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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quarta — Italia Meridionale
   I lavori furono affidati — narra in un recento suo scritto il signor F. Ilizzatti, membro della Sezione Abruzzese del Club Alpino Italiano — all'ingegnere francese De Montrichet, giovine ancora, ma già in bella fama pel canale della Duranza a Marsiglia e, dopo l'immatura sua morte nel 1858, ai suoi coadiutori Iiennont e Ulisse, anch'essi francesi. Scopo dell'impresa si era, non di abbassare il livello delle acque del Fucino, ma di prosciugarlo addirittura per mezzo di un tunnel di 20 metri quadrati di sezione, laddove l'emissario di Claudio non offriva in sezione alla sua apertura clic una superficie di 8 metri e mozzo.
   Fu dato uiano ai lavori noi luglio del 1851-, con la costruzione d'una grande diga per isolare dalle acque lacustri tutte le antiche opero romane; ina solo in capo a diciotto mesi venne fatto attaccare l'emissario (fìg. 1). Immense ed indicibili furono le difficoltà superate, finché il 9 agosto del 18G2 furono introdotte le acque nel canale al cospetto delle autorità e di una folla enorme.
   Occorsero molti mesi per fare abbassare, mediante lo scolo di quasi 8 metri, il livello del lago, ed abbandonato poi il canale provvisorio che aveva servito al bisogno, fu continuato il nuovo emissario con una galleria che andava a raccogliere le acque del lago sino al punto più basso del bacino. Il 20 gennaio del 1870 incominciò un nuovo scolo, il quale durò circa quattro anni e solo al termine del giugno 1870 emersero le terre più basse e il celebre lago Fucino scomparve per sempre dalla faccia della terra.
   Ma a compiere l'immane impresa bisognava ancora porre un argine alle acque che dovevano continuare ad accorrere da ogni parte nel bacino e proteggere i terreni conquistati dalle valanghe di brecciame e di sassi precipitate dai torrenti; bisognava raccogliere le acque montane e quelle dello interne sorgenti per lo irrigazioni dei suddetti terreni e a ciò provvide splendidamente l'ingegnere I5risse.
   II nuovo emissario misura una lunghezza di 6301 metri, laddove l'antico emissario romano era di soli metri 5595. In capo al nuovo tunnel Un edilizio maestoso tutto in pietra da taglio forma il limite di un bacino di ritenuta della superficie di 2270 ettari. Ili testa al nuovo emissario sopra un piedestallo, alto 7 metri e mezzo, il principe Tor-lonia fece collocare una statua gigantesca della Vergine con sotto la seguente iscrizione:
   MARIA S1NE LABE CONCEPTA AUSPICE OPUS AD IJlPEItATOR1BUS REC1BUSQUE FRUSTRA TENTATUM ALEXANDER TURLONIA ROMANUS V. I>. INGENTI ANIMI ET AERIS VI CAEPIT A. I). JlDCCCa.IV PERFECIT A. D. 31DCCCLXXV1
   Il piano, dove posa la statua della Vergine, indica l'altezza a cui giungevano le acque del lago.
   11 bacino di ritenuta è attraversato in tutta la sua lunghezza da un canale collettore centrale che dirige verso l'emissario tutte le acque del bacino lacustre ed ò chiuso da ogni lato da una diga alta metri 2 con uno sviluppo di circa 18 chilometri. È il fondo antico del lago e può contenere ancora più di 20 milioni di metri cubi d'acqua. In tempi normali questo bacino è un'ampia prateria e non si muta ili serbatoio se non nel caso che lo acque crescano fuor di misura o rimanga interrotto il servizio del canale di evacuazione. Un sistema di canali di second'ordine, della lunghezza complessiva di circa 300 chilometri conduce le actiuo dei torrenti e le sorgive