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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
l*.ule Q a ari a — Italia Meridionale
e Casoli. va a rannodarsi alla nazionale anzidetta tra Rivisondoli e fioccare so. A questa strada se ne rannodano due altre: una proveniente da Chieti e l'altra da Lanciano; — 4 la strada che va da lsernia per Carpinone, Carovilli e Castiglione e mette a Vasto sull'Adriatico. Prima di Carpinone la via si biforca ed un ramo, dirigendosi verso levante per Cantalupo e Bojano, giunge a Vinchiaturo, dove formasi un quadrivio, di cui una strada a nord-est per Campobasso e Larino raggiunge a Termoli sull'Adriatico ed una seconda, dirigendosi verso oriente per Jelsi, giunge a Volturare in quel di Foggia; la terza, pel colle di San Giuliano, si dirige verso mezzodì ed entra in provincia di Benevento; — 5° la strada che da Ascoli Piceno, per Ci vitella del Tronto, giunge a Teramo e prosegue per Penne e Pianella a Chieti. Questa strada è tagliata a Teramo dalla 6a strada che da Aquila, per Molitorio al Vernano, giunge a Giuiianova sull'Adriatico; — 7° la strada che da Aquila, per Celano, Avezzario e Civitella Roveto, giunge a Sora in quel di Caserta; — 8 la strada che, staccandosi dalla suddetta ad Avezzano, si dirige verso nord-ovest e, per Rorgocollefegato e Fiamignano, ha fine a Cittaducale; — 9 la strada che, partendo dalla nazionale, poco dopo Aquila, costeggia l'Aterno sino a Molina, dove ripiega a sud-ovest e, per Coltamele, sulla conca del Fucino, si rannoda, fra Celano ed Avezzano, alla strada n. 7.
Oltre tutte queste strade se ne contano ancore un gran numero dì comunali e vicinali, le quali formano una fitta rete, sì che tutti i villaggi degli Abruzzi sono in comunicazione fra di loro.
Popoli antichi degli Abruzzi 1.-1 PELIGNI
Occupavano un distretto nel cuore degli Apennini e confinavano: a ovest coi .Alarsi, a sud coi Sanniti, a est coi Frentani e a nord coi festini. Il loro territorio, mollo esiguo, era ristretto alla valle del Sagittario e del Gizio, tributari dell'Atomo, e ad una porzioncella della valle dell'Atomo stesso.
La piccola valle del Sagittario è una valle piuttosto alpestre a circa 450 metri sul livello del mare, parallela alla linea degli A pennini, separata dai Marsi e dal bacino del Fucino a ovest da un'anglista catena di non molta elevazione; mentre verso sud essa mette capo all'altro gruppo montano che connette i gioghi centrali degli A pennini alla gran massa della Majella.
Quest'ultimo gruppo, «rio dei più eccelsi dell'intiera catena apemrinica, come quello che raggiunge l'altezza di 2795 metri sui livello del mare, ergesi sulla-frontiera sud-est dei Peligni; mentre molile Morrone, lungo giogo alto 2266 rn., corre, dal punto della sua congiunzione con la Majella, in direzione nord-ovest, formando una barriera gigantesca clic cliindesi intieramente nel paese dei l'eligrù al nord-est, separandoli dai Frentani e dai Marrucini.
Codesto giogo è quasi continuo con quello che scende dal Gran Sasso d'Italia verso sud-est a traverso il paese dei Vestini ; ma la grande barriera montagnosa formata in tal modo è interrotta da una gola profonda, a traverso la quale l'Aterno si apre la sua via al mare, piegando subitamente a nord-esl dopo ricevuti il Gizio ed il Sagittario. 11 distretto appartato dei Peligni era chiuso per tal modo da ogni lato da barriere naturali, salvaeM verso il settentrione congiungevasi ai A estini nella valle dell'Atomo.
Una tradizione, rammentata da Festo, ma non si sa su quale autorità, rappresentava i Peligni come d'origine illirica; ma essa è smentita dalla testimonianza espressa di Ovidio, che li fa discendere dai Sabini. L'autorità del poeta, nativo del luogo, è suffragata validamente dalle probabilità interne del caso, non vi avendo dubbio che tutte quelle alte valli dell'Apennino centrale erano popolate dai Sabini, i quali, irraggiando da Amiterno, oggi San Vittorino, come da un centro, si sparsero a sud e a est, nell'istessa guisa che a ovest e a sud-ovest scesero verso la valle del Tevere.
Quindi ì Peligni erano di razza affine ai loro vicini i Yestini, i Marrucini ed i Marsi e questa circostanza, accoppiala alla loro prossimità geografica, spiega sullìcientemente la stretta unione die