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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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Parte Quarta — Italia Meridionale
Potenza), della Terra di Lavoro (provincia di Cascrtal e via dicendo. In seguito gli Abruzzi furono divisi in due Provincie: Abruzzo Citeriore, sulla destra del fiume Pescara; e Abruzzo Ulteriore, sulla sinistra dello stesso fiume. Erra chi ritiene che questa divisione fosse fatta da Alfonso I, posciachè già ve n'ha qualche indizio sotto re Roberto.
Finalmente, nel secolo XVII, gli Abruzzi furono divisi in tre provincie, come si è detto in principia, (ìli Angioini e gli Aragonesi vi introdussero un nuovo feudalismo, in guisa che non fuvvi paese o borgo che non avesse il suo duca, conte o barone, rintanato 111 cupe rocche o sfoggiante in isplendidi e sontuosi palazzi.
Ma, 11011 solo per la loro istoria politica e naturale, gli Abruzzi sono anche cospicui per la ricchezza sorprendente dei loro monumenti artistici. Vi difettano, è vero, le opere monumentali e letterarie dell'antichità classica, giacche i tempii, i teatri e gli altri antichi edifizi onde andarono adorni ed altieri i municipi abruzzesi scomparvero in gran parte; ina grande per contro vi fu lo sviluppo dell'arte cristiana nel medioevo. L'organismo della Chiesa abruzzese, fondata già nel primo secolo del Cristianesimo, fu così saldo che sopravvisse alla caduta dell'Impero romano ed alle invasioni barbariche. Essa custodì non solo le reliquie dei santi, ma anche quelle più importanti della civiltà latina.
Sul principio del secolo VII salì al trono pontifìcio un abruzzese dei Marsi, Bonifacio IV (608-615), il quale serbò a Roma il suo più magnifico monumento, antico, il Pantheon di Agrippa. Cedendo alle sue istanze, l'imperatore Foca ne fece dono alla Chiesa e Bonifacio trasformò la stupenda Rotonda nella chiesa di Santa Maria ad Martyres in cui furono sepolti, fra gli altri, il divino Raffaello ed ultimamente Vittorio Emanuele pater putriae.
Già sin dai tempi del dominio longobardico le città degli Abruzzi abbellironsi di chiese e di monasteri benedettini, alcune erette sulle rovine di tempii pagani, come ad esempio: San Giovanni in Venere, l'antico Anxanvm, dove oggi è Lanciano in provincia ili Chieti. Ma la badia abruzzese più rinomata fu quella di San Clemente a Casauria, edificata nell'871 da Lodovico li in un'isola ilei fiume Pescara. Egli od altri imperatori la dotarono m seguito di privilegi e di beni per modo che potè gareggiare per importanza con la famosa di Farfa nella Sabina. Si nota fra i benemeriti di questa basilica l'abate Leo nate che, verso il 1172, rinnovò l'edilizio, innalzandovi di pianta la chiesa, i cui lavori proseguirono in seguito.
La passione d'innalzare basiliche e conventi ricchi di pitture e sculture fu sempre viva negli Abruzzi e logliam ne basti citare le cattedrali e le basiliche di Teramo, di Chieti, di Solmona, di Aquila, di Atri, di Santa Maria in Piano a Loreto Aprutino, di San Flaviano, di San Clemente in Vomano, di Sant'Angelo in Pianella, di San Pelino in Pentitila, di San Cesidio in Trasacco, di Santa Sabina, della Madonna delle Grazie in Luco, di San Pietro e San Nicola in Albe, e tante altre. Il Rinascimento italiano fece rifiorire le arti, svegliando anche negli Abruzzi poderosi ingegni artistici in ogni campo del bello, non eccettuate le industrie della tessitura, dell'oreficeria e della ceramica.
Questi brevi cenni storici basteranno per introduzione alla provincia d'Aquila. La storia generale degli Abruzzi — conchiuderemo col Gregorovius — non è ancora scritta, essendoché l'opera lodevole di Antonio Ludovico Antinori dal titolo: Raccolta di memorie storiche, delle Tre Provincie degli Abruzzi (Napoli 1781-83, 4 voi.), non corrisponde più alle esigenze dell'odierna istoriografia. Lo stesso si ha a dire di altre opere, le quali non mancano, del rimanente, di pregi, quali sarebbero le II istorine Marsorum di Muzio Febonio (Napoli 1678) e la Reggia Morsicano di Pier Antonio Corsignani di Celano e vescovo di Venosa (Napoli 1738). Lo scrittore che, guidato dal metodo critico e fornito in giunta di molta dottrina, sparse maggior luce sulle vicende degli Abruzzi nel medioevo fu D. Antonio Fattesela, autore delle Memorie storiche a