitime due potenti ducati longobardi: il ducato rli Spoleto e quello di Benevento nell'antico Sannio, chiave delle vie di Roma e di Napoli. Il ducato spoletino, fondato nel 569 da Faroaldo, si componeva dell'Umbria, di parte dell'Etruria e della Sabina e quindi dell'intiero Abruzzo; mentre il Beneventano, creato nel 571 da Zoto o Zotone, comprendeva il Sannio e l'Apulia, oltre alcune porzioni della Campania e della Lucania. Vero è però che durante l'intiero secolo Vili il castaldato dei Marrucini, ossia di Teate (ora Chieti), appartenne al ducato di Benevento, finche gli fu tolto da Carlo Magno che l'aggregò a Spoleto.
Del ducato di Benevento già s'è detto abbastanza sotto la provincia di Benevento alla quale rimandiamo i lettori.
Durante il dominio longobardo gli Abruzzi furono governati per lo piu da castaidi, ministri dei duchi di Spoleto. La legge longobardica sottentrò alla romana e in ogni dove ebbero fine le antiche costituzioni municipali La civiltà latina si ricoverò nei conventi e negli episcopii. Gli stessi Longobardi poi, abiurato l'arianismo, divennero cattolici ferventi ed innalzarono piamente basiliche e conventi. Quando Carlo Magno conquistò il ducato di Spoleto, i Longobardi negli Abruzzi erano già buoni italiani e i loro nobili occupavano i maggiori feudi delle città e delle campagne e Longobardi erano gli abati degli opulenti cenobi! e i vescovi delle ampie diocesi.
I castaldati occupati dai Franchi presero, al tempo dell'imperatore Ludovico II, il titolo di Contee e fra i tanti tiranni feudali i più potenti furono i Comites Marsorum o conti dei Marsi, i quali signoreggiarono le contrade del lago Fucino sino ai Peligni, con la loro sede principale a Celano nella provincia d'Aquila, circondario d'Avezzano.
Nel secolo XV nuovi conquistatori, i Normanni, iinpadronironsi di varii distretti degli Abruzzi e li aggregarono al loro ducato di Puglia. Roberto Guiscardo rese suoi vassalli Trasmondo conte di Chieti e i conti di Teramo, d'Amiterno e di Valva. Fondato poi il reame delle Due Sicilie, i re Normanni rimasero padroni degli Abruzzi.
Spenta la dinastia normanna, il dominio delle provincie abruzzesi passò ai loro eredi di Casa sveva, con la quale il papa ebbe una lunga ed ardua lite. Federico II non istette in forse ad aggregare quelle contrade al suo dominio italico. Egli pel primo fece degli Abruzzi una sola provincia con a capo Solniona, ove ebbe sede il Justiliarius Aprutii. Presso le rovine d'Amiterno e di Aveja fu fondata la nuova città di Aquila, la quale crebbe rapidamente, si ornò di splendide chiese e divenne una delle principali città degli Abruzzi.
E perciocché l'Abruzzo ed il Sannio erano le chiavi delle comunicazioni con le Puglie e con Napoli, la lotta degli ultimi Hohenstaufen con Carlo d'Angiò, chiamato dal papa al trono delle Due Sicilie, quivi doveva trovare necessariamente la risoluzione finale. L'infelice Manfredi cadde sotto le mura di Benevento e due anni dopo, presso Scurcola nel ducato ìli Tagliacozzo, paese dei Marsi, il giovane ed infelice Corradino perde l'avita corona e poco appresso la testa sul ceppo fatale, che ancor si conserva. Rimangono ancora i ruderi di Sant a Maria della Vittoria, chiesa e cenobio fatta edificare da Carlo d'Angiò nel luogo della battaglia fatale agli Svevi. Attualmente la contrada si chiama Gardosa. E molto osservabile come nello stesso sito della chiesa sorgesse ivi ai tempi dei Romani un qualche pago o vico, giusta la relazione del prof. A. De Nino, edita nelle Notizie comunicate alla R. Accademia dei Lincei.
Quind'innanzi gli Angioini rimasero eredi dei Normanni e degli Svevi e non ebbero più avversari che gli Aragonesi, i quali tolsero loro la Sicilia.
Gli Vngioini annetterono gli Abruzzi al reame di Napoli, formandone una sola provincia, al paro della Capitanata (provincia di Foggia), della Basilicata (provincia di